Sierre, è la capitale del gusto del Canton Vallese. Meglio non lasciarsi sfuggire l’occasione di gustare quella che viene considerata la miglior raclette del Vallese e scovare nelle numerose enoteche della città i pregiati vini del Cantone, come il Petite Arvine o il Fendant. Lo spettacolo del Passo del Sempione, contornato da vette altissime introduce al rientro in Italia. Ed è subito Val d’Ossola, terra severa ma ricca di sorprese. Come il Castello Visconteo di Vogogna, le cave di marmo di Candoglia da cui proveniva anche il materiale per la costruzione del Duomo di Milano e il piccolo Lago di Mergozzo, gioiello ambientale sprofondato tra ripidi pendii boscosi.
Sulla sponda piemontese del Lago Maggiore si fa tappa a Stresa. Non solo per fare incetta delle squisite Margheritine, ma anche per raggiungere il porticciolo dove salpano i traghetti per le Isole Borromee. La visita ai sontuosi palazzi e ai giardini dell’Isola Madre e dell’Isola Bella riempie gli occhi e rimane nel cuore. Tornati sulla costa è il Parco Pallavicino, preziosa oasi faunistica e botanica allo stesso tempo ad obbligare a un’ulteriore sosta. Maggio è il mese dell’esplosione dei roseti, ma non conosce stagioni la magnificenza degli alberi monumentali tra i quali spiccano lyriodendri tra i più antichi in Italia, ginkgo biloba, sequoie, magnolie e un clamoroso cedro del Libano.
Ad Arona si sale fino al San Carlone, come viene chiamata la statua in bronzo dedicata a San Carlo Borromeo alta ben 35 metri. Attraversato il Ticino si entra nel Varesotto, terra di piccole e grandi aziende aeronautiche, simbolo dell’eccellenza italiana in questo settore. Prima di raggiungere il traguardo di giornata c’è ancora da vedere il Parco Archeologico di Castelseprio che comprende i resti di un castrum del V secolo d.C. Il complesso è protetto da una cinta muraria turrita che difende anche l’avamposto conosciuto come Monastero di Torba. A 200 metri dalle mura si trovano il borgo e l’oratorio di Santa Maria foris portas (X sec.).
Cassano Magnago accoglie con le sue dimore nobiliari, come le settecentesche Villa Oliva e Villa Buttafava, il Castello dei Cento Tetti e con la Torre di San Maurizio, risalente all’epoca tardo romana, simbolo della città. Che guarda in alto.
Testi a cura di Ettore Pettinaroli
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