106° Giro d’Italia 2023, la 20° tappa Tarvisio-Monte Lussari Tudor ITT

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Prima di assistere alla cronoscalata decisiva ci si dedica all’esplorazione dell’estremo lembo nord-orientale del Paese alla ricerca di tesori ambientali e storici. Il bottino sarà ricchissimo. La millenaria Foresta demaniale di Tarvisio, la più grande d’Italia, si estende per 24.000 ettari, contraddistinti da una grande varietà di habitat naturali. Anche il celebre abete rosso di risonanza, da cui si ricavano importanti strumenti musicali a corda, cresce fra questi boschi.

L’asso nella manica del Tarvisiano sono i Laghi di Fusine, piccoli specchi d’acqua color smeraldo ai piedi delle Alpi Giulie. Ma c’è un altro lago ad una decina di km da Tarvisio che merita di essere visto: il Lago di Raibl o del Predil. Per arrivarci si passa da Cave del Predil, sede del Parco Internazionale Geominerario di Raibl con la ex miniera di piombo e zinco ora divenuta un ecomuseo. La visita guidata prevede l’utilizzo di un trenino a trazione elettrica e dura circa un’ora. Nella stessa località si trova anche il Museo Storico militare delle Alpi Giulie che consente di ripercorrere la storia dei combattimenti svoltisi in questa vallata dalle guerre napoleoniche alla Seconda Guerra Mondiale. Tra gli itinerari più suggestivi si inserisce la passeggiata dell’Orrido dello Slizza, che grazie ad un percorso naturalistico di facile percorrenza permette di visitare un profondo “canyon” caratterizzato da profonde pozze azzurre.

Quindi si raggiunge il Monte Lussari, dove è posto il traguardo a 1.776 metri di quota. Si sale a piedi lungo il Sentiero del Pellegrino, in bici o con la telecabina e prima di applaudire i corridori si può visitare il Santuario posto sulla vetta e ristorarsi nelle locande che propongono rigorosamente piatti del territorio.

A proposito di sapori. Prima di raggiungere la sede della tappa friulana del Giro vale la pena recarsi a San Daniele del Friuli per gustare proprio nel luogo di produzione il dolcissimo prosciutto crudo, ma anche per stupirsi di fronte agli affreschi quattrocenteschi della Chiesa di Sant’Antonio Abate, definita la Cappella Sistina del Friuli.

Testi a cura di Ettore Pettinaroli