Novara: Il Catania affronta la seconda neopromossa della sua stagione, stavolta in trasferta. I piemontesi, forti dell’entusiasmo suscitato dal ritorno nella massima categoria dopo 55 anni di lontananza, battendo l’Inter per 3-1 hanno già dimostrato di non subire affatto il timore reverenziale verso le veterane del torneo. Il Catania, di contro, in sei anni di gavetta non è ancora riuscita ad affermare gioco e continuità nelle sue prestazioni esterne. Il banco di prova, dopo le parole di Montella e la pregevole prestazione contro la Juventus, è proprio il sintetico di Novara.
Cari i miei ex
Takayuki Morimoto: Il Ronaldo del Sol Levante, l’asso giapponese prelevato dal Tokyo Verdy (insieme ad una pleiade di giornalisti) non ancora maggiorenne e cresciuto calcisticamente e caratterialmente a Catania, secondo i crismi della catanesità più verace: domenica sarà l’ex più temuto e temibile. Dopo l’exploit nell’undici di Zenga (annata 2008/2009), con gli indimenticabili goal alla Roma, tanta panchina e tribuna sotto la guida di Mihajlovic, Atzori, Simeone come Giampaolo. La convinzione che il suo talento necessitasse solo di spazio per lievitare, la consapevolezza che questo spazio difficilmente l’avrebbe trovato in un organico cresciuto negli anni, in ambizioni e spessore, di cui non è riuscito a seguire i progressi. Quindi il passaggio ad una neopromossa, dove poter far valere l’esuberanza dei suoi 23 anni ma anche un tasso tecnico importante e di esperienza importante per il contesto locale. Per lui già una rete in questo campionato.
Simone Pesce: secondo fuoriuscito dal rossazzurro verso Novara. Ritenuto prezioso da Giampaolo, utilizzato più da Simeone per garantire equilibrio al modulo offensivo che aveva plasmato per il suo Catania. Una rete, la sua prima in serie A, indimenticabile: nel 4-0 contro il Palermo fu il goal del suggello, pallonetto su Sirigu in uscita. Molto di più “combinò” in Coppa Italia, dove alle sue reti da fuori area il pubblico catanese s’era ormai abituato.
Capuchio Neves Jeda: Cappuccino, o.. i soprannomi affibbiatigli sono stati davvero tanti ai tempi di Catania, ai tempi della serie B. Un giocatore rimasto nel cuore di molti catanesi ed al quale Catania è rimasta nel cuore. Quando ci fu da decidere se puntare su di lui o su De Zerbi per mirare alla serie A, la dirigenza optò per il fantasista passato, a promozione avvenuta, al Napoli. Nonostante lo smacco, nei successivi confronti col Catania non ha mai esultato ad alcuna delle quattro reti siglate: due con la maglia del Crotone, una con quelle di Lecce e Cagliari.
Il Novara
Un piccolo miracolo sulla scia di quello compito dal Cesena. Due anni sono bastati alla squadra di Tesser per portare i piemontesi dalla prima divisione alla prima serie. Fondata nel 1908 è tra le società calcistiche con i trascorsi più lunghi nei campionati professionistici: Dodici anni nelle categorie antesignane delle serie A, 13 nel massimo campionato con la formula “moderna”; trentuno anni nella seconda serie, diciassette nella terza, ventuno nell’ex serie C2. La rinascita del calcio novarese parte nel 2006, col passaggio di proprietà dalla famiglia Resta a quella De Salvo che mette subito in cantiere la costruzione di un centro sportivo, inaugurato nel 2007 col nome “Novarello”, che conta attualmente sei campi da calcio a 11 regolamentari, le abitazioni dei calciatori, una palestra, area medica ed alcune sale relax. Rinforzata l’organizzazione strutturale, nel 2009 di pensa a render competitiva anche quella gestionale, a Novara arrivano il diggì Pasquale Sensibile e l’allatore Attilio Tesser. Si parte dalla serie C1 ma quella del Novara è una cavalcata irresistibile grazie anche all’acquisto del bomber Bertani (proveniente dalla serie C2): promozione in serie B il primo anno, al successivo (grazie anche all’arrivo di un altro bomber, Gonzalez) promozione in serie A sconfiggendo il Padova nella doppia finale play-off. La ribalta nazionale porta però il diggì Sensibile alla Sampdoria insieme a Bertani, Gonzalez passa al Palermo (che l’aveva bloccato sin da Gennaio). Il nuovo diggì, Mauro Pederzoli, ricostruisce quindi la squadra ad immagine di Tesser.
Curiosità
L’allenatore dei piemontesi, Attilio Tesser, è un negletto della serie A oltre ad un ex giocatore rossazzurro (centrocampista, 1986-89, 4 reti). Le ultime esperienze in sella a panchine di massima categoria hanno sortito un effetto devastante sulla sua carriera, costringendolo a ripartire dalla serie C1, proprio col Novara: Nel 2005 Cellino lo fa fuori alla prima giornata di campionato. Nel 2006 altro esonero, ad Ascoli, dopo 11 giornate. Riparte nel 2007 da Mantova, serie B, ma anche qua l’esonero non tarda, arriva a Febbraio. Altra occasione a Padova nel 2008, dopo cinque giornate il quarto esonero consecutivo prima di approdare al Novara col quale conquisterà la sua prima vittoria in serie A, all’esordio interno, contro l’Inter: strano il destino. Il Silvio Piola è stato il primo stadio del calcio professionistico ad adottare il manto da gioco in sintetico. Peculiarità che, a detta di molti ed a vista dei risultati, garantisce ai padroni di casa un ulteriore vantaggio nelle gare interne. I manti in sintetico sono parecchio diversi l’uno dall’altro, necessitano di abitudine per esser padroneggiati e quindi anche allenandosi sul sintetico, come quello di Torre del Grifo, il Catania potrebbe non trovar le stesse risposte di quelle che darà il “plastico” di Novara. Per affrontare il massimo campionato, lo stadio novarese è stato ampliato per accogliere 18.000 spettatori. Il Novara sarà anche l’avversario nel Catania nel prossimo turno di Coppa Italia, saranno però i piemontesi a far visita in Sicilia.
Precedenti Sono appena due i precedenti tra azzurri e rossazzurri in serie A. Nella stagione 1954/55 termina 0-0 la sfida del Cibali, giocata ad Ottobre, a Marzo ritorno a Novara e vittoria del locali con due reti a firma Marzani. Nelle quattordici sfide finora disputate a Novara tra serie A e B, gli azzurri hanno conquistato un ricco bilancio di otto vittorie e tre pareggi. Il primo successo etneo a Novara risale al 6 Giugno 1959, al Catania bastò una rete di Macor (poi 0-1 nel 1967, 1-2 nel 1972 che fu l’ultima vittoria).
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]