Il mercato che finisce ti lascia solo. Perché ti ha accompagnato per giorni e notti, si è fatto inseguire e coccolare, non è stato facile stargli dietro. Dalle 19 è andato in letargo, questione di poche settimane, tornerà. E gli faremo ancora la corte, non possiamo farne a meno. L’ultimo giorno è stato come sempre appassionante, una notizia al secondo, ci sarebbero voluti mille telefonini. Il mio si è scaricato spesso, non potete nemmeno immaginare la rabbia, diventavo matto. Se n’è andata persino la luce all’Ata Hotel, un black out che non ha però spento le energie di chi produceva gli affari e chi era lì per raccontarli. Sms, confidenze, soffiate, sono state ore di adrenalina pura, abbiamo cercato di farvi vivere questo mercato da protagonisti, portandovi con noi in ogni trattativa, in ogni incontro. È stato il martedì che pochi s’aspettavano, a cominciare da Palombo.
È arrivato davvero a Milano, ma per indossare la maglia dell’Inter, prestito (1 milione) con diritto di riscatto (a 4), la stessa formula utilizzata per prendere Guarin. La rivoluzione del centrocampo ha toccato Muntari (finito come previsto al Milan), ma soprattutto Thiago Motta, un addio che ha sorpreso per i tempi. L’Inter aveva garantito, in primis a Ranieri, che il brasiliano sarebbe rimasto almeno fino a giugno. Tanto da farlo convocare per la gara col Palermo. E invece il flirt con il Psg continuava, l’amante ha vinto sulla moglie, è arrivato il divorzio. Prima il viaggio degli agenti (Canovi) a Parigi, l’accordo raggiunto tra i club per 10 milioni, il blitz del centrocampista in Francia, firma e cena con Ancelotti. Per la delusione del tifoso interista e di Ranieri. L’allenatore ha almeno preteso di scegliere il sostituto, in ballo c’erano Parolo e Palombo: ha vinto il secondo, forse per la maggior esperienza. Potrebbe servire anche in Champions, Guarin non è infatti arruolabile. Il Milan ha invece finito con Muntari e con il giovane brasiliano Lucas Roggia, ha sognato Tevez ma dovrà rinviare l’appuntamento a giugno. Non è un caso che sia stato occupato in fretta il posto libero da extracomunitario (con Umunegbu del Chiasso), proprio per lasciarlo libero l’estate prossima, Galliani aspetta Carlitos. Così come la Juve aspetta Nainggolan: adesso l’affare con il Cagliari non s’è fatto, è stato soltanto rimandato, Padoin è comunque un jolly prezioso. E poi, non poteva andar meglio la campagna cessioni per Marotta e Paratici.
Comprare è facile, vendere mai. E riuscire a piazzare in pochi giorni Toni, Amauri, Iaquinta, Motta e Pazienza farà felici i consiglieri d’amministrazione, alleggerito il peso degli ingaggi. Al mercato poi succede di non prendere più un giocatore per colpa di una fideiussione, ovvero una garanzia bancaria. Quella che l’Ajax ha preteso dalla Fiorentina a tempo quasi scaduto, facendo poi saltare l’acquisto viola di El Hamdaoui. Uno spasso seguire gli ultimi secondi con il countdown, forse più per noi che per i diretti interessati. Chissà infatti come avranno vissuto quegli interminabili minuti i vari Santana, Del Nero e Candreva, il triangolo delle emozioni. Quando sembrava tutto saltato, ecco il segretario della Lazio scattare in velocità dentro l’ufficio della Lega: si chiama Armando Calveri, pochi lo ricordano quando giocava da difensore nella Primavera della Reggina, dove poi ha lavorato anche dopo, con Lillo Foti presidente. Adesso tutti lo riconosceranno per quell’incursione decisiva, in mano i contratti da depositare, il destino di quei calciatori in trepida attesa. Sì, il mercato ci mancherà. Perché quando finisce, ti lascia solo. Con i tuoi sogni. I suoi.
[Gianluca Di Marzio – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]