Pinturicchio, dopo l’ennesima inammissibile panchina inflittagli da mister Del Neri, entra a dieci minuti dal termine e si regala l’ennesimo record bianconero della sua sfolgorante carriera: 178 reti in Serie A, come Giampiero Boniperti
Domandate ad un bambino di tre anni o poco più: <<Ti piace di più una donna bella od una donna brutta?>> Lui vi risponderà senza indugio: <<Quella bella!>>. Poi incalzatelo e chiedetegli se farebbe giocare un calciatore bravo oppure uno scarso. Anche qui la risposta non lascerebbe adito a sorprese, ed opterà per quello bravo, come logica comanda.
Eh sì, è proprio vero, a volte un bimbo è più dotato di buon senso rispetto ad un adulto. E non è il classico luogo comune che si insinua fra la gente superficiale. A volte sono proprio le cose più scontate ad essere messe in discussione, ad essere soppiantate da ragionamenti paradossali che sgomitano nelle nostre menti. Siamo così presi dal risolvere questioni inesplicabili che magari ci perdiamo in un bicchier d’acqua, tanto la nostra mente è oscurata o distratta dalla vita d’ogni dì.
Al contrario dei bambini, troppo poco intelligenti per smarrirsi in vicoli ciechi. D’altra parte, se si viaggia a piedi si hanno meno probabilità di allontanarsi troppo da casa e perdere la via del ritorno, rispetto a chi va per auto o addirittura per aereo. Un bambino di età prescolare non ci penserebbe due volte: Del Piero in campo, titolare. L’adulto invece, essendo più intelligente, sa che non sempre un giocatore può essere schierato sin dal principio, vuoi per la condizione atletica del giocatore che oscilla spesso e volentieri, o per altri fattori che non possono essere compresi dai piccini.
Tuttavia l’adulto osa spingersi oltre, e col troppo ragionare (che vale anche per il viaggiare…), col troppo approfittare delle funzioni del proprio cervello, finisce col smarrire la bussola della ragione, prendendo in tal modo decisioni stravaganti. Come nel caso di Del Neri, degno emulo di Capello e Donadoni (e Lippi, in azzurro). La decisione stravagante consiste manco a dirlo, nel centellinare sovra misura le presenze di Alex, a cui ormai riserva scampoli di partite, dai 30 minuti ai dieci.
Lo ha già fatto con il Cagliari, poi si è ripetuto con l’Inter, ed adesso col Lecce. Stavolta però Alex ha provato al Mondo l’ingenerosità di tale scelta, opinabile ed ingiustissima, specie se a contendergli il posto vi è un inguardabile Amauri, il cui contributo è paragonabile a quello che può offrire un impresario di pompe funebri nella terra degli immortali. Ciò è uno schiaffo al buon senso ed alla meritocrazia.
Non si capisce, infatti, perché un Amauri debba avere il posto garantito a prescindere, mentre Del Piero debba sudarsi dieci minuti ad ogni match. Oggi il Re della Vecchia Signora ha, come detto, attestato per l’ennesima volta il suo stato di forma sfavillante, a dispetto di chi, guardando esclusivamente all’anagrafe, si ostina ad annunciarne la fine. Persino fior di giornalisti non escono fuori dal coro di chi vorrebbe far abdicare Sua Maestà, consigliando di mettersi dignitosamente da parte.
Ma se a farsi da parte fossero certi giornalisti, non sarebbe meglio? Tornando a Del Piero, ricordiamo che per lui si tratta del 178° gol in A, eguagliando finalmente, in testa ai marcatori juventini della Massima Serie, il grande Giampiero Boniperti, 10° in assoluto. Per Alex è inoltre il 277° centro totale con la Zebra, il 307° (comprendendo la Nazionale A ed Under ’21) in carriera, 5° italiano all time. Numeri da far riflettere. Tifosi, critici, tutti.
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