E’ un sabato tranquillo quello che si staglia da Milanello. Allegri predica rispetto per la matematica (“ci mancano quattro punti”) e dice di non guardare la partita dell’Inter; qualche collega fa notare la concomitanza dell’allenamento – quindi nessuno in teoria davanti alla tv – però il mister si appresta a confermare che “le rifiniture non durano più di un’ora”, quindi in realtà se non l’occhio almeno l’orecchio sarà verso il ‘Dino Manuzzi’ di Cesena.
E’ una conferenza stampa serena quella in programma alla vigilia di Milan-Bologna, testimonianza di una settimana vissuta serenamente. Qualcuno allude a scaramanzie secondo cui quest’anno non abbiamo superato i quattro successi consecutivi e quello di domani contro i rossoblù potrebbe non arrivare ma Allegri non ci pensa: “Non dobbiamo abbassare la guardia o permetterci distrazioni – avverte -. Dobbiamo giocare con pazienza e senza avere fretta.” Insomma, la parola non si pronuncia ma la si percepisce. La si respira, permea tutti i corridoi del Centro Sportivo rossonero. E allora sotto con le battute che come sempre, qui, a Milanello, non mancano.
Carlo Pellegatti esordisce con un “avete una faccia da settimo posto”, si parla della “beatificazione di Seedorf”, c’è chi azzarda anche il nome “Bonifacio Seedorf” e chi pontifica sul fatto che abbia addirittura la Tiara o che stia per impostare la nuova nazionale del Vaticano (noi potremmo aggiungere che un allenatore questa nazionale lo ha già e che attualmente allena in Spagna, ma non vogliamo infierire). Quando qualcuno si azzarda a chiedere i programmi per Roma o per Palermo l’allenatore si trincera dietro un sorriso calmo e carico di promesse. Così i presenti si schermiscono nel solito teatrino delle battute.
La dedica di Allegri va ad Abate, dovendo citare una sorpresa della stagione, dopo aver omaggiato il portiere Abbiati si sofferma su Igna “cresciuto tantissimo.” Si parla anche di Champions come “prossimo obiettivo”, ma il mister preferisce “guardare al presente” e non si sbilancia nemmeno sul mercato, anche se Mexes è un punto fermo. Insieme a Taiwo. Poi arriva l’ultima battuta, questa volta sui menù dei ristoranti di Pechino, città teatro della finale di Supercoppa, e se non è un ammissione di…scudetto questa, poco ci manca. Quindi tutti a lustrare le bandiere, è quasi ora.
[Beppe Rasolo – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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