Nella conferenza stampa pre Milan-Lazio tenutasi ieri, Massimiliano Allegri ha ribadito più volte un concetto ormai evidente: “Dobbiamo migliorare nell’attenzione e nella concentrazione. L’aspetto mentale deve essere migliorato con un atteggiamento diverso”. Queste dichiarazioni fanno il paio con quelle esternate non più tardi di una ventina di giorni fa da Cristian Zapata, il quale sottolineava quanto fosse difficile per lui e Mexes mantenere alta la concentrazione per tutta la durata di una partita. “Mexes ogni tanto si “addormenta” ed anche io a volte faccio lo stesso.”- dichiarava il colombiano. Non fu certo un’ammissione rassicurante per i tifosi Rossoneri, già sotto shock dopo le prime infauste prove stagionali.
La sfortuna, gli infortuni e qualche decisione arbitrale a sfavore possono essere invocati come alibi, ma il vero limite del Milan, quello maggiormente evidente e decisivo, è di natura mentale: non c’è un’applicazione costante e prolungata durante la partita, i giocatori sono soggetti a distrazioni con estrema facilità, soprattutto contro squadre (con tutto il rispetto) meno blasonate. Abbiamo ancora negli occhi le reti subite nelle sconfitte di Verona e Parma e nei pareggi last-second con Torino e Bologna: sono tutti (o quasi) frutto di disattenzioni, di errori di marcatura o piazzamento, di topiche difensive. Di tutt’altro tenore è stata invece la prova contro il Barcellona: la linea arretrata Rossonera si è dimostrata attenta e sicura come non succedeva da tempo, concedendo poco ai rapidi fuoriclasse Blaugrana. Ciò dimostra che di fronte ad avversari di spessore (soprattutto in Europa), il livello di attenzione si alza e le incertezze si riducono. La trasferta di Parma ha purtroppo confermato il trend negativo avuto con le “piccole”: troppa sufficienza e soliti gol nati da disattenzioni. “Solamente” limiti tattici o sottovalutazione dell’avversario?
Va considerato che pure contro Napoli e Juventus, avversari di primissimo piano, non sono mancati cali di tensione “letali”. A questo punto viene da domandarsi se la prova con il Barcellona è stata solamente un caso, un lampo nel buio, una giornata di grazia. Lazio, Fiorentina e la trasferta al Camp Nou ci daranno probabilmente le risposte a tutti questi quesiti e ci diranno chi siamo veramente: gli sbadati di provincia o gli svegli d’Europa.
L’approccio mentale a determinate partite risulta oltremodo blando e tutto questo Allegri lo sa. I suoi tentativi di mantenere alta la concentrazione sono spesso andati a vuoto ed esponendosi in maniera così diretta ha voluto fornire un segnale forte alla squadra in un momento delicatissimo. C’è bisogno di un radicale e repentino cambio di atteggiamento già nella sfida di stasera contro la Lazio: la svolta nei risultati passa dall’acquisizione di una superiore forza mentale. In questo balbettante inizio di stagione si cerca continuamente un colpevole, un capro espiatorio, una causa di tutti i mali: l’unico reale limite del Milan è nel Milan stesso, nella testa dei suoi giocatori, nell’atteggiamento con cui si affrontano certe partite. Stai calmo, lotta sempre e sii concentrato.
[Alessandro Bracci –