L’ultima ininfluente partita dello splendido campionato rossonero ci regala un protagonista a sorpresa, ovvero il secondo portiere Amelia, che Allegri ha mandato in campo al posto del titolare Abbiati e che ha contribuito in modo decisivo a mantenere inviolata la porta rossonera al Friuli di Udine, soprattutto nel finale di partita quando la squadra di casa si è improvvisamente scatenata cercando in tutti i modi il gol della vittoria; cinque parate decisive di cui almeno tre da autentico fenomeno, fra cui, ovviamente, il rigore parato al capocannoniere del campionato Di Natale; il tiro dal dischetto da parte di Totò era teso e angolato e Amelia si è superato tuffandosi tempestivamente e respingendolo, quindi per una volta non bisogna parlare di rigore sbagliato dall’attaccante ma parato dal portiere. Evidentemente Amelia aveva il dente avvelenato nei confronti dell’Udinese, dalla quale aveva subito ben quattro gol nella partita di andata, ma sta di fatto che se la partita è finita 0-0, il Milan ha evitato la (indolore) sconfitta e la difesa rossonera si è confermata per l’ennesima volta impenetrabile, questa volta il merito è tutto di Amelia. Arrivato in estate per far concorrenza ad Abbiati, ben presto si è dovuto rassegnare al fatto che Allegri aveva deciso una gerarchia ben precisa dei portieri e a lui toccava lo scomodo ruolo di secondo, destinato a scendere in campo solo per infortunio o squalifica del titolare.
In verità ogni volta che è stato chiamato in causa, Amelia ha quasi sempre sfoderato ottime prestazioni anche quando il risultato è stato negativo, come per esempio nella sciagurata trasferta di Madrid, in cui era stato proprio lui a evitare un passivo più ampio e umiliante; niente di strano, ovviamente, visto che stiamo parlando di un portiere che è stato campione del Mondo con la nazionale italiana come vice di Buffon nel 2006 e, quindi, di uno dei migliori portieri italiani, anche se negli ultimi anni era un po’ caduto in disgrazia, anche per colpa di alcune papere imbarazzanti (come il goffo rinvio di piede della scorsa stagione in occasione di Genoa-Inter che aveva provocato il gol di Stankovic) e forse è per questo che il suo destino è ancora incerto, visto che al Milan non ha avuto molte possibilità di mettersi in luce e ora la società rossonera non vuole riscattarlo o, se proprio sarà costretta a farlo dal Genoa, vuole cederlo altrove. Intanto Amelia ha sfruttato quest’opportunità che gli è stata concessa per dimostrare che è ancora un portiere molto affidabile e, magari, convincere qualcuno a dargli fiducia in futuro.
…PIRLO, PERCHE’? – La partita di Udine è stata l’occasione per dire addio a uno dei grandi protagonisti del Milan degli ultimi dieci anni; in settimana Andrea Pirlo aveva comunicato la decisione di non rinnovare il contratto in scadenza e andare altrove (alla Juve, si sapeva da tempo anche se tutti tentavano di tenere nascosto un segreto che tale non era) e si pensava che Allegri lo schierasse titolare con la maglia rossonera per l’ultima volta; invece Andrea si è accomodato in tribuna e forse è stato giusto così, visto che non aveva senso scendere in campo ormai da ex a tutti gli effetti alimentadno nostalgie e rimpianti, ma a fine partita Pirlo è stato portato in trionfo dai suoi compagni ed è andato sotto il settore occupato dai tifosi rossoneri che gli hanno dedicato applausi, cori e uno striscione di ringraziamento. Andrea si è commosso, così come era avvenuto un paio di giorni prima a Milanello in occasione dell’ultimo allenamento in cui aveva salutato i compagni e l’intero staff rossonero; momenti emozionanti, come succede quasi sempre quando c’è l’addio di un grande campione dopo tanti anni, ma viene da chiedersi il perchè di questa decisione, quando si pensava che Andrea fosse uno dei pilastri dello spogliatoio rossonero, destinato a rimanere al Milan fino a fine carriera in quanto, dopo dieci anni di soddisfazioni e vittorie, avrebbe dovuto considerare la maglia rossonera come una seconda pelle.
Il primo motivo è sicuramente tecnico-tattico: a inizio stagione Allegri aveva puntato molto su Pirlo come regista davanti alla difesa, ma poi sono arrivati gli infortuni, lunghi e ripetuti, che hanno costretto l’allenatore a cercare nuove soluzioni che, ironia della sorte, si sono rivelate vincenti e, così, al suo rientro in rosa, Pirlo si è sentito messo ai margini, in quanto Allegri gli ha fatto capire che non lo vedeva più come prima scelta in posizione centrale, ma voleva adattarlo come centrocampista di sinistra. In secondo luogo ci sono motivi economici, in quanto la società rossonera voleva rinnovare il contratto a cifre inferiori rispetto al passato e anche questa scelta non è stata gradita; infine c’è il risentimento per la decisione, sempre della società, di discutere i rinnovi solo a fine stagione, lasciando sulla graticola tutti i giocatori in scadenza di contratto, alcuni dei quali veri e propri “senatori” della squadra.
Tutto ciò ha convinto Pirlo a cambiare aria e la sua speranza è che il Milan debba ben presto rimpiangerlo; per il momento è stato lui a piangere e a commuoversi e per questo gli chiedo il perchè di tale decisione; mi sono risposto da solo ma fatico ancora ad accettare la scelta di andare alla Juve, perchè Andrea era un pilastro del Milan, per anni è stato insostituibile in quanto esemplare unico di ingranaggio che faceva funzionare alla perfezione i meccanismi di gioco della squadra e ritengo ci fossero i margini per almeno provare a proseguire un “matrimonio” con la società rossonera che è stato per ben dieci anni felice e ricco di soddisfazioni per entrambe le parti. Saluto Pirlo “nominandolo” flop della sua ultima settimana in rossonero, ma è chiaro che anche da parte mia giunge un infinito grazie ad Andrea per tutto quello che ha fatto per il Milan in questi dieci anni!
[Davide Bin – Fonte: www.ilveromilanista.it]