Armando Ferroni: «Vincere a Torino fu una grande soddisfazione»

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Il 20 gennaio 1991 al nuovo Delle Alpi di Torino, per la diciassettesima giornata di Serie A, si giocò Juventus-Genoa. Una sfida tra squadre che hanno fatto la storia del calcio italiano. Una sfida che può contare 36 scudetti complessivi. Una sfida rimasta nella storia nei confronti tra bianconeri e rossoblù come l’ultimo confronto vinto dal Grifone in casa della Vecchia Signora: in quell’occasione infatti, grazie al gol al 37′ di Thomas Skuhravy, il Genoa espugnò il Delle Alpi, conquistando tre punti fondamentali per la cavalcata trionfale coronata dal quarto posto in campionato e quindi accedendo al Coppa Uefa. La Juventus invece, allenata da Gigi Maifredi, si posizionò solamente al settimo posto in classifica, perdendo l’accesso all’Europa.
Uno dei protagonisti di quella vittoria decisiva fu Armando Ferroni, difensore della corazzata di Osvaldo Bagnoli e tuttora allenatore degli Allievi B del Genoa, intervistato in esclusiva da Pianetagenoa1893.net in occasione della sfida di sabato tra rossoblù e bianconeri.

La Juventus è da sempre vista come la squadra da battere: è risaputo che, quando si gioca contro la Vecchia Signora, le motivazioni di un qualsiasi giocatore non possono che amplificarsi. Vent’anni fa però, il Genoa andò a Torino per vincere e tornò a casa con l’intera posta in palio: cosa ricorda di quella partita?
In quel periodo conquistare i tre punti in casa della Juve era qualcosa di straordinario. Il Genoa poi, grazie anche a quell’annata incredibile, aumentò il suo prestigio e la sua fama. Loro avevano bisogno di vincere per mantenersi nelle prime posizioni, noi però ci impegnammo moltissimo e arrivammo alla conquista del 4° posto in classifica. Fu un periodo eccezionale che spero possa ripetersi per il Grifone.

Quali erano i segreti del Genoa di Bagnoli?
Non c’erano segreti: era un buona squadra, formata da ottimi giocatori. Il gioco di Bagnoli era semplice: cercavamo di essere sempre coperti per poi colpire l’avversario con ripartenze molto rapide. Un gioco semplice sì, ma interpretato da grandi giocatori   che al Genoa diedero il loro apporto più decisivo: Eranio, Ruotolo e lo stesso Aguilera che, riuscendo a proteggere palla là davanti, sapeva far salire la squadra.

Quali furono le soddisfazioni più grandi di quella stagione?
Fu un anno trionfale, dove tutte le partite ebbero la loro importanza. Ci siamo tolti molte soddisfazioni andando a vincere oltrechè con la Juve, con l’Inter per tre reti a zero. L’anno dopo poi ci siamo resi protagonisti di un lungo cammino in Europa, concluso con la semifinale di Coppa Uefa con l’Ajax. L’Europa League attuale invece, è lontana anni luce dai valori di vent’anni fa. A Genova si respirava aria di Europa, quell’aria che spero possa tornare presto visti i grandi sforzi compiuti dal presidente Enrico Preziosi per il bene del Genoa.

Quanto è difficile affrontare la Juventus nel suo stadio ora che, grazie alle nuove strutture, può portare ancora più entusiasmo ai giocatori bianconeri?
E’ veramente difficile. Ora più che mai, visto che con Conte è avvenuta quella sterzata decisiva dopo due o tre anni di fallimenti. Sicuramente il nuovo stadio può portare ancora più entusiasmo ai padroni di casa, ma credo che il Genoa abbia tutte le carte in regola per andare a Torino per fare la partita. Credo che quest’anno la Juventus sia la squadra da battere: ha giocatori importanti, un bravo tecnico e un vantaggio non da poco su Napoli, Milan e Inter che, con gli impegni in Champion’s League, potrebbero perdere terreno in campionato.

Ora però, Armando Ferroni il calcio lo segue della panchina. Come stanno andando i suoi allievi?
Stiamo disputando un buon campionato, totalmente diverso dagli anni scorsi: essendo Allievi B possiamo confrontarci con realtà professionistiche come Inter, Torino, Sampdoria, Novara, oltre alle società di Lega Pro, anziché con società provinciali con le quali è difficile dare un giudizio tecnico efficace. Oltre al fatto che la squadra è composta da tutti ’96 e quindi sotto leva di un anno rispetto alle altre di Lega Pro, ora è molto più dura ma ci stiamo facendo valere: domenica infatti, siamo usciti vittoriosi dalla trasferta con il Torino.

Quanto è importante per il Genoa avere un vivaio di giovani così promettenti?
Oltrechè per il Genoa, è importante per tutte le altre società. In questo periodo si sta investendo molto sui settori giovanili, quello rossoblù ne è la dimostazione: non si contano i giovani grifoni che convincono sempre di più fra Serie A, B e Lega Pro. L’obiettivo è quello di sfornare altri talenti come El Sharaawi. E direi che siamo sulla strada giusta.

[Daniele Zanardi – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]