Il Milan torna in vetta alla classifica dopo quattro anni con il fermo proposito di rimanerci. Il successo di misura contro il Napoli non deve trarre in inganno: la squadra ha meritato di vincere. Il Milan ha pressato gli avversari, ha dimostrato di avere carattere, di saper soffrire. Ha inseguito e voluto la vittoria, ci ha creduto fino alla fine. Tutto questo a prescindere dall’espulsione, giusta, di Maggio e dalla forza del Napoli, che è davvero una bella squadra e che ha messo in vetrina, anche a San Siro, i propri gioielli, Lavezzi, Santacroce e Iezzo primi fra tutti. Certo è che il palo ed il rigore sbagliato da Riccardino Kakà non hanno fatto altro che aumentare la frenesia rossonera in campo e sugli spalti. Caso mai potremmo chiederci perché i rossoneri stentino così tanto a chiudere le partite, ad infliggere agli avversari il colpo del ko. Risposta: i ragazzi non hanno ancora assimilato del tutto lo schema di gioco voluto da Mastro Ancelotti. Chissà cosa sarà in grado di fare questa squadra quando tutti i tasselli si troveranno, d’incanto, al posto giusto e il gioco comincerà a sgorgare dalle sue fonti senza impedimenti e con la giusta fluidità. Il calcio del Milan è un calcio gioioso e di gran classe, oseremmo dire brasiliano, per l’appunto, frutto di palleggio accurato e di fini geometrie tattiche. Di equilibri. Non è un caso che la squadra non prenda più gol da quando appare più compatta e più coesa tra i reparti. Non si rinuncia tanto facilmente a fior di giocatori come Pirlo, Nesta e Maldini se non hai ben chiaro in mente come muoverti in campo e cosa fare.
Se non adotti con successo le giuste contromisure tattiche e se non ti raccordi compiutamente con i compagni di squadra. In questo Seedorf, la nostra pantera, è stato grande. Anche contro il Napoli ha interpretato magistralmente il ruolo di vice Pirlo aggiungendo, al copione, forza fisica e la solita, inesauribile corsa. Ha preso in mano le redini del gioco e ha guidato i compagni da vero condottiero. Ma tutta la squadra, a centrocampo, s’è mossa bene. L’idea è quella di divertire vincendo, di imporre il gioco sempre e comunque interpretando al meglio le partite. Il Milan è stato costruito attorno a queste rigorose linee guida. Affinché questo avvenga è necessario che la squadra assimili e metabolizzi al più presto le giocate e la classe di Ronaldinho e che le misceli, senza intoppi, con quelle degli altri campioni, Kakà, Pato e Seedorf tanto per citarne qualcuno. Ovviamente, senza che tutto questo la esponga ai pericolosi contropiede degli avversari o metta in discussione i preziosi equilibri tattici. Ecco perché servono compattezza e armonia in tutte le zone del campo. Perdere palla a centrocampo sarebbe pericolosissimo, ma per fortuna in mezzo possiamo vantare gente come Gattuso, Flamini e Ambrosini, e scusate se è poco. Rispettare le consegne dell’allenatore sarà tanto più facile quanto migliore diventerà la capacità realizzativa e la spinta in avanti degli attaccanti. Loro non hanno solo il compito di segnare, di scardinare le difese altrui e di portarsi a spasso i rispettivi marcatori per consentire gli inserimenti dei trequartisti, ma soprattutto quello di mantenere alta la squadra turando, ove possibile, le fonti del gioco antagonista.
Per Borriello l’impressione è che i goal siano nell’aria. Il suo lavoro è comunque prezioso e si vede. Quanto a Pato rimettiamo tutto nelle sagge mani di Mastro Ancelotti. Il “papero” appare volenteroso ma spaesato e domenica sera s’è mangiato un gol che sembrava fatto e che in altri tempi avrebbe realizzato ad occhi chiusi. Sull’impiego di Inzaghi alla “Altafini” concordiamo pienamente: così facendo la carriera di Superpippo non può che allungarsi in maniera esponenziale. Bene anche la spinta di Zambrotta e Jankulovski sulle fasce, diligente ed efficace la prova di Bonera. Per finire un appello: vogliamo vedere Senderos, vogliamo capire cosa potrà dare questo gigante svizzero alla nostra difesa e all’economia globale del nostro gioco. Occorre supplire alla prolungata assenza del grande Alessandro Nesta la cui schiena, purtroppo, continua a fare le bizze. Se anche Senderos, come tutti auspichiamo, ingranerà beh, allora ci divertiremo per davvero. In attesa dell’addio di capitan Maldini e dell’arrivo, probabile, del romanista Mexes. Intanto vinciamo questo scudetto. Per tutto il resto ci sarà tempo. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 149 volte