"Yes we can" è la frase che Barack Obama ha ripetuto più volte in campagna elettorale per convincere il popolo americano che gli Stati Uniti sarebbero potuti risorgere da una situazione difficile. "Yes we can" lo deve aver detto anche Claudio Ranieri nello spogliatoio ai suoi giocatori, in riferimento alla possibilità di vincere a Madrid, quarantasei anni dopo l'ultimo successo in uno templi del calcio europeo, il Santiago Bernabeu. E la Juventus ci è riuscita, ha compiuto l'impresa, non ha semplicemente vinto. La prima vera grande trasferta europea, senza nulla togliere a quella di Minsk di fine settembre con il Bate Borisov, ma Madrid è un'altra cosa, il Real è un'altra squadra. Due gol, due firme, un solo protagonista: Alessandro Del Piero. Banale quasi ripeterlo, è sempre lui. 17' del primo tempo, Marchionni recupera un pallone importante sulla destra e lo cede al capitano, che parte, parte palla al piede e con un sinistro a mezzo giro trafigge Casillas e mette in scacco le merengues. I tifosi si stropicciano, quasi non ci credono, ma è tutto vero, tutto incredibilmente reale. Eppure non si immaginerebbero che nella seconda metà della ripresa, proprio quel giocatore, Alessandro Del Piero, realizza un'altra punizione, l'ennesima. Ormai non si contano più, tante, tutte belle. Ma questa è importante più di altre, è speciale, è realizzata nel tempio del calcio. E Del Piero ride, se la ride con tutta la Juve, che se due anni fa giocava a Rimini e Crotone ora fa sua Madrid. |di Nolhouse| - articolo letto 148 volte