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2008-11-06

Lombardo : "Questo Napoli non ha limiti, se trattiene i suoi campioni potrà vincere lo scudetto..."


Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli.net all'ex pluricampione d'Italia, Attilio Lombardo, punto cardine della corazzata di Vujadin Boskov e idolo della tifoseria sampdoriana.
In carriera ha vinto 3 scudetti indossando le maglie di Sampdoria, Juventus, Lazio, una coppa delle coppe con la Samp, ed una Champions League con la Juve contro l'Ajax nella finale disputata all'Olimpico di Roma.
Ha vestito anche per 18 volte l'azzurro della nazionale e militato in Premier League con il Crystal Palace, attualmente è l'allenatore del Legnano Calcio in prima divisione.

Mister lei che ha vissuto l'epoca d'oro blucerchiata vincendo uno storico scudetto nel periodo in cui nel nostro paese primeggiavano le grandi società del Nord, crede che esista un "Palazzo" che incida sull'esito delle partite?

"Non credo che esista il cosiddetto "Palazzo", altrimenti sarebbe anche inopportuno credere alla lealtà sportiva e questo calcio non avrebbe più senso, credo invece che esistano gli episodi che possano favorire o meno una squadra durante l'arco di una stagione, ma a prescindere da questo aspetto credo che contino realmente gli investimenti, le diverse potenzialità economiche che possono godere e mettere in atto le società, sono queste che incidono sulla classifica finale di un campionato. Le società che hanno delle basi solide e seguono un certo tipo di programmazione a medio lungo termine investendo sui giovani affiancandoli con grandi talenti e con una dirigenza seria e preparata finiscono per dissolvere tutti i dubbi e i sospetti che ruotano intorno a questo sport, i risultati rispecchiano il vero potenziale di una squadra".

Sul piano tecnico la squadra azzurra in questo campionato dove può arrivare?

"Il Napoli in questo momento è una formazione che non ha limiti, è formata da giocatori molto dotati sotto il profilo tecnico, guidati da un tecnico molto esperto e capace, ma vola soprattutto sulle ali dell'entusiasmo del tifo azzurro, sfruttando anche la crisi delle altre formazioni può sicuramente rientrare in un discorso Champions League".

Mettendo a confronto la Samp vincente degli anni ottanta e il Napoli plasmato da Pierpaolo Marino dei giorni nostri, trova qualche analogia nella programmazione?

"L'obiettivo è lo stesso, vincere e crescere nel tempo. La Sampdoria dell'era Mantovani iniziò a porre le prime basi di una corazzata vincente puntando su giovani come Salsano, Pellegrini e Vierchowod, col passare degli anni la rosa fu impreziosita da altri tantissimi campioni come Vialli, Mancini, Cerezo, Pagliuca, la forza del presidente Mantovani fu quella di non cedere i pezzi pregiati della squadra ma di arricchirla anno per anno con altri grandi campioni, i risultati gli hanno dato sicuramente ragione vincere coppe a raffica e uno scudetto a Genova credo sia un'impresa storica. La dirigenza partenopea in un certo senso sta adottando quasi la stessa linea di programmazione, ormai da anni il Napoli ha una pianta stabile, un gruppo di giocatori che gioca insieme dalla serie C che poi viene rinforzato con giocatori sempre più forti senza però intaccare gli equilibri societari e di spogliatoio, se De Laurentiis proseguirà la sua gestione senza privarsi di giocatore come Hamsik, Lavezzi, Gargano nei prossimi anni questo Napoli punterà sicuramente allo scudetto".

Domenica ci sarà un grande assente nella sfida tra Napoli - Sampdoria, cioè l'ex Christian Maggio, quanto le somiglia questo giocatore?

"Maggio da due stagioni si sta esprimendo su livelli incredibili, è un fluidificante completo che si sta confermando alla grande in una piazza molto difficile come quella napoletana. Nel suo modo di giocare mi somiglia nel tempismo, dove è sempre presente nelle azioni offensive e nel ricoprire bene l'intera fascia interpretando in un modo straordinario un ruolo molto difficile. Credo che siamo diversi per fisicità molto più potente lui, per tecnica credo meglio io e per carattere".

Lavezzi-Cassano due geni del calcio a confronto, chi vincerà questa sfida?

"Al campo l'ardua sentenza, vincerà lo spettacolo perché sono due grandissimi giocatori”.

C'è una sfida con gli azzurri che l'ha entusiasmata maggiormente?

"Avendo giocato nell'epoca di Maradona credo che le sfide di quegli anni siano indimenticabili, forse come risultato l’1-4 riscosso al San Paolo è stato quello più soddisfacente, disputai una grandissima partita servendo su un piatto d'argento l'assist a Mancini per il quarto gol".

Oltre all'esterno azzurro c'è un giocatore nel panorama italiano che ricorda il suo modo di giocare?

"Pepe dell'Udinese mi piace molto, dopo Camoranesi la scuola italiana degli esterni pareva essere in crisi ma credo che sia con Maggio che con l'ala friulana il CT Lippi abbia trovato delle valide alternative al giocatore juventino".

Dopo un inizio da brividi la Sampdoria sta cercando di rimettersi in carreggiata per la rincorsa all'Europa, secondo lei può tornare ai livelli della passata stagione?

"E' sempre difficile ripetere un grande campionato, quest'anno la Samp ha dovuto fare i conti con l'infermeria sempre piena, dovendo scendere in campo senza giocatori fondamentali nello scacchiere tattico di Mazzarri. Tra le tante assenze credo che abbia inciso di più certamente quella di Bellucci, che penso sia una delle pedine insieme a Cassano che la Samp non possa fare a meno, anche le assenze di Campagnaro e Palombo hanno pesato sul rendimento generale della squadra, ma ritengo che se dovesse ritrovare un certo equilibrio e ritrovare una certa continuità di gioco la Sampdoria abbia il tempo e i mezzi per rimettersi in carreggiata per il treno Europa".

Sul piano degli acquisti non crede che la campagna di rafforzamento della Sampdoria sia stato alquanto deficitaria?

"Non credo affatto, sono arrivati giocatori come Dessena, Fornaroli, Padalino e Stankevicius che in prospettiva possono fare grandi cose. Sostituire Maggio in questa squadra non è stato semplice ma le ultime prestazioni di Padalino mi fanno ben pensare, cresce di volta in volta, per quanto riguarda Fornaroli lo abbiamo visto all'opera soltanto in Europa ed ha fatto bene, non appena si sarà ambientato anche al nostro calcio sicuramente farà grandi cose".

In che modo la Samp dei miracoli riuscì a vincere lo scudetto?

"Aldilà delle qualità tecniche credo che a Genova si formò un unico corpo che fu l'insieme di squadra, società, tifosi, c'era un entusiasmo contagioso intorno al gruppo che era qualcosa di eccezionale, l'unità di intenti e il voler raggiungere tutti lo stesso obiettivo alla fine ha fatto la felicità di un'intera città".

Avendo vinto lo scudetto in tre realtà diverse ma molto passionali, qual'è il tricolore che ricorda con maggiore affetto?

"Gli scudetti valgono tutti allo stesso modo, certamente vincere lo scudetto con Lazio e Samp non è una cosa che avviene spesso, anzi lo scudetto vinto a Genova è storico poiché è l'unico vinto nella bacheca blucerchiata".

Esiste qualche rammarico nella sua gloriosa carriera?

"La finale di Coppa Campioni persa nei supplementari contro il Barcellona, autentica bestia nera della Samp visto che avevamo perso con i blaugrana anche una coppa delle coppe. Durante la partita avevamo dimostrato di essere superiori al Barcellona, andammo ai supplementari cercando di mantenere il pareggio perché eravamo convinti che Pagliuca ai rigori ci avrebbe regalato la vittoria, ma una punizione discutibile realizzata da Koeman spezzò il nostro sogno di gloria".

Lei è stato allenato da un guru del calcio cioè Vujadin Boskov, che personalità aveva il tecnico serbo?

"Era un personaggio molto carismatico, era un grande motivatore molto attento alla tattica e al rispetto dei ruoli, prima di allenare la Samp si era confrontato già con piazze molto più prestigiose di quella blucerchiata ma nonostante ciò dovette rispondere con i risultati alle richieste esigenti della proprietà Mantovani. Con il gruppo era allo stesso tempo divertente con le sue battute storiche ma anche molto rigido, ricordo che contava con i passi le ripetute che facevamo sulla serie di allunghi, non lo fregavi in nessun modo, è stato un grande condottiero".

Come giudica la decisione dell'Osservatorio di vietare ai tifosi della Samp di assistere alla sfida contro gli azzurri di Reja?

"Una partita senza l'apporto dei propri tifosi in un certo senso è falsata, il calcio è fatto di motivazioni, i giocatori sicuramente ne risentono nel corso della partita, giocare in uno stadio pieno ti trasmette una carica adrenalinica incredibile soprattutto nelle partite più sentite, servirebbe una pausa di riflessione in questo senso per cercare soluzioni che non penalizzino i tifosi passionali e non violenti".

Qual'è il presente e futuro prossimo di Attilio Lombardo?

"Il mio presente è il Legnano, società che ha riposto molto fiducia nella mia persona e alla quale spero di poter ricambiare questo affetto conseguendo sul campo una salvezza tranquilla, il futuro è ricco di sorprese spero di allenare un giorno un grande club”.
|di Salvio Passante - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 181 volte


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