Due stagioni nella Fiorentina, tre nell’Atalanta: Andrea Ivan, portiere titolare dei viola nell’anno della C2, è un doppio ex della sfida di domani dell’Artemio Franchi. Lo abbiamo contattato per parlare della partita e del suo passato tra Firenze e Bergamo.
Che ricordi ti suscitano la maglia viola e quella nerazzurra?
Per me partecipare alla rinascita della Fiorentina è stata un’emozione grandissima. Essendo fiorentino e tifoso viola fin da piccolo, ogni volta che sono sceso in campo ho provato sensazioni incredibili. La stagione in C2, nonostante tutto, fu speciale: credo che anche i sostenitori gigliati non la dimenticheranno presto. In nerazzurro, invece, ho vissuto una parentesi della mia carriera. Volevo provare a me stesso di poter giocare ancora in serie A, e per questo ho accettato di fare il secondo portiere. Adesso però sono svincolato, e mi piacerebbe tornare a fare il titolare.
L’anno scorso sei stato allenato da Del Neri: qual è il suo modo di preparare le partite?
Per lui affrontare la Juve o la Reggina non fa differenza, la squadra dev’essere sempre pronta allo stesso modo. Solo la rifinitura del sabato è dedicata all’analisi degli avversari. Non è un caso se una provinciale come l’Atalanta, nelle ultime stagioni, ha sempre messo in difficoltà non solo i viola, ma anche il Milan, la Juve, l’Inter. I nerazzurri, in particolare, sono bravissimi a fare il fuorigioco, ed ho visto che quest’anno sono migliorati ancora sotto questo aspetto.
Che effetto ti ha fatto giocare da fiorentino a Firenze?
Se ti abbatti alle prime difficoltà, giocare nella tua città può essere un problema. Firenze è una piazza difficile, in cui i mugugni sono sempre dietro l’angolo, e devi essere bravo a sopportare le critiche. In C2 sia io che tutta la squadra cominciammo piuttosto male, poi riuscimmo a rialzarci proprio grazie al carattere. Ad ogni modo in viola sono stato bene: fosse stato per me, sarei rimasto volentieri per molti altri anni.
Come si interruppe la tua avventura gigliata?
Ci vorrebbe un’ora per spiegarlo! Diciamo che da entrambe le parti erano state fatte delle promesse, che poi non sono state mantenute. Io mi prendo il 30% di responsabilità, ma dalla società mi aspettavo un po’ più di umanità e di chiarezza. A metà del campionato di C2 sembrava che dovessi finire la carriera a Firenze, poi invece all’improvviso arrivò Cejas… Forse sarei rimasto se avessi parlato con Diego Della Valle, ma non sono mai riuscito ad incontrarlo. Per vestire la maglia viola ero sceso dalla B, che avevo vinto col Livorno, alla C2: credo che avrei meritato qualcosa di più.
Che partita ti aspetti tra Fiorentina e Atalanta?
I gigliati sono favoriti, anche perché saranno arrabbiati dopo il pari con il Bayern. Certo l’Atalanta è una squadra molto quadrata, ma un match così si può risolvere anche al 90’. La Fiorentina ha iniziato questa stagione piuttosto bene: l’importante è continuare a seguire Prandelli, che è l’allenatore più bravo d’Italia. A me pare che i viola, quando vanno in campo, diano sempre l’anima, e questa è la cosa fondamentale. |di Andrea Monti - Fonte: www.violanews.com| - articolo letto 166 volte