Finalmente domenica! La settimana da primi della classe è stata scandita dal giovedì insipido col Braga, indigesto sino al ’93 e poi risolto dallo strepitoso gollasso di Ronaldinho. Il brasiliano con quel missile terra aria sembrava volesse abbattere la porta avversaria sulla testa dei suoi denigratori. In confidenza: al momento di quella potente esplosione qualcuno dice di averli addirittura visti con le brache calate e con qualche scheggia infilzata nel posteriore. Così dopo l’atomica del gaucho, la corazzata rossonera sbarca a Lecce per dare continuità e forza al vento di poppa che l’ha spinta in testa alla regata. Considerando che negli altri equipaggi qualcuno comincia a soffrire di mal di mare, chissà che questa non possa essere l’occasione buona per procedere con una andatura ancora più spedita e solitaria. Vincere intanto sarà più importante che convincere, lo dico a malincuore perché mi piacerebbe vedere sempre un Milan diverso da quello visto giovedì, capace di trovare finalmente oltre che la continuità dei risultati un gioco convincente e avvincente, soprattutto negli ultimi 30 metri, ma per questo credo ci toccherà pazientare ancora. Giocare il posticipo poi ci obbligherà forse a rincorrere; con i risultati finali archiviati delle dirette inseguitrici, la classifica assumerà un nuovo profilo. Dovesse confermare quanto visto a San Siro la scorsa domenica, il Napoli in casa con la Sampdoria non dovrebbe avere grossi problemi ad aggiudicarsi i tre punti, attenti però ai blucerchiati affamati di vittorie.
Sullo scontro fra Inter e Udinese chiedo mi venga riconosciuta la facoltà di non rispondere, sui nerazzurri ho una mia teoria che magari vi racconterò al momento opportuno. E poi ritengo giusto seguire alla lettera i consigli della settimana di mister Ancelotti: guardare avanti e soprattutto a noi stessi. Proprio alla vigilia Carletto ha anche ammesso che la squadra in qualche frangente è stata sospinta dalla fortuna, dispensando come sempre elogi e meriti per tutti i suoi uomini e manifestando assoluto rispetto per il Lecce: sarà una gara difficile. La biglietteria già segna il tutto esaurito a significare che il pubblico sarà il dodicesimo uomo sul quale Beretta potrà contare domenica sera. Il tecnico, gran tifoso milanista, in settimana aveva dichiarato scherzosamente che l’ideale sarebbe poter scendere in campo in mille, non accontentandosi come detto degli undici+uno, quasi una rimembranza storica di garibaldina memoria per sperare in un risultato positivo. Scherzi a parte, Beretta potrà schierare la migliore formazione possibile e certamente tenterà di vincere la partita. Zanchetta e compagni nel corso di questo campionato hanno già dimostrato di potersela giocare con chiunque, soprattutto con le squadre sulla carta più forti, impresa non da poco per una neopromossa che può già contare con 11 punti in saccoccia che la tengono lontana dalla zona pericolo.
Allo stadio Via del Mare i rossoneri in campionato hanno già vinto 6 volte, pareggiato 7 e subito una sola sconfitta, messo a segno 22 reti subendone 14. Le due squadre si ritroveranno in campo dopo due anni e mezzo da quel sabato 1 aprile 2006 quando il Milan, reduce dal pareggio a reti inviolate del mercoledì in Champions in casa del Lione, si presentò in Salento con la novità Marcio Amoroso, al suo esordio in campionato. La gara fu decisa da un veloce contropiede Vucinic-Konan finalizzato in rete dall'attaccante ivoriano, sigillando così l’unica sconfitta dei rossoneri nello stadio leccese. Ora abbiamo l’obbligo di scrivere una pagina diversa, ce lo chiede la classifica, il blasone ma soprattutto le molecole rosse e nere del nostro DNA, per questo motivo più che un approfondimento tattico preferirei tracciare una rampa di lancio che possa aiutarci a prendere il largo. Più che schieramenti e strategie vorrei puntare l’indice sui nostri campioni per chiedergli la vittoria così da affrontare le prossime quattro gare, Chievo e Catania in casa, Torino e Palermo fuori, con ancora più fiducia e tranquillità, e presentarci fra un mese a Torino con la Juve con una squadra più ruotata e capace di sfruttare al massimo le potenzialità di ogni suo singolo giocatore. In 90 appassionati minuti si possono scrivere e raccontare, più con il cuore che con la penna, una moltitudine di emozioni riflesse, mi auguro ed auguro a tutti i tifosi di poter assistere domenica sera a 90 minuti giocati con il cuore, con intensità e sacrificio nel nome e per conto di chi questa maglia la ama come la sua pelle, questa invocazione rivolgo agli undici prescelti che scenderanno in campo, chiunque essi siano, affinché possa essere la via del mare la rotta per la fuga verso il 18° tricolore.
Approfitto infine di questo spazio per rivolgere un saluto ad Alessandro Nesta. Il giocatore, come confermato in conferenza stampa dallo stesso Ancelotti, è volato a Miami per tentare di risolvere definitivamente i suoi problemi con la colonna vertebrale. Sandro non è nato a Milano, non è cresciuto calcisticamente nel Milan, è romano di Roma, laziale per volere del padre. Ma da quando nell’estate 2002 il nostro presidente, per suo legittimo desiderio, riuscì a portarlo al Milan, è come se questo grande campione fosse stato da sempre uno di noi. Se ricordassi ad esempio agli interisti i trofei internazionali che il nostro numero tredici ha vinto in appena sei anni con la nostra maglia non basterebbe ad eguagliarli quasi l’intera bacheca delle coppe conquistate in cento e passa anni dal club di via Durini. Scusatemi per essermi servito di codesta unità di misura, ma l’avevo sullo stomaco da molto tempo, soprattutto dopo aver letto e ascoltato una miriade di idiozie. Concludo invitando i suoi compagni, la società e tutti noi a dedicare a Sandro l’eventuale vittoria a Lecce, augurandogli di ritornare presto e di poter almeno raddoppiare, negli anni a venire, i tanti successi che con la sua classe ha già conquistato nella sua esaltante carriera indossando la nostra gloriosa maglia. |di Giacomo Chillè - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 161 volte