Esposito risponde a Ronaldinho. Il Milan "perde la testa" a Lecce!
E’durata una sola giornata la fuga del Milan. I rossoneri vengono fermati sull’1-1 dal Lecce nel posticipo dell’11° giornata di serie A perdendo così la testa della classifica. Un Lecce concentrato e deciso non sfigura contro il pluridecorato Milan e riesce nell’impresa di imbrigliare bene il gioco dei rossoneri e conquistare un punto prezioso grazie ad un’ottima azione di contenimento degli avversari ed un vivace gioco di rimessa.
Primo tempo vivace con gara combattuta e caratterizzata da un’aspra lotta a centrocampo con i Salentini che faticano a contrastare la manovra dei rossoneri ma che sono abili a ripartire in contropiede. Cacia ha una buona occasione, ma il suo destro al 17° termina a lato. Al 35° Borriello ha una buona occasione ma da pochi passi spedisce alto. Nella ripresa i padroni di casa rimangono sulla difensiva lasciando giocare i rossoneri che si rovesciano in attacco e cingono nel loro assedio il Lecce che con cuore, voglia e determinazione resiste a tutti gli assalti. Solo dopo l’ingresso di Pato il Milan passa: cross del brasiliano all’80° per l’accorrente Ronaldinho che sigla il vantaggio.
Ma la squadra di mister Beretta è composta da un organico combattivo, coeso, determinato e desideroso di portar a casa un risultato positivo. Ed i veri tifosi Leccesi, storicamente nati,allevati e cresciuti con l’incerto come vicino di casa, domenica sera hanno avuto la loro risposta al 93° grazie ad un ragazzo della propria terra: Andrea Esposito. Infatti, al 93°, quando ormai sembrava tutto deciso, su una punizione calciata da Zanchetta sbucava Esposito che sfuggiva a Inzaghi e di testa superava Abbiati.
Il pareggio accontenta tutti gli sportivi salentini, perché un punto in questo tipo di partite rimane un risultato apprezzabilissimo visto l’andamento complessivo della partita e il blasone dell’avversario che si aveva di fronte. Dietro una prestazione importante c’è poi sempre un po’ di tutto. Il carattere, la grinta, l’organizzazione, a tratti anche il gioco, e soprattutto il peso degli episodi, che a volte mortificano e altre premiano. Senza voler scomodare,la fortuna. gli attimi fuggenti vanno cercati, inseguiti, rapiti. Il Lecce l’ha fatto, tornando ad essere quella squadra capace di riaccendere la fiammella del tifo.
Chiamatelo come volete. Lecce da corsa o da combattimento, o semplicemente il Lecce di Beretta che è sempre più motivatore, ispiratore di un gruppo capace di giocare con intelligenza tattica e foga agonistica, spingendo fino alla fine e tentando il colpo decisivo. |di Fabio Bislenghi - Fonte: www.leccegiallorossa.net| - articolo letto 132 volte