Il punto sul campionato con l'indimenticato Maraschi
La Fiorentina con una prova convincente supera l’Atalanta. Importante che in rete, oltre al solito Gilardino, sia andato un centrocampista, Felipe Melo. Il campionato dopo undici gare offre ancora un equilibrio affascinante: in testa ben otto squadre sono divise solo da quattro punti.
L’Inter torna in vetta alla classifica battendo l’Udinese, di nuovo nell'ultima azione del match. Il Milan invece all’ultimo si fa rimontare dal Lecce. La Juventus grazie soprattutto ad una magia di Del Piero su punizione passa a Verona contro il Chievo. Il Napoli al San Paolo è incontenibile e liquida anche la Sampdoria. Vittorie larghe per Genoa e Lazio. In coda sempre più pesanti le situazioni della Reggina e del Chievo.
Per un punto sul campionato abbiamo intervistato Mario Maraschi, attaccante viola del secondo scudetto nel ‘69. In maglia gigliata Maraschi ha collezionato, tra il 1967 ed il 1970, 116 presenze e 49 reti (di cui 31 in Serie A e 2 in Coppa Campioni), ha seganto come Toni e Viani ed è al 14° posto assoluto nella graduatoria dei marcatori di tutti i tempi della Fiorentina.
Ieri che tipo di partita ha disputato la Fiorentina contro l’Atalanta?
La Fiorentina ha disputato una buona partita. Non era facile per la squadra viola reagire immediatamente dopo la delusione in Champions contro il Bayern Monaco, dove gli uomini di Prandelli meritavano la vittoria. Ora speriamo che la squadra gigliata vinca le due partite in Champions e possa passare il turno.
In vetta ben otto squadre sono racchiuse in quattro punti, questo equilibrio potrebbe restare per molte giornate?
Sicuramente. Ci sono molte squadre che all’inizio non rientravano nel novero delle favorite, come il Napoli, la Lazio, l’Udinese e il Genoa. Queste squadre non vinceranno ma daranno filo da torcere a chiunque.
L’Inter è tornata in testa, resta la favorita numero uno per lo Scudetto?
Come rosa sicuramente, ma Mourinho deve ancora quadrare il cerchio. Il Milan anche potrà competere fino alla fine ma lascia dei dubbi in difesa, dove Nesta è assente da molto tempo. La Juventus sta tornando prepotentemente, però bisognerà vedere se riuscirà a reggere il doppio impegno. Io penso che anche “noi” della Fiorentina se ci si crede veramente possiamo lottare per il titolo. La squadra gigliata in attacco ha una coppia formata da Gilardino e Mutu che è straordinaria. Oltretutto sono convinto, che se servirà, i Della Valle sono pronti ad investire nel mercato di gennaio.
Secondo lei, che è stato tra i protagonisti dell’ultimo scudetto viola del ‘69, cosa manca a questa Fiorentina per vincere il titolo?
La squadra gigliata è forte ma deve essere ancora più consapevole del proprio valore.
I giocatori devono seguire la mentalità del mio amico Cesare Prandelli, devono avere grinta, carattere e determinazione. Noi viola dello scudetto del ‘69 non partivamo come favoriti, ma eravamo convinti di non essere secondi a nessuno, avevamo la rabbia giusta.
Una curiosità, perché Chiarugi inspiegabilmente non aveva disputato l’andata dei quarti di Coppa Campioni contro il Celtic persa poi per 3-0, mentre nel ritorno lo stesso Chiarugi aveva giocato e segnato l’1-0 finale?
L’allenatore Pesaola era andato in Scozia ad assistere al derby Celtic-Glasgow e in quella occasione aveva deciso di affrontare il Celtic più coperti inserendo Carpenetti al posto di Chiarugi. In attacco ero rimasto isolato, non eravamo abituati a giocare in quella maniera. Nel ritorno avevo un dolore fortissimo al ginocchio mentre giocavo altrimenti avrei segnato. Io avevo molto fiducia in Chiarugi, tanto che in una partita di campionato avevo chiesto al mister, il quale non voleva far giocare Chiarugi, di schierarlo al posto mio, ma non ero riuscito a convincre Pesaola. Dopo l’eliminazione in Coppa Campioni ho avuto una forte discussione con mister Pesaola. L’anno successivo ero stato costretto a lasciare i viola ma a Pesaola avevo preannunciato che non sarebbe durato a lungo sulla panchina gigliata: dopo soli due mesi la società viola lo esonerava. Ho ancora oggi un gran rammarico per quella Coppa dei Campioni persa. La finale si era giocata a Milano e noi viola eravamo più forti sia del Feyenoord vincitore che del Celtic finalista.
Il suo ricordo più bello nella Fiorentina?
Tutto, dal primo all’ultimo minuto. Il merito del secondo scudetto è in gran parte dei tifosi, i quali ci hanno trascinato in una maniera incredibile. Lo scrittore Franco Zeffirelli ci spronava di continuo, era diventato determinante.
Amo questa maglia in maniera viscerale. Voglio fare un appello a tutto lo staff viola: credeteci, credeteci,credeteci!
Il popolo viola è sparso in tutta Italia, qui dove vivo a Lodi, c’è un fan club di gente nata e vissuta a Lodi ma tifosa viola che mi ha anche premiato. Nella mia carriera ho giocato anche in stadi con oltre 80.000 spettatori, ma nessuno ti dà la carica come il pubblico gigliato, è unico! Ecco perché la squadra gigliata non deve deludere i propri tifosi e deve cercare quanto prima di regalare il terzo scudetto al popolo viola, il quale meriterebbe questo ed altro ancora… |di Stefano Rizzo - Fonte: www.violanews.com| - articolo letto 127 volte