Vittoria con rimonta su una diretta rivale, quinta vittoria interna su sei gare, enorme vantaggio sul terzultimo posto e fu polemica. La chiamarono sindrome d'alta quota.
Com'è possibile che quando ci si trova in posizioni di prestigio deve scatenarsi l'inferno per Catania? Quell'incantesimo d'alta quota rotto, con atteggiamenti e risvolti totalmente diversi, quando tre anni fa ci trovavamo quarti in classifica.
Questo incantesimo che ci vede lontani dal terzultimo posto a meno ventidue dalla zona salvezza dopo undici giornate, no! non vogliamo che si rompa.
CHI STA CON ZENGA - Lunedì di preoccupazione dovuta a cosa possa accadere all'indomani della furiosa reazione di mister Zenga. Gesti d'amore di chi non vuole assolutamente rovinare questo bel giocattolo che finora ha collezionato più di quanto ci si aspettasse. Se giochi bene, vedi contro l'Udinese, e perdi, il risultato passa in secondo piano, se giochi non alla grande e vinci, passa in secondo piano lo stesso. Qualcosa non quadra, è coi punti che ci si salva, non col bel gioco, come da detto:“ i maccarruni allinchianu a panza”.
In serie A per salvarsi bisogna soffrire… e se soffri e poi vinci di che ti lamenti?
PUO' ANDARE SEMPRE DRITTA? - C'è quella corrente che vuole sottolineare ancora una volta una mancanza di un preciso gioco, che va comunque fiera del risultato ottenuto e dell'ottima classifica. Ma evidenziano come un errore del portiere dell'Atalanta, una punizione dal limite nel finale contro il Cagliari abbiano risolto delle gare che altrimenti sarebbero finite diversamente. E' più che altro una preoccupazione verso il futuro, quando magari la fortuna gira le spalle. La critica fa parte del gioco, questione di abitudine, la reazione non è stata delle migliori però.
IL PROTAGONISTA - Simpatico il siparietto fra il presidente Pulvirenti e Cossu. Quando all'ottantatreesimo il trequartista rossoblu finito a terra, più per crampi che per un contrasto, una volta soccorso a bordocampo è stato vittima dei “gavettoni” del presidente rossazzurro che gli ha tirato addosso un po' d'acqua. Una risata e una calorosa stretta di mano fra i due.
IL PROMOSSO - Giuseppe Mascara gol e tanto sacrificio soprattutto nei ripiegamenti. Esce quasi sfinito dopo una partita giocata ad alto ritmo, grande tributo dagli spalti. Bravo Peppe.
IL BOCCIATO - Per i più è Walter Zenga, e non per questioni di gioco più o meno spettacolare quanto più per una reazione ad alcune osservazioni, sbagliate o meno che siano, troppo irruenta e mediatica. I panni sporchi si lavano in famiglia . Non servono le telecamere di Sky.
Catania spera che questo bel giocattolo non possa essere smontato né da qualche fischio né da una “reazione a caldo”. Settimana troppo importante per farsi distrarre da futili polemiche, fondamentale è la preparazione al prossimo impegno, secondo casalingo consecutivo, che vedrà un'altra battaglia in chiave salvezza.
Ospite di turno sarà il Torino di De Biasi lontano dalle aspettative di inizio stagione che ha ridimensionato gli obiettivi, si parte dalla salvezza. Obiettivo in comune con la squadra di Zenga che avrà il compito di sfruttare al massimo la spinta del Massimino che, al di là di qualche sporadico mugugno, è sempre stato e sempre sarà il dodicesimo uomo in campo. |di Seby Maina - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 174 volte