Il Milan arriva alla sfida col Chievo per riallacciare i fili di un discorso interrotto nell’extratime leccese, e lo farà ripartendo dal Ka-Pa-Ro: non ci sarà la torre Marco Borriello, che nell’allenamento di oggi è stato costretto a fermarsi per un forte dolore alla coscia destra. Dalle prime analisi si parla di stiramento. Molto probabilmente, dunque, Borriello non tornerà in campo prima del 2009. Al suo posto, contro il Chievo, Alexandre Pato affiancato da Kakà e Ronaldinho. Se l’ex fuoriclasse del Barcellona sta vivendo un ottimo momento fisico e psicologico, la stessa cosa non si può dire dei suoi compagni di reparto: Kakà, ad esempio, nelle ultime uscite è apparso poco brillante.
Troppe partite, o troppo poche per ritrovare la condizione: altra spiegazione non c’è. Kakà non sta certo vivendo la sua stagione migliore, e il motivo potrebbe essere imputabile all’elevato numero di gare al quale è sottoposto senza soluzione di continuità il numero ventidue rossonero. Carlo Ancelotti si ostina a farlo giocare praticamente sempre, se è vero come è vero che Ricky è sceso in campo diverse volte anche in Coppa Uefa. D’altra parte il brasiliano ha superato un infortunio che in estate aveva dato parecchi fastidi, e deve giocare molto per ritrovare il ritmo partita. Non è facile capire quale di queste due tesi sia più incisiva nel rendimento del campione di Brasilia: l’unica certezza è che il suo rendimento è fondamentale nelle sorti del Milan, lo è sempre stato: fin da quando, ragazzino, trascinò i rossoneri allo scudetto da assoluto protagonista; o sin da quando iniziò a scoprirsi bomber di classe oltre che assist man spaziale (2005/06: 19 gol), coronando la propria carriera con una stagione sontuosa nel 2006/07: Champions League, Mondiale per club, altri 18 gol e il pallone d’oro, con una carrettata di imprese, assist e gol copiosa come poche: dal Manchester al Boca Juniors, tutti si sono inchinati al genio concreto del brasiliano più europeo del pianeta. Adesso che è a mezzo servizio il Milan può e deve permettersi di aspettarlo, dato che anche così Riccardino sa essere decisivo: si pensi non solo a qualche importante rigore calciato in rete, ma anche a prodezze estemporanee come a Bergamo. Mancheranno le galoppate devastanti o le intuizioni geniali, per adesso, ma la sua presenza in zona offensiva è sempre letale. Quando darà al top saranno di nuovo dolori per chiunque: ci auguriamo e gli auguriamo che la condizione massima ritorni quanto prima, magari già contro il Chievo. |di Rino Gissi - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 168 volte