APPIANO GENTILE - Domani è il giorno di Inter-Juventus, gara valida per l'anticipo della 13^ giornata della Serie A Tim 2008-2009, in programma sabato 22 novembre (ore 20.30) allo stadio 'Giuseppe Meazza' in San Siro a Milano.
José Mourinho ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa al centro sportivo "Angelo Moratti" prima della seduta di rifinitura dei nerazzurri.
Inter.it vi offre la versione integrale di quanto dichiarato dal tecnico portoghese.
Mourinho: prima del derby disse che Milan-inter per lei sarebbe stata una gara normale, la pensa allo stesso modo anche in vista di Inter-Juventus? È sempre una partita normale?
"Sempre, vale tre punti".
I rapporti tra lei e il tecnico della Juventus Claudio Ranieri si sono un po' ammorbiditi?
"I rapporti tra me e Ranieri sono un problema nostro, non vostro. Non mi piace la pubblicità nelle cose personali, abbiamo parlato a Coverciano lunedì senza stampa e senza spettacolo come due colleghi che fanno il proprio lavoro. Questo per me è sufficiente. Al Meazza domani sera aspetterò Ranieri nel tunnel così come faccio con tutti gli altri allenatori: sono io che gioco in casa e devo essere educato con i miei colleghi avversari. Come sempre, mi comporterò con lui come faccio con tutti gli altri".
Ha intenzione di convocare Adriano in vista della gara di domani? Che opinione si è fatto di quello che ieri ha dichiarato il brasiliano?
"Saranno tutti convocati, tutti i disponibili. Sono assolutamente d'accordo con quello che lui ha dichiarato: qualsiasi giocatore vuole sempre giocare ed è fatto per giocare, se non gioca deve pensare di cambiare e con questo siamo d'accordo".
Da parte sua c'è la disponibilità di mettere Adriano sullo stesso piano degli altri?
"Lui si deve mettere a livello degli altri, per me sono tutti allo stesso livello. Come l'ho ritrovato ieri? Julio Cesar e Maicon hanno famiglia e vivono a Milano, ho pensato che per loro fosse meglio andare a casa a riposare. Adriano vive a Como: per lui era più facile venire qua mezz'ora e lavorare con Rui Faria. Un allenamneto di recupero dopo un viaggio non facile, per aiutare il giocatore a ritrovare la migliore condizione dopo una gara internazionale e seguita da un viaggio".
Avrebbe preferito che Adriano rilasciasse certe dichiarazioni in un altro momento? Adriano ha sbagliato i tempi per le sue parole?
"No, no. Per me lui poteva dire questo oggi, ieri o anche domani. Per me ha detto una cosa assolutamente normale: in generale un giocatore di calcio che è in una squadra e non gioca, che cosa sta a fare in quel posto se non è un'opzione? La storia è diversa se gioca ed è un'opzione per il tecnico, ovviamente. Ma mi sembra normale quello che lui ha dichiarato, sono assolutamente d'accordo con lui. Se Adriano fa tutto quello che fanno i suoi compagni, è un giocatore come gli altri, perchè ha molta qualità e grandi possibilità per giocare con noi. Ma non c'è nulla di nuovo nel mio discorso o in quello che lui ha detto. Per me è tutto normale".
Dove si vince questa partita?
"In campo, si vince in campo. Non si vince con la stampa, non si vince parlando o provocando. Si vince in campo".
Questa settimana, a proposito di provocazioni, qualche tesserato della Juventus ha rilasciato qualche dichiarazione abbastanza forte... L'ottimismo juventino le fa un po' paura?
"No. Non conosco le persone, non ne conosco la mentalità. Non sono preoccupato di conoscerle. L'ultima volta che, nella mia carriera, un presidente ha dichiarato che avrebbe vinto contro la mia squadra è stato quando allenavo il Porto e affrontavamo il Benfica. Alla fine hanno perso... In ogni caso non conosco il presidente della Juventus e la sua personalità, non sono interessato a conoscerlo. Facciamo il nostro lavoro, tutta la settimana sono stato zitto. Ho parlato un minuto in un incontro dove pensavo di parlare solo con i colleghi, nella quale potevamo comunicare, discutere delle nostre cose e imparare l'uno dagli altri. Ma non era così, era una riunione tra allenatori e stampa. Non ho parlato della partita contro la Juventus, lo faccio per la prima volta oggi e parlo solo dell'Inter. Per fare un riassunto rapido della situazione dico che per me è una gara normale, ma non voglio parlare di quello che hanno detto presidente, tecnico e giocatori della Juventus. Dopodomani, poi, sarà domenica e sarà un altro giorno".
Anche domani, vista la squalifica di Ivan Cordoba, non potrà schierare la stessa squadra in campo, ha già le idee chiare su chi farà giocare al posto del colombiano?
"Si, ho già deciso. Se ve lo faccio sapere? No".
Sarà più una sfida Mourinho-Ranieri a livello tattico o Ibrahimovic-Del Piero sul campo?
"Nè una nè l'altra. Come sarà? Semplicemente Inter-Juventus, in assoluto".
Che tipo di gara si aspetta domani?
"Non lo so, veramente. L'unica cosa per me ovvia è come voglio che giochi la mia squadra e quali sono i giocatori che penso debbano iniziare la gara e quelli che pensano debbano essere in panchina come soluzioni per migliorare o aiutare la squadra in un momento particolare della partita. Ma non posso immaginare altro, tante volte un piccolo dettaglio fa diventare una partita completamente diversa".
C'è chi dice che, all'interno di uno scontro diretto, l'Inter sia ancora più forte della Juventus... Lo pensa anche lei?
"La mia squadra? È sempre la più forte. Allenavo il Leiria, in Portogallo, e giocavo contro Benfica e Porto e dicevo che la mia squadra era migliore. Immagina adesso che sono l' allenatore dell'Inter o gli anni scorsi che allenavo il Chelsea. Che cosa vuoi che ti dica? La mia squadra è sempre la migliore, i miei giocatori sono sempre i migliori. E alla domanda che fate sempre in relazione a quale giocatore della squadra avversaria mi piacerebbe avere nel mio gruppo, io rispondo nessuno". |Ufficio Stampa Sito Ufficiale Inter - Fonte: www.inter.it| - articolo letto 165 volte