| Calciomercato | Formazioni ufficiali  | PronosticiCuriosità e statisticheArea TecnicaStorie di CampioniVideo  |  Sport |
 
| Home | Serie A  | Partite di oggiDiretta delle partite | Risultati liveFantacalcio  |  Probabili formazioniCalcio in tvCalcio News |
2008-11-30

Mourinho: "Campionato sempre più difficile"


APPIANO GENTILE - Inter.it continua a proporti la versione integrale della conferenza stampa di Josè Mourinho alla vigilia di Inter-Napoli.

Mourinho: aveva detto che Zlatan Ibrahimovic non avrebbe giocato a Brema in Champions League se l'Inter fosse stata sicura del primo posto nel girone. Ora che siete qualificati per gli ottavi, ma dovete ancora giocarvi la prima posizione nella classifica nel gruppo, come si comporterà?

"In ogni caso continuo a pensare che non sarà una grande differenza arrivare primi o secondi nel girone. Finire secondi significherebbe poter affrontare, per esempio, Barcellona o Manchester United, finendo primi ti può capitare Real Madrid o Chelsea. Chi dice che una partita potrà essere più o meno facile dell'altra? Non lo so... Non so se sarà più o meno semplice giocare la prima gara in casa o in trasferta, ce lo potrà dire solo il sorteggio. Per questo dico che finire primi o secondi non mi sembra la questione principale. La vera questione, per me, è che non mi va di qualificarmi con otto punti, per la mia mentalità non va bene. Siamo qualificati e siamo tranquilli, okay, ma non piacerebbe uscire dalla gara contro il Werder ancora con otto punti, questa è la mentalità che io voglio per la mia squadra. L'esperienza dice a tutti che la vera Champions inizia a fine febbraio: tante volte una squadra finisce con dodici, quattordici-quindici punti, poi arriva all'ottavo o al quarto di finale con stanchezza mentale, stanca di giocare bene e vincere, e viene eliminata. Dobbiamo essere veramente forti quando la vera Champions inizia, ma - ripeto - non mi piace finire il girone con otto punti. Andremo a Brema per vincere la partita: non so se 'Ibra' giocherà o andrà in panchina, ma sicuramente non ci saranno più quei tre giorni di riposo che avevo preparato per lui".

Il tecnico bianconero, Claudio Ranieri, ha dichiarato che allo scudetto dovranno pensarci solo Inter e Milan e che la Juventus lotterà per il secondo posto. Che cosa ne pensa?

"È difficile dire qualcosa per me. Una dichiarazione così merita che la prossima settimana, quando Ranieri farà un'altra conferenza stampa, che voi cerchiate di capire se la pensa veramente così o qual è la sua intenzione. Io non posso parlare di questo, posso dire che guardo la Juventus e la vedo come una bella squadra con grande potenziale, una squadra che può vincere qualsiasi partita. E guardo la Juventus allo stesso modo del Milan, come candidati per vincere lo scudetto. Rispetto la Juventuis allo stesso modo. Se la Juve è allo stesso livello del Milan? Non parlo del livello della qualità, non voglio entrare in questo discorso che dipende tanto dall'opinione personale e da quello che pensa l'una o l'altra persona. Ma di queste due squadre io penso allo stesso modo. Il Milan gioca in Europa una competizione che non è allo stesso livello di esigenza della Champions League: per vincere il suo girone di Uefa Cup non ha avuto infatti bisogno di giocare al massimo delle proprie possibilità. Contro il Braga, ad esempio, ha giocato praticamente con la seconda squadra e ha messo Seedorf e Ronaldinho a 15 minuti dalla fine. Se avesse dovuto giocare in Champions League, dove si affrontano gare di altro livello, cosa che non è capitata fortunatamente a noi che abbiamo pescato al sorteggio squadre come Panathinaikos e Anorthosis, i rossoneri si sarebbero comportati diversamente. Il Milan ha questo vantaggio: giocare una competizione che non è la Champions League. Ma io rispetto Milan e Juventus allo stesso modo. La Roma ora è lontana in classifica, però è una grande squadra, l'anno scorso erano distanti dalla vetta e poi erano campioni a 45 minuti dalla fine della stagione. Inoltre, ci sono le squadre del cosiddetto 'secondo gruppo': sono veramente tutte belle squadre. Nella passata stagione, non avendo più squadra dal mese di ottobre, ho visto tantissime partite in televisione e tanto calcio europeo. Mi potrò sbagliare, ma questa Serie A attuale non è paragonabile a quella della passata stagione. Tutte le squadre sono migliori rispetto alla passata stagione e questo porta Napoli, Fiorentina, Genoa, Udinese, Lazio e altre squadre ad un livello di grandissima qualità che fa si che il nostro campionato sia davvero difficile da giocare e da vincere".

In settimana si è parlato molto di Didier Drogba che sembra stia cercando di andare via dal Chelsea...

"Per me parlare di Drogba da una parte è facile e dall'altra è difficile. È facile perchè è uno di quei giocatori che per me è quasi come un figlio. Non abbiamo la stessa età, ma per tutto quello che abbiamo fatto insieme è quasi come un figlio, ricordo ogni momento che ho passato insieme a lui: dal momento che gli ho detto che lo avrei voluto al Chelsea, a quando è arrivato a Londra, a quando abbiamo giocato e vinto la finale di Coppa d'Inghilterra a Wembley dove è venuto a cercarmi come un pazzo nello spogliatoio ancor prima di andare a festeggiare con la squadra. Ricordo ogni momento con lui, in questo per me è facile parlare di lui. Dall'altra parte, è difficile parlare di Drogba perché è un calciatore del Chelsea, ha un contratto e questo tipo di giocatori hanno tante squadre da scegliere se un giorno decidono di cambiare. Se devo dire la verità è da tanto tempo che non parlo con lui: l'ho chiamato per sapere come stava dopo l'infortunio che ha avuto in Champions a settembre, mi ero preoccupato, volevo sapere se doveva operarsi o meno. Poi c'è la terza situazione: all'Inter abbiamo Crespo, Cruz, Adriano, Ibra, Balotelli.... Capisco che, quando si parla di Drogba non felice al Chelsea, si pensa subito all'Inter per il mio rapporto nei suoi confronti, per il significato che io ho nella sua carriera e che lui ha nella mia. Didier è un giocatore davvero speciale per me e io penso di essere stato un tecnico importante per lui, potrei parlare così solo di sei-sette giocatori al massimo. Ripeto: capisco che si parli di noi se uno di lui dice di non essere felice, per essere contento si pensa subito che possa andare dove c'è un tecnico che per lui è come un papà. Ma non è in assoluto così, spero che ritrovi la sua felicità, la sua gioia e che torni a giocare al suo livello, livello che lo ha portato ad essere uno dei più grandi attaccanti in Europa".
|Ufficio Stampa Inter - Fonte: www.inter.it| - articolo letto 161 volte


Calciomagazine.net© - Edizione Sportiva del Periodico L'Opinionista
n. reg. Trib. Pescara n.08/08 dell'11/04/08. Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
tutti i diritti sono riservati - vietata ogni riproduzione anche se parziale