Crippa: "Il gioco del Napoli è costruito intorno ad Hamsik"
Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli all'ex mastino azzurro, Massimo Crippa. Il centrocampista lombardo è stato tra gli artefici dei successi partenopei più prestigiosi. Vanta anche 17 presenze con la nazionale maggiore. Nel suo palmares spiccano la conquista di uno scudetto, una Coppa Uefa e una Supercoppa italiana con il Napoli. Una coppa Uefa e una Supercoppa europea con il Parma.
La sconfitta subita per mano dell'Inter a San Siro era preventivabile, ma l'approccio alla gara degli azzurri è stato completamente sbagliato. Secondo lei è sintomo di immaturità?
"La partita di domenica scorsa è stato il dejavu della gara disputata contro il Milan. La squadra azzurra non riesce ad esprimersi a San Siro con la solità sfrontatezza e disinvoltura che in genere la contraddistingue soprattutto nelle gare interne. Ho visto un Napoli svogliato ed impaurito nei primi 30'. E' un limite sul quale si dovrà lavorare molto, ma c'è il tempo per rimediare. Questa è una squadra giovane, non bisogna pretendere tutto e subito".
La linea mediana del campo è stata per tanti anni di sua competenza. Parlando proprio di centrocampo come ha colto la scelta di Reja di relegare in panchina Blasi in una partita cosi' delicata?
"Queste sono scelte tecniche che spettano esclusivamente all'allenatore, che meglio di qualunque altra persona conosce lo status psico-fisico dei suoi calciatori potendoli valutare durante l'intera settimana. Personalmente non avrei mai rinunciato ad un calciatore come Blasi in una partita del genere. Il centrocampista azzurro ha disputato già tantissime partite ad altissimi livelli e poteva dare sicuramente un contributo prezioso alla causa partenopea, anche perchè in questo Napoli non vedo altri giocatori con le sue stesse caratteristiche. Lui è bravo a recuperare palloni e nella stessa maniera impostare con grande disinvoltura il gioco".
Nella ripresa gli azzurri, nel tentativo di riacciuffare il pareggio, non sono mai riusciti ad impensierire la porta di Julio Cesar. Merito della difesa interista o della scarsa incisività dell'attacco partenopeo?
"Il merito è dell'Inter. Mourinho ha dato a questa squadra una grande organizzazione difensiva. Finora quasi tutte le squadre di serie A hanno faticato ad oltrepassare la difesa nerazzurra. Ho visto il solo Lavezzi lottare contro un'intera difesa. Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più da Zalayeta, in fase di appoggio è stato utilissimo, ma in tutta la partita non ha mai tirato in porta".
La settimana prossima gli azzurri affronteranno una delle squadre più in forma del momento, il Siena di Giampaolo, ci pronostica un risultato?
"La partita contro i toscani è piena di insidie. Il Siena è reduce da due vittorie consecutive ed esprime anche un ottimo calcio. E' un incontro che non va preso sottogamba, ma giocare in casa questa sfida potrebbe essere un fattore decisivo. Pronostico una vittoria azzurra. Il calore del San Paolo risulterà decisivo".
Quanto incidono le prestazioni opache di Hamsik sul rendimento della squadra partenopea?
"Tantissimo. Hamsik è la bocca di fuoco del Napoli, è il vero terminale offensivo di questa squadra. Reja ha costruito questo gruppo intorno a lui, se il Napoli va in difficoltà, è soprattutto perchè Hamsik non riesce ad inserirsi come è solito fare. A togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato in alcune situazioni Lavezzi che insieme allo slovacco è tra gli uomini imprescindibili di questa squadra, ma non basta, bisogna trovare anche altre alternative. Denis che reputo un grande attaccante, sta faticando ad inserirsi in questo scacchiere tattico, a parte i cinque gol lo vedo poco attivo nel gioco che attua il Napoli, a dimostrazione che qualcosina dovrebbe essere rivista".
Lavezzi sta diventando sempre più importante per le sorti del club azzurro, proprio per questo motivo il dg azzurro, Pierpaolo Marino, intende blindare il gioiello argentino per i prossimi cinque anni, è indicativo questo rinnovo?
"Certo, è il segno tangibile che la politica societaria a Napoli è cambiata radicalmente in questi anni. La società costruisce e non distrugge. Intorno a Lavezzi il Napoli potrà tessere un'intelaiatura di grande livello, d'altronde il Pocho sta dimostrando a tutti le sue potenzialità. Rispetto alla passata stagione è cresciuto molto, con la sua fantasia questo Napoli sta ritornando ad essere grande".
Anche questa settimana i risultati delle altre partite sono stati benevoli nei confronti della squadra di Reja, che nonostante lo stop esterno si ritrova ancora al quarto posto. Per non perdere il treno europeo, il club di De Laurentiis dovrebbe intervenire nel mercato invernale?
"Qualche innesto andrebbe fatto, sempre seguendo la politica dei piccoli passi, magari prendendo qualche giovane che possa consentire all'intero gruppo di ridurre le distanze dalle grandi del Nord. Il classico giocatore per il salto di qualità".
Il calendario mette il Napoli nelle condizioni di riguadagnare terreno sulle prime della classe. Quanti punti potrebbe conquistare la squadra di Reja in questo trend di partite sulla carta più agevoli?
"Sulla carta sono facili ma in campo è tutt'altra storia. Queste squadre giocheranno contro il Napoli per fare punti, perchè devono fronteggiare una classifica fino a questo momento deficitaria. Temo il gioco del Siena, l'attacco del Lecce e la voglia di riscatto del Torino, ma sono del parere che il Napoli abbia i mezzi per conquistare tutte le poste in palio. Questa miniserie di gare sarà indicativa anche sul piano della programmazione, per capire a quali obiettivi potrà ambire realmente questa squadra".
Per caratteristiche tecniche c'è un giocatore in attività che più rispecchia il modo in cui affrontava Massimo Crippa gli avversari?
"E' sempre difficile trovare eredi ma Gargano mi piace tantissimo. Ha dinamismo, grinta e qualità giuste per imporsi anche a livello internazionale. In Italia purtroppo si punta pochissimo sui vivai, le grandi squadre non investono sui calciatori del nostro paese, ogni settore giovanile si è globalizzato. Sempre più stranieri e meno italiani".
Il ricordo più emozionante di Massimo Crippa durante la sua esperienza partenopea
"Sarebbe riduttivo citare un episodio piuttosto che un anno, per me sono stati anni indimenticabili vissuti in una città fantastica, ogni attimo rimarrà indelebile nella mia memoria. A Napoli ho vinto quasi tutto quello che si poteva vincere, Uefa, scudetto ed una supercoppa italiana. Ciò mi gratifica poichè sono consapevole di essere entrato nella storia del club azzurro".
La vittoria più bella conquistata in maglia azzurra?
"Il 5-1 in supercoppa italiana contro la Juve, umiliammo i bianconeri e siglai anche una rete".
L'aneddoto più simpatico...
"Quando penso a qualcosa di divertente penso a Carmando. Ne sapeva una più del diavolo Era uno spettacolo negli spogliatoi, ne combinava di tutti i colori".
In questi giorni si sta profilando l'ingresso nello staff dirigenziale azzurro di Bruscolotti. Ritiene che il mitico "Pal e fierr" possa essere l'uomo immagine di un Napoli vincente?
"Bruscolotti è uno delle bandiere storiche del club ed ha oltretutto rifiutato, durante la sua carriera, anche proposte importanti, pur di onorare la maglia azzurra. Questa investitura potrebbe essere, seppur in parte, un riconoscimento all'uomo Bruscolotti, che ha sempre lottato in campo per portare avanti l'onore della città di Napoli".
Nella sua carriera ha militato anche a Parma, raccogliendo anche in Emilia grandi successi. Negli anni scorsi la società gialloblu è stata investita dal crac finanziario della proprietà Tanzi, proprio nello stesso periodo in cui un'altra grande del calcio italiano era alle prese con un dissesto economico senza precedenti, la Lazio. Lo stato attuò per queste due società il decreto spalmadebiti, secondo lei perchè società come Napoli e Fiorentina non furono tutelate alla stessa maniera dal governo italiano e furono costrette a ripartire dall'inferno della serie C?
"A queste domande possono rispondere solo gli organi di competenza. Secondo il mio parere sono stati usati due pesi e due misure. La Lazio ed il Parma furono letteralmente salvati, soprattutto perchè queste due società rientravano nei fatturati di grandi colossi finanziari, che in Italia danno lavoro e produttività a migliaia di persone".
Quale sarà il futuro prossimo di Massimo Crippa?
"Attualmente ricopro l'incarico di responsabile tecnico del settore giovanile del Renate Calcio, è un ruolo che mi soddisfa molto, mi da l'opportunità di confrontarmi nell'ambiente in cui sono emerso diversi anni fa. La possibilità di scoprire nuovi talenti è una cosa che mi stuzzica molto". |di Salvio Passante - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 129 volte