Una volta tanto, pensiamo sia più utile iniziare il commento alla gara, con una prefazione di commento alla direzione arbitrale vista a Lecce, comparata ad altre direzioni arbitrali della giornata.
A scanso di equivoci, lungi da noi sostenere che si sia vinto contro l’arbitro, o che altre abbiano vinto grazie all’arbitro, ma pare evidente come ormai gli arbitri hanno, quanto meno, un certo timore a decidere in modo da suscitare, come dire, giudizi che ricordino il cosiddetto passato inquinato: a Lecce nel primo tempo ci sono stati due episodi abbastanza evidenti in area dei padroni di casa, uno dei quali proprio con l’arbitro a pochi metri e visuale liberissima, come pure, nella ripresa, qualche irruenza di troppo dei salentini è stata perdonata, qualche palleggio di mano, in area juventina, dei leccesi, con prosecuzione dell’azione e conclusioni a rete insidiose.
Al contrario, a Roma un gol in dubbio fuorigioco dell’Inter, un possibile rigore negato alla Lazio, anche se sul 3 – 0, ed un gol laziale annullato per una incomprensibile fermata di gioco; a Milano un netto rigore negato al Catania, a tempo scaduto.
Come dire, continua la linea ormai consolidata di negarsi rigori alla Juve, soprattutto quando possono sbloccare il risultato, di non dare rigori contro l’Inter, anche a risultato acquisito, e se il Milan è ancora in corsa, lo deve anche ad episodi come quello di Kaladze.
Detto ciò, e solo per tenere fresca la memoria a coloro che in situazioni simili, negli anni scorsi, gridavano allo scandalo e all’esistenza di cupole, parlando di calcio, credo che la vittoria dei bianconeri a Lecce sia molto più preziosa ed importante di quanto si possa pensare, per il modo come è maturata.
Gara decisamente difficile, salentini molto chiusi e ben disposti in campo, tanto che il primo tempo sembrava quasi la riedizione di una gara della Juventus con le formazioni medio – piccole nel campionato scorso, ossia squadra che a lungo gioca in modo asfittico, quasi priva di idee, senza lampi di fantasia, e non a caso nel primo tempo i bianconeri non hanno avuto vere e proprie occasioni da rete.
Ma nella ripresa qualcosa è cambiato, la squadra si è disposta in maniera più logica, ha trovato la rete, ha più volte sfiorato il raddopio, fino ad una decina di minuti dalla fine, quando un evidente abbassamento di tensione della difesa ha consentito al Lecce di pareggiare: in altri tempi la gara sarebbe finita così, ma stavolta c’è stata la reazione veemente e convincente della Juventus, culminata con il gol decisivo di Amauri.
Insomma la Juve che non molla mai, che reagisce e stringe i denti anche nei momenti difficili. |di Antonio La Rosa - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 149 volte