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2008-12-14

Lecce: in caduta libera


Nell’anticipo serale della 16° giornata, al San Paolo, il Napoli si impone per 3-0 sugli uomini di mister Beretta ed aggancia momentaneamente la Juventus ed il Milan al secondo posto della classifica, a quota 30 punti.
Poche le emozioni per i tifosi giallorossi, costretti a stare a casa a causa del divieto di assistere in trasferta posto dall’Osservatorio, e che confidavano in una pronta riscossa della squadra.
Questa volta il Lecce non ha saputo arginare come aveva fatto con grande acume tattico in altre circostanze il gioco degli avversari, dimostrandosi statico nel gioco e, per alcuni versi, privo di idee. La cronaca è quasi a senso unico: il Lecce non ha un approccio “combattivo” e non riusce ad imbastire un’azione in grado di impensierire il Napoli.
I partenopei già dopo 11’ sono in vantaggio grazie ad un rigore di Hamsik (per fallo di Benussi su Lavezzi). Al 43’c’è il raddoppio del neoentrato Pazienza, mentre al Lecce sul finire del primo tempo viene negato un sacrosanto rigore, trasformato dall'arbitro in punizione da fuori area. La ripresa si apre ancora nel segno dei partenopei che hanno voglia di dimostrare di valere di più del loro quarto posto e così al 65’ raccolgono l’invito della difesa leccese: l’argentino Denis triplica le marcature, proprio grazie ad un clamoroso errore della difesa Salentina (liscio di Schiavi) che gli consente di arrivare da solo davanti alla porta difesa da Benussi.
E’ così arrivata la sesta sconfitta stagionale. La sconfitta del San Paolo nasce da molto più lontano, da un approccio alla gara sbagliato, da una squadra che non ha mai dato l’idea di impensierire il Napoli. Il rischio è che la sconfitta venga coperta da numerosi luoghi comuni senza andare a vedere i limiti cronici e tattici di impostazione e finalizzazione con analisi di comodo, con la scusante delle occasione sprecate o del rigore non concesso dall’arbitro, oppure mascherare l’ennesimo buco difensivo (soprattutto sul gol di Denis) con la motivazione di qualcuno fuori forma.
Il Lecce, invece, perde perché è sinceramente incapace di finalizzare o anche di generare qualcosa di pericoloso e non confuso; Il Lecce perde perchè è fragile, in fase di non possesso, sui tagli di campo avversi (il limite persevera diabolicamente); perché la sua reazione è nebbiosa e stentata.
Riflettere, ora, è necessario. Il Lecce annaspa in fondo alla classifica, salire a galla e riprendere fiato è una velleità che sfugge ogni domenica. Ai tifosi giallorossi sono ormai cadute le braccia come alla Venere di Milo; i supporters non si capacitano, discutono, gridano, urlano a fine gara davanti allo schermo televisivo perché tutti speravano in una gara combattuta fino all’ultimo secondo,mentre alla fine si è registrata l’ennesima sconfitta.
Nella corsa per la salvezza vincere in casa contro il Bologna sarà ora indispensabile!
|di Franco Bislenghi - Fonte: www.leccegiallorossa.net| - articolo letto 146 volte


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