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2008-12-15

Mourinho: "Vittoria di tutti e dei tifosi"


MILANO - 'Hanno vinto la squadra e i tifosi. Negli ultimi venti minuti, la squadra ha avuto coraggio, ha giocato un calcio super finalizzato stupendamente da Ibrahimovic con due gol da pallone d'oro e ha vinto lo stadio'.
Così parla José Mourinho al termine della vittoria con il Chievo, una partita con l'Inter a tre volti, come spiega lo stesso tecnico portoghese: 'Nel primo tempo penso abbiamo fatto gol subito e questo ci ha dato tranquillità, però abbiamo giocato con un ritmo da allenamento, nell'intervallo non ero contento, volevo più pressione, una difesa più alta.
Nel secondo tempo siamo partiti bene ma, quando abbiamo raddoppiato, credo che tutti nello stadio abbiano pensato che la gara fosse finita. I giocatori sono esseri umani, possono esserci situazioni nelle quali si rilassano, infatti, ci siamo un po' addormentati. Il loro primo gol è l'esempio di tutto questo. Poi, sul 2-2, potevamo andare avanti cercando di vincere con fortuna o potevamo cambiare, rischiando. Abbiamo cambiato.
A quel punto pensavo che la gara sarebbe finita 3-2, ma non sapevo che sarebbe stata una vittoria per noi o per il Chievo. La squadra è uscita da questo momento con coraggio, senza paura, con molta fiducia ha cambiato subito l'intensità del gioco, la concentrazione è tornata massima.
Eravamo sotto pressione e, grazie anche all'atmosfera che si è creata dentro lo stadio, grazie all'apporto dei nostri tifosi, abbiamo messo sotto pressione il Chievo. Penso che Figo sia stato fantastico, non dimentichiamo che è un Pallone d'Oro, che ha personalità, che non teme niente e nessuno: ha fatto la differenza giocando alla destra in coppia con Maicon e con gli inserimenti di Stankovic. Il gioco ha prodotto i due gol di Zlatan'.
Mourinho parla da leader. Gli osservatori vorrebbero limitare la vittoria nerazzurra alle magie di 'Ibra', ma il tecnico allarga il campo dei meriti: 'Tutta la squadra ha vinto. L'allenatore deve avere coraggio, può leggere la partita con o senza coraggio, ha delle responsabilità, ma io rimango nascosto nella panchina, che per altro oggi era anche bella calda, e sono i giocatori che stanno in campo con la pressione dei tifosi.
Fortunatamente oggi i tifosi sono stati il dodicesimo uomo in campo, così abbiamo giocato gli ultimi 20 minuti con grande intensità e non ha avuto paura della situazione. Penso che quando tutti giocano ad altissimo livello come hanno fatto sia più semplice fare molto bene, anche per i singoli. È stato così anche per Ibra. C'è sempre un legame tra quello che è la prestazione singola ed il rendimento collettivo: nel primo tempo mi sembra che anche Zlatan abbia giocato con il ritmo e concentrazione da allenamento, come tutti gli altri.
Nel secondo tempo, all'inizio e alla fine soprattutto, la squadra ha giocato in maniera super e lui ha segnato due goal fantastici. Sulla sua seconda rete, per fortuna la palla è andata in gol: se colpiva il portiere del Chievo, forse gli portava via la testa tanta era la potenza di tiro... '.
Un gol e due-tre assist. Grande partita per Dejan Stankovic: 'Sono stato sempre molto onesto con lui, sia dal primo giorno. Gli ho detto che il suo rapporto personale con Roberto Mancini era la conseguenza logica dei tanti anni trascorsi insieme, ma lui poteva giocare bene anche per un altro allenatore, cioè per me. Dejan è un professionista e lavora molto molto bene.
In questo momento gioca con grande fiducia e la squadra ha bisogno di lui. Purtroppo salterà la partita di Siena per un cartellino che gli farà scattare la squalifica, un giallo dal mio punto di vista immeritato, ma questo non è un problema, abbiamo tante soluzioni diverse'.
Infine, a Mourinho tante domande sul presente e sul futuro di Adriano. Il tecnico è chiaro e lineare come sempre: 'Adriano andrà prima in Brasile perché è infortunato, non può giocare a Siena, quindi tutti noi riteniamo che sia meglio curare un infortunio muscolare ai 30 gradi del Brasile piuttosto che a zero gradi qui a Milano. Inoltre, con tutto quello che è stato detto su di lui in settimana, certamente gli farà bene essere là anche dal punto di vista mentale. Ripeto, non c'è altro perché, a differenza che uno o due mesi fa, questa settimana non è successo nulla di particolare, Adriano si è infortunato, ma evidentemente, negli anni, anche per colpa sua, gli sono stati messi tanti francobolli.
È difficile pulire la sua immagine, me ne rendo conto. Da allenatore dell'Inter dico che voglio Adriano con me dal 2 di gennaio, questi 39 punti in classifica sono anche merito suo, penso per esempio alla gara con la Juventus, nella quale lui è stato molto importante per la squadra. Però, se fossi Adriano, proprio per l'immagine che si è creata attorno a lui dopo questi anni, rifletterei se non è forse meglio, per lui, cambiare. Ma, ribadisco, da allenatore dico che voglio Adriano, anche perché è un giocatore importante, è giovane, non può costare due euro... '.
|Ufficio Stampa Inter - Fonte: www.inter.it| - articolo letto 143 volte


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