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2008-12-17

L'Opinione: Juve, la forza dei tuoi giovani


La storia del calcio italiano è tutta lì, spalmata in nove punti e raccolta in due città. Inter, Juventus, Milan sono sempre stati il piatto forte del menù calcistico italiano, il resto è, spiace dirlo, un povero contorno.
Tuttavia, anche se per l’ennesima volta il titolo è affare esclusivo di quel “trittico bestiale”, il campionato che per la prima parte ci stiamo per lasciare alle spalle, può riservare ancora tante sorprese. Una di queste corazzate, la Juventus, merita una menzione particolare.
I bianconeri non hanno l’organico dell’Inter né tantomeno quello del Milan, sulla carta il migliore, ma hanno più punti dei rossoneri ed esprimono un gioco più gradevole della Beneamata.
La Juve edizione 2008/2009 è la copia meglio riuscita della Juve della scorsa stagione. Si tratta sempre di una squadra del post. Post-calciopoli, post-Agnelli, post-Moggilandia, post-fuga di grandi campioni. Una squadra piombata in Serie B e ricostruita su poche ma significative fondamenta. La stella della Juve è rimasta inevitabilmente opaca dopo tutto il fango gettatogli sopra.
Cobolli Gigli, Secco, Blanc, Ranieri hanno cercato di lucidarla per bene ma ancora l’opera non è compiuta. E dire che gli “spazzini” di Torino non avevano iniziato neppure poi così bene. A metà della scorsa stagione la Juve si reggeva ancora sui “grandi vecchi”, chiamati sempre in causa per tappare le falle d’una campagna acquisti che tragicomica è dire poco. Lo scorso gennaio nell’undici titolare juventino non c’era chi, ad agosto, ci si aspettava di vedere.
Tra ospedali (Andrade), scelte tecniche (Iaquinta, Criscito) e incomprensioni (Tiago, Almiron) i bianconeri alla fine hanno dovuto plaudere il buon Claudio, riuscito comunque a centrare una affatto scontata qualificazione in Champions League.
Ma i tifosi si aspettava di più. A quei tifosi, abituati a lucidare coppe e a contare scudetti, non stava bene ripartire, con due impegni sul groppone, con una squadra migliorata solo in parte. Il merito della Juventus, fino ad ora, è stato quello di saper rispondere, colpo su colpo, e cosa più importante, a suon di risultati, a chi non la credeva una squadra competitiva per coppa e scudetto.
Dopo la 16/a giornata i bianconeri si trovano appollaiati a sei punti dall’Inter, in virtù delle batoste rimediate a Napoli, con il Palermo e, da ultimo, proprio con i nerazzurri a Torino. La Juve ha stupito tutti per il bel gioco espresso, per l’attacco stratosferico, per la difesa non tattica ma solida, per il centrocampo senza idee ma robusto. Per la compattezza di squadra, per la concretezza assoluta.
Mentre i rivali correvano milioni alla mano dietro questo o quel campione affermato, la Juve richiamava i tanti giovani sparsi per l’Italia (De Ceglie, Giovinco, Marchisio) e faceva crescere con santa pazienza (cosa inedita per una “big”) i tanti fanciullini promettenti o i giovanotti già cresciuti ma non ancora abbastanza. Così sono nati i vari Molinaro, Marchionni, mister nessuno ieri, titolari della Juve oggi, Chiellini, due anni fa irruento esordiente in Serie B oggi miglior stopper che l’Italia possa offrire, Legrottaglie, rinato dopo una caduta che lo avviava al disfacimento totale. L’unico investimento consistente la Juve l’ha fatto per Amauri, confermatosi uno dei migliori attaccanti del campionato e divenuto a suon di gol idolo nel tempio bianconero.
Il tutto ben amalgamato con una vecchia guardia inossidabile, che passa dal moto perpetuo di Nedved ai ritmi senza età di Camoranesi, senza ovviamente scordare l’invidiabile freschezza di Del Piero. Bello avere in Italia una squadra così. Bello per i tifosi che gongolano anche bilancio alla mano (Voi trenta milioni per una trivela noi vinciamo con Grygera vi ricorda nulla?), bello per il campionato che ha ritrovato una cliente abituale delle alte vette, bello per gli appassionati che possono ancora sognare un calcio ancora non totalmente ubbidiente alle logiche matematiche del “Dio Denaro”.
|di Jacopo Romiti - Fonte: www.golmania.it| - articolo letto 147 volte


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