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2008-12-17

Il Milan non è da rifondare


Mentre i giornali concedono ampio spazio alla riappacificazione tra Silvio Berlusconi e il mitico Gianni Rivera, cioè tra l’artefice del Grande Milan attuale e la più importante bandiera del Milan che fu, in casa rossonera imperversano anche altre considerazioni.
La disfatta contro la Juventus non poteva non lasciare strascichi. La squadra è apparsa ancora una volta troppo arrendevole, fragilissima in difesa specie sulle palle alte, molle e priva di sussulti a centrocampo.
In attacco è vissuta sugli slanci di Ronaldinho (ancora una volta il migliore dei rossoneri) e sui pochi guizzi di Pato. Le attenuanti non mancano (in primis i tanti infortuni e la condizione precaria di Pirlo), ma la figuraccia rimane. Incomprensibile appare la forma atletica di alcuni calciatori, Kaladze Emerson e Jankulovski tanto per fare qualche esempio.
Anche sulle scelte di Mastro Ancelotti, consentiteci, stavolta, alcune divagazioni. Sì, d’accordo, i tanti infortuni ne hanno condizionato le scelte, ma era prevedibile aspettarsi una Juve arrembante specie sulle fasce e a centrocampo, dove la freschezza di Marchisio e la potenza di Sissoko avrebbero potuto metterci in difficoltà considerata l’assenza di Gattuso e la precaria condizione di salute dei nostri centrocampisti.
Emerson è e rimane impresentabile, almeno per partite di questo livello. Fermo pure Flamini, si poteva inserire Antonini sulla corsia di destra sia per proteggere Zambrotta sia per alternarsi con lui nelle proiezioni in avanti, e dare contemporaneamente spazio a Cardacio a centrocampo. Una centrocampo a quattro con Antonini, Cardacio, Pirlo e Seedorf ci sarebbe parsa scelta più logica specie per non cedere sempre il pallino del gioco ai centrocampisti bianconeri come invece è accaduto.
Ancelotti, da sempre, è restio a buttare improvvisamente giocatori nella mischia. Cardacio avrebbe messo in campo stimoli e voglia di ben figuarare. Solo una squadra entusiasta e ricca di motivazioni, atleticamente ben messa sulle gambe si sarebbe potuta opporre a quella Juventus.
Invece il Milan è mancato nelle sue componenti essenziali: freschezza atletica e mentale, palleggio, gioco sulle fasce, pressing feroce sui portatori di palla avversari. Adesso rincorrere l’Inter appare utopistico. 4 sconfitte sono tante, forse troppe per puntare con decisione allo scudetto.
Però una squadra come il Milan non può e non deve arrendersi già a dicembre. L’anno scorso la Roma è riuscita a rosicchiare ben 9 punti in poche partite ai nerazzurri che hanno vinto il campionato sul filo di lana e grazie alle prodezze del solito Ibra.
Quindi, rincorrere si può. Ma servono motivazioni e attributi. Servono idee e gambe. Serve non perdere altro terreno dalla vetta della classifica. Due le priorità del Milan in questo momento: la condizione atletica approssimativa (la squadra non corre), e la ricerca del gol che appare, allo stato, impresa troppo farraginosa. Ecco perché visto Amauri gradiremmo vedere all’opera anche un Borriello pimpante e in piena efficienza fisica. Marco rimane fondamentale per gli schemi del Milan. Ma è tutta la squadra che va rivista e corretta. Ancelotti deve rimetterla in sesto.
La società deve pensare al potenziamento della rosa. Preso Thiago Silva, tesserabile a giugno, serve adesso un sostituto di Gattuso, sia perchè Flamini non può tirare da solo la carretta fino a fine campionato, sia perché neppure Ambrosini è fatto di ferro.
Il Milan non è da rifondare. Ribadiamo, anzi che l’ultima campagna acquisti è stata di livello assoluto. Ma se compri giocatori, devi farli giocare. Ecco perché ci sarebbe piaciuto vedere Cardacio contro avversari di un certo livello. Si dice che la Juve abbia giovani interessanti. Anche noi li abbiamo, non solo in rosa ma anche in prestito (Abate e Gourcuff in primo luogo).
Il Milan deve migliorare nella condizione atletica e deve fare gol con più facilità. Borriello non ci pare inferiore ad Amauri, ma deve essere recuperato al più presto e deve giocare con continuità. Poi, visti Kaladze e Senderos (il primo in chiara involuzione fisica e tattica, il secondo ancora alle prese con i postumi di un infortunio), fermo Bonera, ci chiediamo perché non debba essere inserito in squadra Matteo Darmian. Insomma, problemi ce ne sono tanti e non basterà Beckham a risolverli. Certo è che Ancelotti ci preoccupa quando dice di aspettarsi molto dal “totem” inglese. Beckham è certamente un grande centrocampista, sa crossare come pochi al mondo, ma è sempre stato, per sue caratteristiche tecniche, una pedina di non semplice collocazione tattica. Ipotizzarlo alla Gattuso sarebbe assurdo: mai marcato in vita sua. Come regista potrebbe andare, ma bisognerà vedere come lo “digeriranno” Pirlo e Seedorf e, soprattutto, Kakà e Ronaldinho. Questo Milan non è inferiore a nessuno, ma adesso bisogna rimboccarsi le maniche e fare quadrato. In attesa che inizi la grande rimonta.
|di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 155 volte


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