Nel Dicembre del 2003 il Milan di Carlo Ancelotti, reduce dalla sconfitta intercontinentale contro il Boca Juniors, giocò l’ultima gara dell’anno a San Siro contro l’Udinese: la sconfitta casalinga per due a uno rovinò il Natale dei rossoneri, ma alla fine arrivò il diciassettesimo titolo. Di questi tempi fare previsioni di scudetto è sicuramente azzardato, ma occorre rimettersi presto in carreggiata per non gettare via ogni residua speranza. Il nostro prossimo avversario è una squadra “enigmatica”, in evidente flessione ma comunque molto pericolosa per il Milan lento e incerottato delle ultime uscite.
UN CALO INATTESO - La partenza è stata folgorante: gioco corale, reti di splendida fattura, talenti in vetrina, punti e vittorie pesanti. A un certo punto tutto ciò, come d’incanto, si è fermato: il gioco corale si è trasformato in azioni sterili e prevedibili, alcuni giocatori sono sembrati le controfigure dei gioielli ammirati nei primi due mesi di campionato, le vittorie sono mutate in pesanti sconfitte. Cinque di fila, per la precisione, tra cui un 3-0 a Bergamo e lo 0-1 al Friuli con il fanalino di coda Chievo. Un crollo vertiginoso che ha portato i friulani dalle prime piazze all’undicesimo posto (22 punti). L’ultima partita di campionato è stata molto significativa: sopra di ben tre reti all’intervallo, l’Udinese si è fatta rimontare dalla Lazio fino al 3-3, evidenziando un preoccupante calo psico-fisico e rischiando addirittura di perdere il match. Squadra di grande qualità ma in un momento decisamente delicato: un avversario da prendere con le pinze per evitare ulteriori brutte figure.
I PUNTI DI FORZA - “Il loro lancio lungo sulle punte ormai lo conoscono tutti”, disse amareggiato Luciano Spalletti dopo una brutta sconfitta subita ad Udine dalla sua Roma nonostante la perfetta conoscenza degli schemi adottati dagli uomini di Pasquale Marino. La battuta a caldo di Spalletti non era una critica al gioco dell’Udinese, ma una frase di disapprovazione nei confronti dei suoi giocatori, disattenti nell’arginare il punto di forza dei bianconeri. Una situazione tattica che si può sicuramente gestire meglio, ma anche una chiara fotografia della bravura delle punte friulane: nonostante la loro pericolosità in contropiede sia ormai nota, grazie alle loro qualità riescono sempre e comunque a ritagliarsi importanti azioni da gol. Ovviamente, però, l’Udinese non possiede solo un ottimo reparto offensivo. Nella squadra organizzata e spettacolare di inizio stagione erano tutti i reparti a girare alla perfezione: l’ottimo portiere Handanovic ben protetto da una difesa rapida e attenta, il centrocampo bravo nella doppia fase di interdizione e impostazione grazie al dinamismo dei suoi interpreti e il tridente offensivo spietato sottoporta ma anche utilissimo in fase di ripiegamento.
L’UNDICI PER SAN SIRO - Dopo aver provato spesso la difesa a 3, Marino sembra essersi orientato per un 4-3-3 corto e aggressivo, nel tentativo di ridare equilibrio ad una squadra che è apparsa ultimamente troppo sbilanciata. Grazie ai piedi buoni dei suoi centrocampisti la costruzione del gioco palla a terra è di ottimo livello: ne sa qualcosa l’Inter, vincente dei minuti di recupero dopo esser stata messa sotto per gran parte della partita. Davanti ad Handanovic (ottimo portiere sloveno nelle mire di Juventus e Milan) giocheranno Motta, Lukovic, Coda e Felipe (in leggero vantaggio su Domizzi). I tre centrocampisti sono il talento svizzero Inler, obbiettivo di mercato del Milan, D’Agostino e Obodo. Il tridente titolare è composto da Di Natale, Quagliarella e Pepe. Avendo a disposizione altri giocatori di qualità come Floro Flores e il giovane Sanchez spesso Marino ha operato il turn-over per tenere sempre sulla corda le sue punte. L’unico insostituibile è Totò Di Natale, sempre più capitano e leader di questa squadra.
IL MILAN CHE VOGLIAMO - Per sapere se Kakà e Flamini saranno della partita bisognerà attendere l’allenamento di rifinitura di Sabato, ma c’è ottimismo per entrambi. Nonostante vi siano più centrocampisti in infermeria che sul prato verde di Milanello, il popolo rossonero vuole assolutamente chiudere questo 2008 con una vittoria che manterrebbe almeno inalterate le speranze di una seconda parte di stagione “da vero Milan”. Quella che ogni tifoso vorrebbe vedere è la squadra aggressiva e determinata vista contro Lazio, Inter e Napoli: una squadra che abbina la qualità dei suoi fuoriclasse alla voglia di correre, sacrificarsi, andare in tackle, tirare in porta, vincere, esultare. Assieme ai propri tifosi. |di Gabriele Pipia - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 150 volte