MILANO - "Dopo sei mesi di lavoro in Italia e all'Inter, posso dire che oggi sono un allenatore migliore, più completo. È una esperienza che mi piace sempre di più e che mi rende felice anche se, per come sono fatto io, non sono ancora soddisfatto. Voglio di più da me stesso e dalla squadra". Si aprono con queste parole l'intervista a José Mourinho, realizzata (giovedì scorso) da Simona Ventura e andata in onda oggi pomeriggio nel corso di 'Quelli che il calcio e... '.
Si è parlato, per esempio, anche del 'Pallone d'Oro': il trofeo vinto dal suo connazionale Cristiano Ronaldo non ha inorgoglito Mourinho come ci si aspettava, anche perché l'allenatore dell'Inter è convinto che l'attaccante del Manchester United non sia il miglior calciatore al Mondo. "Quando penso a come deve essere un giocatore, mi vengono in mente Kakà, Ibrahimovic e Messi, che è un fenomeno e tra due o tre anni vincerà il Pallone d'oro - ha spiegato Mourinho -. Ronaldo é un bravo giocatore, ma non il migliore in assoluto. Ha meritato il Pallone d'oro perché la sua squadra ha vinto la Champions League, la Premier, lui ha giocato e segnato. Ma per me Ibrahimovic è migliore".
"Zlatan - ha continuato - è innamorato del calcio, ha un grande cuore ed è un ragazzo emozionalmente aggressivo. Si diverte? Credo di averlo responsabilizzato. Quando gli ho fatto giocare tante partite di fila, per il mondo calcistico italiano ero quello che distruggeva il bambino... Invece io voglio costruire una squadra fortissima mentalmente e lui è nelle condizioni perfette per vincere il Pallone d'oro. Deve vincerlo, per forza". A proposito di campioni, Mourinho avrebbe preso un giocatore mediatico come David Beckham? Il tecnico non ha risposto direttamente, ma ha chiarito che l'inglese "é un grande professionista. Un lato della sua vita può essere il marketing, ma tutti i giocatori con cui ho parlato di lui mi hanno detto che lavora con passione e professionalità".
Si è parlato anche di Adriano: "Non se riuscirà a liberarsi dell'etichetta che si è appiccicato addosso, di certo è difficile. Quindi un cambio di habitat potrebbe essere positivo per lui. Quando sono arrivato, si diceva che il cambio di allenatore potesse essere positivo per lui. All'inizio lo è stato, ma poi la continuità di Adriano non è stata al cento per cento". Il tecnico ha ribadito poi che i problemi di Adriano di due settimane fa erano solo fisici, e non di indisciplina, ma ha anche sottolineato un aspetto negativo del brasiliano. "Un giocatore, per essere un ottimo professionista, non deve aver bisogno che il suo allenatore lo controlli. Adriano - è convinto Mourinho - invece ha bisogno di un tutor, qualcuno che gli stia vicino, che sia un amico, un compagno di squadra o un parente. E questo a me non piace". "Il presidente Moratti vuole che rimanga, e anche io - ha concluso - ma se chiedesse di andare via non mi opporrei, ha ancora dieci anni di calcio davanti". E in quel caso potrebbe arrivare Drogba? "Non penso - la replica -. Non ho mai nascosto il mio rapporto speciale con Didier, ma non ho bisogno di un altro attaccante ora che ho Crespo, Cruz, Balotelli e Ibrahimovic. Ma Drogba è più che un calciatore per me, è una parte di me, un'estensione dell'allenatore in campo".
Fra i tanti altri argomenti, ne segnaliamo due in particolare. "Non ho paura del futuro perché credo che, se un allenatore pensa troppo a queste cose, perde inutilmente molte energie". E poi, alla domanda sul rapporto con i tifosi nerazzurri, Mourinho ha risposto: "Credo che l'interista si senta e sia, storicamente, la parte sociale e calcistica nobile di Milano. È un modo diverso di andare allo stadio, con un controllo emozionale più forte, non dico che non siano passionali, perché in realtà lo sono tanto, ma anche capaci di osservare con occhi critici una partita e la loro squadra". |Sito Ufficiale Inter - Fonte: www.inter.it| - articolo letto 126 volte