Sarebbe bastato poco, credere un po' più in sé stessi , ed alle proprie potenzialità, ed anche alle difficoltà del Napoli.
A fine partita l'immagine del Catania è Zenga, che ride, tra l'amareggiato, l'ironico e l'incazzato; espressione identica nel volto di tutti i tifosi che almeno “al punto” c'avevano creduto, specie dopo quel rigore concesso e sbagliato (mai accaduto) da Hamsik, o parato da Bizzarri (mai accaduto) che si voglia.
Un punto perché almeno quello il Catania l'avrebbe meritato ; Almeno un punto perché il Catania ha dato l'impressione di non credere mai in qualcosa di più, e si badi bene, “di non credere”, perché di potere avrebbe potuto, lo dimostrano quelle geometrie esatte mai portate fino in fondo, fino all'area partenopea: Non un “vorrei ma non posso” è un “posso ma non vorrei”, quasi l'assurdo, ed in altro modo non si può spiegare l'ennesimo “bravi e sconfitti” con cui nei prossimi giorni si commenterà questa partita.
Un rigore sbagliato, i due “fuoriclasse” Ko, Hamsik frustrato e sostituito, Lavezzi influenzato e sottotono, nella terra della scaramanzia poteva valere anche questo, che sicuramente aiuta e che sicuramente ha posto condizioni favorevoli non sfruttate dal Catania con la necessaria caparbietà e convinzione che le consentisse di andare “oltre” il tabù. E alla fine tabù è , il Napoli non merita e vince.
Le "castronerie" da torneo condominale combinate dall'Arbitro Celi, rischiano solo di dirottare l'attenzione verso un “colpevole” atteso (3 mesi di punizione comminatigli da Collina in 5 di campionato), che riesce a sorprendere oltre le attese d'assurdità fischiando 5'' prima del 45' quando Morimoto conclude a rete il possibile 1-0.
Non si dica che questa squadra non ha personalità in trasferta, la personalità ce l'ha, ben consolidata e completamente agli antipodi di quella che dovrebbe accompagnare una squadra con le potenzialità, grandi davvero, come il Catania. “Abbiamo giocato un'ottima partita […] Vincere in questo campo è sempre difficile”. Parole già dette, già ascoltate, che fan parte dello stesso copione.
Il bivio che si pone adesso davanti al Catania è limpido: si può far spallucce dell'ennesima sconfitta secondo copione, oppure iniziare a dare alle gare in trasferta la stessa criticità di quelle in casa, trattando i risultati con uguale importanza senza l'alibi “tanto c'è il Massimino”, perché se non nella preparazione, nell'approccio alla gara il Catania muta radicalmente, versione trasferta, versione domestica: irriconoscibile.
Si decida dove andare, e lo si dica, in modo da poterci regolare coi commenti.
Va bene com'è adesso? Il commento è “Catania Bravo, Penalizzato dall'Arbitro”.
Si vuole cambiare? Il Commento è “Anche a costo di perdere 3-0 si deve provare a vincere, senza pensare più al pareggio”.
Basta scegliere. |di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 151 volte