Finisce 2-2 la sfida dell’Olimpico tra Roma e Milan, al termine di novanta minuti anomali. Brutto il primo tempo, elettrizzante la ripresa. Un punto che vale poco: il Milan resta a nove dalla vetta, per la Roma la zona Champions è sempre un miraggio. Ma è la serata delle stelle Pato e Vucinic, che mostrano un fantastico periodo di forma e, soprattutto nel caso del brasiliano, un futuro assicurato.
NOVITA’ - Ma Roma-Milan fa parlare tanto di sè prima ancora del calcio d’inizio. Ad un’ora e mezza dal match arriva la conferma che Beckham debutta dal 1′, con Flamini ed Ambrosini sacrificati in panca. La mossa di Ancelotti getta nello shock le anime rossonere accorse all’Olimpico, ma anche Spalletti non sembra capirci molto nella mossa del collega. Il Milan, infatti, parte senza interditori e con lo schema a sei stelle, che sembrava solo una fantastica favola di Natale. Invece è proprio vero. Pirlo, Becks, Seedorf, Kakà, Pato e Ronaldinho nella mischia da subito. Favalli al posto di Kaladze, misteriosamente in panchina. Spalletti prova ad imitare il suo “successore”, ma l’effetto-Taddei è nulla in confronto. Il brasiliano fa il terzo di centrocampo, con Baptista e Perrotta a supporto di Vucinic. Saluto affettuoso fra i tecnici ad inizio gara, con Ancelotti che rifiuta l’invito ironico di Spalletti a sedere sulla panchina della Roma.
INIZIO LENTO - Il Milan deve attaccare. Non si può spiegare altrimenti una squadra così offensiva. Ma i primi minuti sono testimoni di un gioco lento e prevedibile, che fatica ad arrivare negli ultimi sedici metri giallorossi. La Roma non batte ciglio fino al 22′ quando Vucinic raccoglie un cross di Riise dalla sinistra, sistema il pallone col petto, aggira Jankulovski e spiazza Abbiati. Un fulmine a ciel sereno. E’ solo la metà del primo tempo, ma il Milan è già sulle gambe. L’unico a fare movimento è Pato, da Kakà e Ronaldinho solo sbadigli. La Roma non ha fretta e Doni smanaccia sull’unico tentativo di cross rossonero. Per i giallorossi solo qualche pallido tentativo da fuori, senza troppa convinzione. Beckham amministra i pochi palloni che gli passano tra i piedi, senza accellerare.
RIPRESA - La ripresa inizia sotto un altro segno: è quello di Pato, che al 3′ sfrutta un assist al bacio di Kakà, lasciato penetrare colpevolmente dall’out di sinistra. Il gol è dei più semplici, ma il diciannovenne brasiliano è carico come una molla. E dopo cinque minuti ecco il bis: Pato raccoglie il pallone a metà campo, brucia Mexes palla al piede e quando lo spazio si riduce ecco il cucchiaio che scivola alle spalle di Doni. L’esplosione del Papero fa calare il gelo sull’Olimpico, la sua freddezza sotto porta ha pochi eguali. La Roma accusa il colpo e per qualche minuto concede al Milan troppi spazi in contropiede; un delitto col Pato di questi tempi, anche se è Kakà a farsi anticipare da Juan. Al 66′ primo tiro verso lo specchio della porta di Beckham, ma la conclusione è debole per impensierire Doni. Seedorf è indisponente e sbaglia una dose eccessiva di appoggi, De Rossi tiene in vita la Roma arginando le stelle rossonere.
FIAMMATA ROMA - Quando l’inerzia sembra in mano ai rossoneri, succede quello che non ti aspetti. Un tiro sporco toccato da Pirlo termina al limite dell’area piccola, Vucinic assesta un colpo degno di Tiger Woods e trafigge Abbiati per la seconda volta. Un altro rimpallo che stordisce il Milan e che, per l’ennesima volta quest’anno, lo condanna in trasferta. La difesa, come sempre, non è immune da colpe. La Roma prova Aquilani, il Milan, qualche istante prima del gol, Ambrosini, ma il risultato non si schioda. Il finale è elettrico perché le squadre si allungano: ai tiri da fuori della Roma, che trovano sempre pronto Abbiati, risponde il Milan con due ghiotte occasioni targate Kakà e Seedorf. Ma l’olandese non è in serata e sbaglia goffamente di testa. Beckham è stremato e lascia spazio a Flamini solo al 90′. Per l’inglese una prestazione giudiziosa, che non basta al Milan per sfatare il tabù trasferta. Per la Roma un punto che serve poco alla classifica. Per tutti la conferma che c’è ancora tanto da lavorare per raggiungere gli obiettivi dichiarati. |di Federico Bettello - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 159 volte