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2009-01-15

Catania: Cambio (di atteggiamento e non solo)


Questa volta giustificheremo tutto, ancora, asserendo che la Coppa Italia non conta, che vincere all'Olimpico non è mai facile, che la Juventus è forte, troppo forte per un Catania che ha giocato, tutto sommato onorevolmente, con quei giocatori messi (temporaneamente) da parte in campionato.
Tutto vero, lo si era anche detto alla vigilia “pensare al Bologna” . Adesso è inevitabile sia così.
Continuando a ragionar così ometteremmo però, per l'ennesima volta, di evidenziare come il Catania non sia riuscito, per l'ennesima volta (repetita iuvant) a costruire un'azione una, anche solo una, che abbia concretamente impensierito la squadra avversaria. Mancanza di idee, mancanza di coordinamento negli schemi, fin quasi a offuscare l'esistenza di una solida teoria, pur provata in allenamento.
Senza convinzione: E passino le attenuanti generiche sopracitate, ma la “corte non sarà sempre clemente”.
Tre goal come a Genova , contro la Sampdoria, la partita che segnò un cambiamento radicale nell'atteggiamento tattico del Catania. Ci si accorse dell'impossibilità di sostenere adeguatamente due punte, in trasferta, e bilanciare allo stesso tempo gli scompensi naturalmente controindicati in fase difensiva.
Per analogia, dovremmo allora pensare che il Catania non sia più in grado di sostenerne nemmeno una di punta , e per di più nemmeno di coprire adeguatamente in difesa.
Non può esser così, come non lo poteva essere allora (Genova). È evidente, invece, di come andrebbe cercata una soluzione che contemperi una certa necessità difensivista , accettabile in trasferta, con un minimo di spregiudicatezza e caparbietà che fino a questo momento sono emerse solo a sprazzi: o per caso o per voluto limite, ma comunque nelle corde di quel che questa squadra può fare.
La parola è: Cambiare; senza aver paura di perdere più di quanto non si sia già perso avendo paura di perdere, anche perché, in trasferta, da perdere, è rimasto ormai ben poco; di miglioramenti e peggioramenti ce ne sono stati, altalenanti come normale che sia, di risultati “congrui” no .
Il cammino del Catania, in Coppa Italia, si interrompe agli Ottavi di Finale, si penserà alla Salvezza, adesso solo e soltanto, senza voli pindarici verso un'ipotetica Zona Europa ; prima si avrà la convinzione dell'obiettivo prima ci si arriverà. Magari ne riparleremo di Europa, in futuro, quando cresceremo.
Ottimisti ma realisti. Contenti, stasera, potranno essere solo i tifosi etnei giunti all'Olimpico di Torino, e questo sia per non aver così dovuto ascoltare la telecronaca della prima rete nazionale, che riesce a far parlare di Juventus anche Zenga , sia per esser potuti stare vicino a quella maglia che spesso sono costretti a guardare solo via etere.
A tutto il resto per esser contenti non basterà aspettare miglior fortuna , come da 2 anni a questa parte, ma si dovrà concretamente operare per propiziare un cambiamento necessario ma attualmente complicato da approntare anche e soprattutto per la stagnante acquiescenza alla sconfitta esterna creatasi in spogliatoio, tifoseria, e dirigenza.
Se questa squadra, in trasferta, non riesce ad esprimersi su livelli che anche minimamente ricordino le prestazioni offerte in casa , bisognerà cooperare costruttivamente, tutti, insieme, perché questa consuetudine abbia a decadere, “si può dare di più”: I tifosi tifino ancor più di prima, i giocatori mettano ancora più impegno di prima..
E la dirigenza conceda qualche rinforzo in più del previsto (0) , soprattutto lungo le fasce , perché se il 3-5-2 agisce in deroga al 4-4-2 e le cose non cambiano, evidentemente il “busillis” smette d'esser questione tattica (Zenga può anche sbagliare, ma entro limiti umani che da soli non giustificano un cammino talmente carente, e trasversale dal post-Marino ad oggi).
Le passate stagioni dovrebbero aver insegnato qualcosa: il mercato dura fino a Febbraio , si agisca secondo coscienza ed oggettiva valutazione tecnica, consapevoli di quel che potrebbe essere, ambo i sensi, nel bene e nel male. Chi, e meno cosa, sia necessario a supportare qualunque modulo, a toglier la paura di perdere e quindi dare il coraggio di giocare è evidente.
Intanto abbiamo trovato “chi” riesce a battere bene i corner, a rendere efficaci le trame su calcio piazzato ingegnate da Vio: Dica ; primo passo avanti per il fantasista rumeno, primi minuti di continuità, prime immagini di quel che potrebbe essere con un po' di forza in più nelle gambe e minuti di rodaggio insieme ai compagni.
Questo avverrà col tempo, nel futuro, ma per il presente si dovrà agire anzitempo, perché come Dica ha rappresentato una nota “riaccordata”, tante contro la Juventus se ne sono udite di stonate, ed aspettare tutti non si può , non lo può il tecnico, non lo può il Catania, non lo può la Salvezza se davvero, come da programma, ci si è proposti vada raggiunta in anticipo.
Si agisca come si creda, ma si agisca, sempre in buonafede; come in buonafede noi tifosi accoglieremo qualunque agire della dirigenza, re stando sempre al fianco del Catania , consapevoli d'aver fatto la nostra parte, con altrettanta buonafede.
Cambiare per rimanere sé stessi, diventando un po' più grandi.
|di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 150 volte


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