Kakà divorzio in vista? (le opinioni dei tifosi, la gara con i viola)
La telenovela anglo-brasiliana diffusa in mondovisione, con Ricky Kakà attore protagonista, ha seminato sconforto, terrore e orrore nella tifoseria rossonera, desiderosa di non perdere, per nessuna cifra al mondo, il suo amato e acclamato campione. La proposta indecente piombata come una mannaia era stata annunciata da quello “speriamo di resistere” sussurrato qualche giorno fa dal cavaliere. Davanti a una vicenda nella quale sembra prevalere il portafoglio sui sentimenti, tutto diviene drammaticamente reale. Questo lo scenario da incubo che ora dopo ora si starebbe materializzando: Silvio Berlusconi potrebbe privarsi di uno dei gioielli di famiglia più preziosi calandosi le brache per soddisfare le brame dello sceicco. Ricardo Kakà, trasformato in un battibaleno da nobile principe in avido mercenario, si svenderebbe come una prostituta per entrare nell’harem di Mansour bin Zayed Al Nahyan. Un affare che si consumerebbe in nome e per conto del dio denaro dove alla fine tutti però ne uscirebbero assolutamente ridimensionati: il Milan come società dopo 23 anni di indiscussa egemonia, fondata sulla virtù romantica del focolare domestico, genuflessa alle leggi eversive di un mercato sempre più distante dalle realtà sociali di chi faticosamente sbarca il lunario, Kakà che come calciatore potrà pure valere una montagna di petroldollari, ma come uomo di valori e di principi sarebbe fortemente svalutato. Dovesse consumarsi questo divorzio in prospettiva speculativa gli stessi tifosi potrebbero tirare la corda e sollevarsi pretendendo intanto immediati investimenti e mandando a fanculo, per giusta causa, l’affetto e l’amore che li avevano legati in questi anni al fuoriclasse di Brasilia ed ad una società che aveva fatto fortuna blindando i cartellini dei suoi campioni. La perdita del brasiliano sancirebbe la caduta delle mura di via Turati con un cavallo di troia già stabilmente posizionato all’interno della roccaforte milanese, con tutte le conseguenze del caso.
La società non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale, ma il silenzio in questo caso è più esaustivo delle parole, soprattutto quando le parole stesse sono solo fiato e saliva. Nella giornata di ieri l’unico a presentarsi davanti ai giornalista è stato il tecnico: “Sulla vicenda che sta coinvolgendo Kakà dico che c'è una trattativa in corso le cui valutazioni le dovrà fare la società… Questa resta una vicenda legata all'entità dell'offerta che è stata fatta a differenza delle offerte precedenti che erano più contenute”. Come dire ogni cosa ha un suo prezzo alla faccia degli illusi che credevano ai beni di inestimabile valore. Successivamente lo stesso Ancelotti sembrava prendere le distanze dalla società: “La mia idea resta quella che Ricky sia un giocatore molto importante per la squadra, ma la società ha poi il diritto di fare determinate scelte in base alle proprie idee. Io sono solo l'allenatore e mi devo attenere alle decisioni. La società ha gli strumenti opportuni per poter decidere senza il mio parere”. Altro campanello d’allarme: anche dentro le mura di Milanello repentinamente la situazione starebbe precipitando. Non sappiamo se esistano i margini per un clamoroso ripensamento, visto come stanno andando le cose siamo certi di non essere vittime su scherzi a parte. Comunque vada la ferita resterà aperta e chissà per quanto tempo ancora. Resta comunque una certezza che il potere economico non riuscirà ad abbattere: il calcio non vive di scorrerie e tradimenti e per fortuna non si vince solo con i soldi come al casinò, serve molto ma molto di più. Chiedere per credere al dirimpettaio di via Durini visto che lo ha già abbondantemente sperimentato. Magari sarà questo un rifugio per convivere con la sofferenza, una fiamma per alimentare la passione, liberare i sogni e scatenare le fantasie, una fiamma viva per la salvezza di chi crede ancora in questo sport e nei suoi aggreganti valori.
Restando in attesa di ulteriori aggiornamenti ci costa spendere una breve riflessione per la gara di questa sera. Come è difficile parlare di calcio, quello vero, agghiacciati da queste turbolente vicende. Ci proveremo lo stesso, è un nostro dovere ma ribadendolo fortemente anche un nostro grande piacere. Alla faccia dei protagonisti e degli interpreti perché il Milan comunque resterà, con Kakà o senza, con Berlusconi o senza. Gli uomini si avvicendano ma la fede è e resterà eterna qualunque cosa accada, malgrado le titubanze e le debolezze, da molti condivise, del simpatico Abatantuono, al quale ci piace ricordare che nella vita si può cambiare anche la moglie, il partito politico, la casa e persino religione ma la squadra del cuore, quella MAI. In campionato siamo giunti al giro di boa. Per l’ultima gara di andata, lo diciamo senza fronzoli, ci attendiamo una virata degna di un imbarcazione capace finalmente di navigare a gonfie vele. Pretendiamo la spinta giusta per affrontare con maggiore determinazione e fiducia l’ultima metà della regata. Lo tenga bene in conto lo skipper; si faccia i giusti calcoli, aiutandosi magari con i pesi e le misure, evitando di caricare troppo la prua mentre la poppa affonda, e sia una volta per tutte chiaro che non sopporteremo in coperta ancora franchi tiratori, anche se ieri Ancelotti dichiarava: “Seedorf sta abbastanza bene e potrebbe partire dal primo minuto”. Con Beckham dall’avvio e con il dubbio Ronaldihno il Milan dovrà fare i conti con la baldanza di Gilardino, e non solo, pronto ad esultare in caso di gol. Non possiamo ancora lasciare per strada punti preziosi, non abbiamo conti aperti con la spavalderia ed è in gioco la qualificazione in Champions, rimboccarsi le maniche dunque e pedalare perché una risposta positiva, almeno dal campo, la attendiamo e la pretendiamo. Non vuole essere una minaccia ma in quella che potrebbe essere l’ultima gara di kakà, non sopporteremo di certo una prestazione indecente giacché siamo già incazzati e mobilitati dopo essere traditi da una proposta indecente. |di Giacomo Chillé - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 226 volte