Si deve essere contenti (è una domanda),
per esser riusciti ad interrompere un filotto di 5 trasferte senza vittorie e senza goal, o si deve riflettere su come, anche con l'uomo in meno, il Catania cerchi più d'addormentare che di fare la partita quando si è sull'1-1, e sprechi, scioccamente, sullo 0-1, l'occasione d'uno 0-2 che sarebbe valso il Ko tecnico?
Ad impressione, personalissima, pare che a credere seriamente al “miracolo” dei tre punti fuori casa siano rimasti solo i tifosi, e nessun altro. Non sarà la solita “mala duminica” da trasferta, ed è già tanto, ma questo risultato dovrebbe indurre a pensare “come” , se non in superiorità numerica e già in vantaggio d'una rete, questo Catania possa riuscire a vincere lontano dal Massimino.
E la salvezza si sa, passerà soprattutto dai tanti scontri diretti in giro per l'Italia.
Mettendo di canto il risultato, che lascia invariate le distanze con la zona calda, va dato merito a Zenga d'esser riuscito finalmente ad infondere nuove e ribollenti motivazioni alla squadra, apparsa, nelle ultime uscite, già appagata di quanto raccolto. Il 4-3-3 , rispolverato in un contesto complicato come è l'affrontare il Genoa al Ferraris, era nelle intenzioni ed è stato poi, confermato dai fatti, un reale “aut aut” dato da Zenga alla squadra: “giocarsi la partita” . E l'undici mandato in campo ha risposto bene, costretto a metter di canto le paure per concentrarsi, appunto, a giocare. Peccato solo per quell'eccesso di confidenza che, sullo 0-1, ha indotto i giocatori a travisare il messaggio dell'allenatore, mettendosi a “giocare con la partita” , ennesimo riscontro di come, quando questa squadra abbia percezione che “il più è fatto” , venga puntualmente bastonata.
Si dovrà lavorare tanto con la psicologia, sul gruppo. Anche se, con un pizzico meno di cautela psicologica, quando sorse l'intenzione di dar spazio a Morimoto sarebbe stato meglio optare per l'immediata sostituzione di Martinez (positivo solo al momento per la rete), resa indolore dalla gioia per il goal segnato, piuttosto che togliere dalla mischia Paolucci, nervoso certo, ma altrettanto bisognoso di quella stessa continuità di gioco che, anche per l'uruguayano, solo un continuativo utilizzo in campo potrà restituire.
Non è stato certo questo a condizionare la partita, di mezzo ancora una volta quelle sviste difensive talmente clamorose da oscurare i pur parecchi interventi risolutori, che salvano Bizzarri. Ma come per la traversa di Bocchetti, o per la conclusione di Sculli, o il salvataggio di testa “rasoterra” su Milito, anche in occasione del goal del pareggio si vedono ben due giocatori del Genoa liberi di staccare di testa a meno di un metro da Bizzarri, la carambola fortunosa che premia la tempestività di Milito è solo l'epilogo d'un concatenarsi d'eventi certamente evitabili con un po' più di concentrazione.
Bene Capuano, un ultimo innesto, sulla corsia destra, e qualche efficace rimprovero, dove serve, uniti alla definizione di alcuni contratti, gioveranno a questa squadra per serrare i ranghi e guadagnare in sicurezza dei propri mezzi, chiamasi così l'anticamera della “personalità” , fondamentale nel quale il Catania migliora, ma resta sempre carente, almeno lontano dal Massimino.
Estrapoliamo, da questo 1-1, il Catania ordinato del primo tempo, e quello cinico quanto risoluto una volta in superiorità numerica, da là in poi operiamo un taglio, come il 4-3-3 ha obbligato gli uomini di Zenga a non aver paura, i 3 impegni di fila che il Catania affrontare ha appena iniziato ad impongono una necessaria valutazione positiva delle cose, almeno fino a quando non ci sarà tempo per rifiatare, riflettere ed operare nel medio-breve periodo.
E' arrivato il primo punto del 2009, - 14 alla Salvezza. |di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 156 volte