Ma se il signor Morganti non si fosse fidato dei suoi vassalli muniti di bandierina, le cose sarebbero andate in maniera diversa? E' questa la domanda che frulla nella testa degli appassionati più ottimisti e garantisti. Da cui però ci si può e ci si deve rapidamente svincolare: gli errori dei direttore di gara stavolta non sono sufficienti a mascherare gli imbarazzanti limiti tecnici, veri protagonisti della sconfitta. E' irriconoscibile questo Napoli, causa del suo stesso male a fronte di una Roma che mostra tutta la sua ritrovata freschezza: le teorie di Spalletti vengono mostrate ai sessantamila con disarmante calma e precisione, rese perfette da leggerezze difensive che lasciano intravedere tutte le lacune di base, a cominciare dal semplice disimpegno in appoggio per finire all'organizzazione della contraerea sui calci piazzati. Stavolta non è bastata la spinta del San Paolo, anzi, dopo dieci mesi sono ricomparsi vecchi e dimenticati fantasmi, con fischi e qualche contestazione in rima, giustificati dalla prestazione umiliante - nonchè per quella di Verona - ed amplificata dall'assenza di notizie di mercato che facciano presagire l'arrivo della cavalleria. Ma questa squadra di cosa ha davvero bisogno, rispetto ai suoi reali obiettivi? Il mercato di gennaio, solitamente dedicato agli scarti in saldi delle altre squadre, può davvero offrire i pezzi mancanti che servono per puntare al quarto posto? O forse questa squadra è davvero completa e competitiva per gli obiettivi stagionali più o meno dichiarati? I 33 punti finora raccolti rappresentano già un grande risultato, in linea con i progetti societari?
Il girone d'andata ci ha consegnato un Napoli protagonista, favorito da una condizione fisica di gran lunga migliore delle dirette concorrenti, grazie alla preparazione anticipata ed alla verve dei suoi uomini migliori. Ma da qui alla fine dei giochi verranno fuori i valori tecnici: la Roma ha mostrato di saper fare calcio, di avere in organico gente con fosforo e piedi buoni, nonchè una capacità di cambiare pelle, quando necessario. Oltre ad avere dalla sua il peso politico di una grande, ovviamente.
Gli azzurri, e non è un problema nuovo, sembrano non possedere varianti tattiche, soluzioni d'attacco che non prevedano il cocciuto sfondamento del muro difensivo, in assenza di gioco e rifornimenti dai lati del campo per una vera punta che in realtà non c'è. Qualcosa insomma che non sia limitata alla speranza che a Lavezzi riesca l'ultimo spunto o l'assist decisivo, magari dopo i soliti 30 metri di corsa ed una manciata di birilli saltati. A strettissimo giro spunteranno Fiorentina e Udinese, altre pretendenti ai posti che contano, e c'è da scommettere che non saranno passeggiate.
Si richiede dunque rapida reazione. |di Marcello Mastice - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 149 volte