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2009-01-29

La Lazio cade anche a Genova e s'inchina a Cassano: E'crisi nera!!


Qualcuno sperava che ci fosse la reazione, ma la reazione non c’è stata. Crolla la Lazio e lo fa nuovamente in maniera pesante. A Marassi infatti un roboante 3-1 premia una Samp formato Cassano e stende una Lazio profondamente in crisi.
La sconfitta di Genova segue quella di domenica scorsa con il Cagliari, ed anche se a tratti la compagine allenata da Rossi è sembrata più mobile e volitiva, la musica è sembrata la stessa senza acuti e con parecchie note stonate. Cambia molto l’allenatore romagnolo. Fuori Carrizo che paga con la panchina il suo pessimo momento e dentro il giovane Muslera.
Rossi promuove anche Siviglia e Cribari, bocciando sia Rozenhal che Diakitè, ma alla fine l’epilogo è sempre lo stesso e la squadra romana resta ancora al palo, incassando ben sette gol in due partite. Eppure nel primo tempo i biancocelesti non sfigurano. Al 5’ però è la Sampdoria a spaventare gli ospiti. Pieri ruba palla a sinistra e scodella in mezzo per Cassano, ma l’anticipo di Siviglia sventa il pericolo. Risponde la Lazio che con un uno due velocissimo tra Meghni e Rocchi, mette i brividi a Castellazzi.
La partita è bella e tirata. La Lazio mostra forza e carattere e risponde con ripartenze fulminee e pericolose alla manovra sostenuta dei padroni di casa. Al 10’ è Tommaso Rocchi a mettere in crisi la retroguardia blucerchiata. Il capitano biancoceleste infatti dribbla due avversari a metà campo e punta dritto verso la porta dei genovesi. Ma al limite dell’area Pieri superato dallo scatto dell’attaccante laziale commette fallo e finisce sul tabellino dei cattivi. Ledesma da calcio di punizione però non inquadra la porta.
Sembra un buona Lazio con un Meghni ed un Pandev davvero ispirati almeno nella prima fase del match. La Lazio gioca, attacca e la Sampdoria passa in vantaggio. Per quella strana legge che nel calcio infatti, punisce chi pecca di concretezza, i padroni di casa si portano sull’1-0. L’occasione si concretizza al 12’ quando Cassano dalla trequarti pennella in area su calcio di punizione un pallone velenoso che beffa la difesa biancoceleste e carambola sui piedi di Del Vecchio. L’altissima punta doriana beffa tutti con un semplice tocco, Muslera compreso, ed è 1-0.
Lo schiaffo della Samp è forte e pesante. Vacilla la Lazio che accusa il colpo. Palombo e compagni mettono in crisi la mediana biancoceleste con rapidi scambi che ispirano spesso le giocate di Cassano. Mazzarri in panchina si sbraccia e incita i suoi ad esser più incisivi. Il tecnico sampdoriano infatti ha capito che la Lazio scesa a Marassi venderà cara la pelle. Che i biancocelesti siano pronti ad una rabbiosa risposta se ne accorge presto anche Delio Rossi, che da fiato alle trombe e ordina ai suoi di spingersi in avanti. L’ordine è ricevuto dalle scuderie laziali che al 30’ confezionano il pareggio. Ledesma che non si è mostrato del tutto impeccabile nei disimpegni ripensa al suo numero migliore, l’assist da metà campo. Un bolide perfetto e calibrato che ammutolisce lo stadio blucerchiato. Il cross dalle retrovie dell’argentino infatti consegna il pallone sui tacchetti di Tommaso Rocchi che con un secco diagonale timbra il cartellino per la settantanovesima volta in maglia biancoceleste siglando l’1-1 e confermandosi sempre più bomber di questa formazione. “Il bello del calcio - spiegava Rossi in conferenza stampa dopo la sconfitta col Cagliari- è che mercoledì c’è già un’altra partita”.
Detto fatto, Rossi ringrazia e la Lazio continua a macinare gioco. Avanza e chiude in attacco la compagine biancoceleste che non sembra sazia. È ancora Rocchi allo scadere, a sfiorare il gol con un tiro al volo da centro area. Castellazzi però salva il risultato deviando in angolo. Brividi e sussulti vanno al riposo, ma al rientro la musica cambia, e la Lazio crolla clamorosamente sotto i colpi di una bella Samp ed un grandissimo Cassano. Al rientro Rossi cambia Rocchi con Zàrate per uno strano turnover deciso probabilmente in chiave Milan. L’argentino cerca di non far rimpiangere Tommi-gol, ma l’impresa non è delle più semplici. L’acuto del talento di Haedo mette subito i brividi ai padroni di casa, quando al 47’ con un prezioso pallonetto dalla trequarti destra chiama Castellazzi al colpo di reni. I padroni di casa rimasti a guardare sino ad allora però si svegliano dal torpore e tornano in vantaggio. E’ Cassano a prendere per mano i suoi e a far il pieno d’applausi. Al 50’ il talento barese mostra a tutti di che pasta è fatto. Punta la porta biancoceleste e con una serie di finte ubriacanti mette fuorigioco mezza difesa laziale. Fuori Lichtsteiner con la prima serpentina dell’Antonio nazionale e poi fuori anche Ledesma con un mezzo passo da campione, prima di battezzare Muslera nell’angolo più distante. Cassano è indemoniato e sale in cattedra dettando tempi e giocate. Passano 5’ minuti e la manovra dei padroni di casa regala un altro sussulto ai tifosi blucerchiati. La difesa biancoceleste ha accusato oltremodo il vantaggio doriano e resta in bambola. I padroni di casa allora affondano il colpo e chiudono i conti, quando da calcio d’angolo Zigler disegna l’assist perfetto per Stankevicius, che di testa porta a tre le reti della Samp. Duro, pesante e improvviso è il colpo sferrato dagli uomini di Mazzarri. La Lazio perde la bussola e per più di un quarto d’ora si consegna agli avversari. Il Cassano show non accenna a calare il sipario e il pibe doriano mette ancora ko la retroguardia romana. Il barese riparte con le sue finte da capogiro e costringe Lichtsteiner ad atterrarlo. Per Ayroldi è calcio di rigore.
Muslera però ha voglia di rivalsa nella sua notte speciale che lo ha rivisto titolare per la prima volta in questo campionato. Belluci calcia di potenza ma il giovane uruguaiano vola e manda in corner. La Lazio ci crede e torna a spingere sull’acceleratore. Dentro Foggia e Matuzalem, fuori gli opachi Mauri e Meghni. Il folletto partenopeo si prodiga in attacco cercando il fraseggio con Pandev e Zàrate. Ma il tridente nano nella notte di Genova non brilla affatto e resta a brancolare nel buio. Mancano idee e concretezza tra gli avanti laziali e con il passare dei minuti la luce biancoceleste si spegne del tutto. Perde la Lazio e perde ancora con un pesante passivo. Torna a casa a testa bassa con la seconda sconfitta consecutiva nell’arco di tre giorni, che impone a tecnico e giocatori una profonda riflessione. Tra confusione in difesa e pochezza in attacco, l’obbiettivo europeo si allontana paurosamente. Il bello del calcio, come dice Rossi è che c’è subito un’altra occasione. Domenica però all’Olimpico ci sarà il Milan e lì ci vorrà davvero tutt’altra Lazio.
|di Alessandro Zappulla La Provincia - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 173 volte


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