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2009-02-02

Brutto Catania, perde in organizzazione di gioco


È una gara che il Catania non rinuncia, a giocare, ma non riesce, a giocare.
Tanti i fattori condizionanti, il meno rilevante di tutti è il campo , vale per gli etnei come per i bergamaschi, un pantano indegno di ospitare qualsivoglia manifestazione sportiva che adotti il manto erboso come terreno di gioco.
Una volta maturato il vantaggio, certo, la difficoltà d'impostare gioco incide più sulla manovra etnea, ma ciò non toglie che, quel che il Catania non riesce a fare con centinaia di passaggi, provare ad andare a rete , all'Atalanta, vantaggio o no, campo o no, riesce con due tre tocchi.
C'è ingenuità , anzitutto, alla base di una sconfitta evitabilissima; figlia delle continue leggerezze che si concede la difesa, ma non solo. Troppi gli errori, non tecnici, ma di superficialità , evidenti quanto spesse volte, fortunosamente, passati impuniti d all'imprecisione atalantina.
Carattere, altro aspetto evidenziabile; una volta subito il vantaggio la squadra di Zenga non riuscirà più ad imbastire azioni offensive degne di nota, Del Neri fa valere tutta l'esperienza maturata in A e chiude ogni varco agli etnei, Zenga cambia poco o nulla, si fida dell'assetto tattico proposto sin dal primo minuto, e soprattutto di Martinez , magari aspettandosi una rete come a Genoa, viste le premesse d'una prestazione deludente da parte dell'uruguyano.
Non arriva nulla; né reazione , né goal, né punti. L'innesto di Izco mette verve al centrocampo che resta comunque troppo impreciso e poco organizzato a fronte di un assetto quasi impenetrabile come quello orobico, dove i giocatori non sbagliano, o raramente lo fanno, un appoggio o un lancio lungo, si chiudono e ripartono . Col senno di poi più opportuno sarebbe stato metter fuori Martinez, per l'argentino.
Approssimazione, che appare palese al 20° (?) fuorigioco fischiato contro, cadere nella trappola può starci, ma non con tale recidività. Tutto ciò indice di come, pur lasciando l'iniziativa agli etnei, dopo l'1-0, sia comunque l'Atalanta a dettare tempi e modi del gioco , tempi e modi ai quali i rossazzurri né s'adattano né riescono a scardinare, semplicemente soffrono, e mai riescono a capire di dover tentare più conclusioni che passaggi.
Mettiamo un pizzico di sfortuna, ché sarebbe stato bello vedere Vieri fino al termine della gara, e caso non è se la rete del vantaggio atalantino arriva proprio dopo la sostituzione dell' EX per definizione.
All'appello, dulcis in fundo, non poteva che mancare la svista arbitrale, ancora una volta decisiva quanto clamorosa, evidentissima. La rete di Mascara , al 94' è sacrosanta, non renderà merito agli equilibri della gara ma è regolare, e davvero non si riesce a comprendere il perché, l'assistente di Dondarini, sbandieri il fuorigioco. Con la moviola in campo sarebbe stato 1-1, ed invece “il gioco” premia per l'ennesima volta i nerazzurri, ieri l'Inter, oggi l'Atalanta.
Analizzate tutte le componenti val la pena però concentrarsi su quelle che il Catania può migliorare con mezzi propri; concentrazione, grinta ed assetto in campo , componenti che non riguardano solo i giocatori ma anche lo staff tecnico , che dovrà proporre qualcosa in più in termini di schemi offensivi, alternative che consentano agli attaccanti d'essere efficaci in qualunque condizione di gioco e con qualunque difesa opposta.
Una postilla: senza mettere in dubbio gli studi di Gianni Vio, e la sua professionalità, ma questo “+30%” nelle palle inattive del Catania proprio non si vede; sempre lanci sbilenchi, ostinati e ripetuti tanto da non capire se è il tiro, sbagliato, o lo schema, a non funzionare.
|di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 183 volte


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