Commentare le partite tra Catania e Juventus è un pochino difficile per chi come me è juventino fino al midollo, ma anche profondamente legato a Catania e dunque alla sua squadra di calcio, come dire, il cuore bianconero ha qualche momento di difficoltà ad esserlo fino in fondo.
Ma commentare Catania – Juventus di ieri è ancora più difficile, perché la gara che si è sviluppata in campo è stata decisamente diversa da come poteva svilupparsi in condizioni normali, e comunque la cosa che ritengo vada commentata prima di ogni altra cosa è la prestazione di Morganti, uno di quelli ritenuti tra i migliori fischietti in Italia e dunque in Europa.
Se Morganti ieri è stato in buona fede, evidentemente era davvero in giornataccia, dunque possiamo pur perdonargli di avere in buona parte rovinato una gara che poteva essere sicuramente migliore di quella, comunque avvincente, che si è vista in campo; ma consentitemi la malizia di pensiero, e dunque di ritenere che Morganti abbia arbitrato, a mio giudizio, in conseguenza delle dichiarazioni di Mourinho del giorno prima, e dunque psicologicamente condizionato da questo can can che la Milano nerazzurra sta inscenando da ultimo, ossia fare del vittimismo anche quando converrebbe a tutti loro stare zitti, tenuto anche conto, tra l’altro, che la squadra nerazzurra non possa proprio lamentarsi degli arbitraggi, visto come vengono risparmiati i giocatori interisti da sacrosante ammonizioni, vedasi da ultimo gare contro Torino e Lecce, e ricordando a me stesso che siamo tutti in attesa del primo rigore contro i nerazzurri in questa stagione.
Solo così posso spiegarmi cinque cartellini in mezzora, a danno di giocatori bianconeri in una gara abbastanza corretta, anche se combattuta; solo così posso spiegarmi l’affrettata espulsione di Iaquinta, che se a volere essere fiscali poteva anche starci, la ritengo assurda al 12’ del primo tempo, a primo fallo di gioco, entrata decisa ma non dura e cattiva; solo così posso spiegarmi che, con questo metro di giudizio, anche Sissoko doveva raggiungere anzitempo gli spogliatoi, ma sarebbe stata forse prova di ostilità manifesta, tenuto conto che altri, con quel metro di giudizio (su tutti Tedesco, ma anche Stovini ed anche l’ex Baiocco), dovevano finire anzitempo la gara; solo così posso spiegarmi che dopo avere di fatto intimidito i giocatori bianconeri nel primo tempo, nella ripresa è stato molto più morbido nel giudizio, specie dopo il pareggio rossazzurro; e mi spiego pure il netto rigore non dato al Catania (è apparso chiaro anche dalle tribune), o non ha visto, cosa possibile essendo coperto sia lui, sia l’assistente di linea collocato dalla parte opposta, o se l’ha visto, più che favorire la Juventus, dato che un pari o una sconfitta al Cibali avrebbe cambiato poco la sostanza delle cose, è un errore (l’ennesimo a danno degli etnei) utile a favorire le altre in zona retrocessione, dato che una vittoria del Catania avrebbe messo al riparo gli etnei da possibili ritorni delle squadre pericolanti, tra le quali (cattivi pensieri miei), ci sono il Torino, squadra che fa comodo avere in A, in chiave anti Juve, o il Chievo, legato a doppio filo agli etici di Milano, o la Reggina di quel Foti legato a doppio filo con Galliani, per non dimenticare il Bologna neo rientrato in A e dunque espressione di una piazza che fa comodo avere nella massima serie.
Come dire, temo che cose “strane” ne vedremo ancora molte fino alla fine della stagione, il tutto per dimostrarsi che il messaggio mafioso di Mourinho è stato recepito.
Insomma, sospetto che Morganti abbia avuto il chiaro intento di portare la gara sui binari di un risultato di parità che sarebbe servito poco ad entrambe (o meglio per nulla alla Juve, molto poco al Catania), cosa che non è accaduta per l’inopinato liscio di Terlizzi in pieno recupero.
E magari da un episodio così fortuito quanto fortunoso, potrebbe cambiare il vento nel cammino bianconero, Moratti e soci permettendo!
LA TATTICA - Juventus scesa in campo con il 4 – 4 – 2 con la difesa praticamente obbligata, Mellberg centrale, centrocampo con Camoranesi e Tiago e coppia offensiva Amauri – Iaquinta; Catania invece con il suo solito 4 – 3 – 3, che in realtà è un centrocampo a 5, giocando Tedesco e Mascara molto bassi, e dunque tre centrali di quantità, Izco – Baiocco – Biagianti (giocatore davvero interessante quest’ultimo), e Morimoto punta centrale.
I rossazzurri evidentemente avevano ben preparato la gara, giocando intanto con lanci lunghi a scavalcare il centrocampo, per lanciare Morimoto, più veloce di Mellberg, o provando a sfondare per vie centrali su palle inattive, e non a caso i primi pericoli per i bianconeri venivano prodotti in questo modo, con Buffon provvidenziale ma una difesa un po’ molle.
Tuttavia la Juventus mostrava di avere un piglio diverso rispetto alle ultime gare, Tiago a centrocampo dava maggiore ordine, e Camoranesi dava qualità alle azioni d’attacco, e così la Juve trovava subito il gol del vantaggio, su una punizione procurata proprio da Iaquinta, ben lanciato in velocità, che costringeva al fallo Stovini, proprio al limite dell’area di rigore; sul calcio piazzato era lo stesso Iaquinta a svettare prepotentemente di testa e battere Bizzarri.
Dopo un minuto il “fattaccio”, l’espulsione dello stesso Iaquinta, che scombussolava i piani della Juve, anche se, dovendosi meglio serrare le fila, la squadra non mostrava di soffrirne più di tanto della inferiorità numerica, grazie al notevole lavoro di Amauri, che da solo riusciva a tenere in apprensione la retroguardia rossazzurra, arrivando anche a sfiorare il raddoppio con una conclusione al volo di poco fuori.
Zenga addirittura inseriva una altra punta, giocando con la difesa a tre, ma almeno per tutto il primo tempo, senza risultati apprezzabili.
Nella ripresa, una doppia indecisione Grygera – Buffon, consentiva a Morimoto di pervenire al pareggio, e per una decina di minuti la Juventus mostrava di avere subito il contraccolpo psicologico, subito dopo un tiro di Baiocco colpisce la traversa, Morimoto ancora pericoloso in due occasioni, difesa bianconera spesso in affanno sulle manovre avversarie.
Con il passare dei minuti però la foga dei catanesi andava via via spegnendosi, mentre i bianconeri cominciavano ad uscire fuori dalla propria metà campo con maggiore convinzione, e gli ultimi dieci minuti vedevano azioni su azioni dei bianconeri, con cinque calci d’angolo frutto di iniziative soprattutto di Amauri, e nell’ultimo della serie, a tempo scaduto, un clamoroso liscio di Terlizzi consentiva a Poulsen di battere comodamente a rete, per una vittoria che mette fine alla striscia negativa di gennaio.
IL FATTO - Come detto, sull’economia della gara ha pesato la direzione di Morganti, e dunque gli elementi di valutazione non possono non tenerne conto.
Ed è un peccato, dato che nei minuti iniziali, si era vista una Juve che se da un lato aveva qualche problema a contenere sul lato destro le azioni degli etnei, ma in possesso di palla, dava la sensazione che, pur con l’assenza di Del Piero, poteva prendere in mano le redini della gara: la coppia Iaquinta – Amauri, potente atleticamente ma anche valida per dare supporto ai compagni e per consentire diverse soluzioni offensive, di velocità per Iaquinta, di forza fisica per Amauri; il supporto di Camoranesi, decisamente in giornata, e sempre in grado di saltare l’avversario e produrre superiorità numerica; l’ordine di Tiago, che dopo un avvio in sordina, ha mostrato che quest’anno è decisamente tornato ai livelli che gli competono; la quantità di Sissoko e Nedved, che nel prosieguo della gara, in inferiorità numerica, hanno davvero lavorato tantissimo, finendo davvero sfiniti.
Ecco, la Juve che si poteva vedere al Cibali era quella dove il centrocampo mostrava di funzionare alla grande, di poter fare la differenza e di poter rifornire al meglio una coppia d’attacco bene assortita: purtroppo la si è vista per dieci minuti e basta.
Poi si è vista, nel primo tempo, una Juve che ha stretto i denti, che ha resistito ripartendo anche bene, insomma la Juve che fa dell’umiltà e del sacrificio le sue doti migliori.
Cosa che non c’è stata invero nella ripresa, almeno fino a un quarto d’ora dal termine, l’uscita di Camoranesi ha tolto mordente, Marchionni ha dovuto badare più alla fase difensiva, i supplementari di mercoledì si facevano sentire su molti giocatori.
Forse si poteva cambiare prima qualcosa, ed anche in modo diverso, però alla fine è arrivato il risultato pieno, quando ormai si pensava al pareggio, e dunque ad un ulteriore allontanamento dall’Inter.
Così non è stato, ci sono sempre sette punti di distacco, ma il confortante rientro di giocatori come Tiago e Camoranesi, lascia ben sperare, anche se qualcosa va registrato in difesa.
Buffon è stato decisivo in alcune occasioni quanto impreparato nell’azione del pareggio, e non è la prima volta da quando è rientrato; la difesa soffre se presa in velocità, si è visto sia contro l’Udinese, sia contro il Cagliari ed anche contro il Catania, e dunque qualcosa va meglio registrata, anche se purtroppo Ranieri è con i giocatori contati: forse si poteva cercare qualcosa a gennaio, o comunque, viste le buone prove di Ariaudo, potrebbe essere utilizzato di più, anche per fare rifiatare qualche compagno. |di Antonio La Rosa - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 190 volte