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2009-02-11

Ancelotti, è tempo di riflettere


Manca la capacità di prendere un giovane e inserirlo stabilmente in squadra.
Otto punti dalla vetta sono tanti. Forse troppi. Ma a preoccupare di più è la scarsa costanza di una squadra che ogni anno, puntualmente, si fa del male da sola perdendo punti preziosi contro le ”provinciali”. Di fatto, escludendosi dalla corsa allo scudetto.
Il Milan contro la Reggina non ha lesinato impegno e dedizione, ma ha mostrato più quantità che qualità. Più gambe che testa. E da una squadra che può vantare nel proprio organico fuoriclasse assoluti ed esperti come pochi ce ne sono in giro, non puoi aspettarti che sia proprio la qualità a fare difetto o, men che meno, la concentrazione.
In una serataccia che più serataccia non poteva essere, a parte il solito straordinario Beckham, ha destato una buonissima impressione Flamini, apparso finalmente lucido, grintoso, determinato come sempre vorremmo vederlo. L’atteggiamento con cui la squadra affronta certe partite, non ci piace. La sufficienza, anche nel calcio, non porta mai da nessuna parte. Infortunio a parte, Kakà sta attraversando un momento di forma non proprio strabiliante.
Questo, nell’economia complessiva del gioco, si avverte in maniera particolare. In difesa soffriamo troppo. Lì il Milan necessita assolutamente di innesti di classe e di personalità. Giocatori importanti capaci di dare sicurezza a tutto il reparto. Speriamo possa esserlo Thiago Silva, di cui tutti dicono un gran bene. Speriamo, soprattutto, di recuperare al più presto il miglior Alessandro Nesta. In attesa del danese Agger.
Certo è che disporre di buoni calciatori e mandarli via senza neppure essere riusciti a capire quanto valgano, non è pratica sulla quale consigliamo di insistere. Chissà, ad esempio, come si sarebbe comportato Gilardino potendo usufruire, oggi, di tutti i cross adesso indirizzati, da Beckham, nel deserto. Su questo Mastro Ancelotti farebbe bene a riflettere. La lista è troppo nutrita per passare ancora inosservata. Da ieri, oltre a Gourcuff, va inserito anche Di Gennaro. Domani, magari, sarà la volta di Cardacio, di Darmian e di Viudez. Un dramma se anche loro dovessero esplodere da qualche altra parte. Ogni tanto bisognerebbe avere il coraggio di prendere un giovane e buttarlo nella mischia.
Gianni Rivera, Franco Baresi, Paolo Maldini. Tutti e tre hanno esordito giovanissimi in prima squadra e non ne sono più usciti. Hanno fatto la storia del Milan. Noi pensiamo che Darmian e Cardacio non siano peggiori di Sanderos ed Emerson.
Eppure continuano a essere ignorati. Continuano a non giocare. Ad Ancelotti queste intuizioni mancano. E’un grande stratega, un grande allenatore. Gli manca, però, la capacità di prendere un giovane e inserirlo stabilmente in squadra. Il derby si preannuncia come la grande occasione per Ronaldinho. Libero da equivoci tattici, il brasiliano potrebbe dimostrare “urbi et orbi” di che pasta è fatto. I favori del pronostico sono tutti per l’Inter.
Ci vorrà il massimo impegno per avere la meglio sui cugini e riaprire, per l’ennesima volta, il campionato. Sentiamo parlare di Inzaghi come alternativa a Ronaldinho. Noi riteniamo che, contro l’Inter, Inzaghi e Ronaldinho debbano giocare entrambi. Assente Borriello, nessuno meglio di Superpippo potrebbe tentare di scardinare la difesa interista profittando, magari, delle intuizioni e dei lampi di classe di Ronaldinho. La mancanza di un centravanti vero comincia a farsi sentire.
Se, come sembra, dovesse rientrare pure Nesta, in difesa saremmo più coperti. Ci rendiamo conto che il contemporaneo impiego di Beckham, Pirlo e Ronaldinho dietro a Inzaghi e Pato, potrebbe significare la panchina per uno tra Massimo Ambrosini e Clarence Seedorf. Ma è anche vero che, mancando Kakà, non far giocare Ronaldinho sarebbe deleterio. Dicevamo di Gilardino. Consentiteci una divagazione.
Il Gila, al Milan, ne ha avute di occasioni per sfondare. Diciamo che non le ha capitalizzate. Oggi a Firenze accade il contrario. Basta che tocchi il pallone e fa gol. Ma un conto è giocare nella Fiorentina, dove quasi tutto il gioco d’attacco passa da lui, e un altro è giocare nel Milan dove la fase offensiva ha tanti interpreti e tutti uno meglio dell’altro. Dove palloni giocabili ne arrivano di meno e quelli che arrivano devi buttarli dentro. Nel Milan non puoi permetterti di sbagliare. Altrove sì. Il Borriello ammirato a Genova vale il miglior Gilardino. Rispetto al Gila, Borriello ci sembra più potente, meno tecnico ma più finalizzatore, più abile nel gioco aereo meno, forse, palla a terra. Marco riesce a dare alla squadra una profondità parecchio importante. Il Gila no. E’ più leggerino, forse più rapace, più rapido nel breve, ma non in grado di reggere, da solo, tutto il peso dell’attacco. Detta così ci teniamo Borriello e ne siamo contenti. Certo è che Marco deve sbrigarsi. Il suo immediato recupero è fondamentale. Praticamente indispensabile per il prosieguo del campionato.
|di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 179 volte


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