E Kakà alimenta le speranze dei tifosi: "Ok per il derby? Vedremo".
Pochi giorni ancora e sarà derby, una partita tra le più affascinanti, senza dubbio la più sentita dai tifosi. I ragazzi si avvicinano a questo appuntamento consapevoli (almeno lo speriamo vivamente!) di avere a disposizione un solo risultato utile su tre: se vogliamo bloccare la corsa dell’Inter, acquisire stimoli fondamentali, prendere coscienza del nostro mostruoso potenziale - quest'anno mai espresso del tutto - e lottare fino all’ultima giornata per lo scudetto, non ci resta che la vittoria.
Ma l’umore della squadra non è certo dei migliori dopo il pareggio interno con la Reggina: un risultato che pesa ancora come un macigno; una partita non certo giocata splendidamente, su un campo, oltretutto, da adibire a qualsiasi uso fuorchè a quello sportivo. Sabato avremmo anche vinto se tale Pierpaoli da Firenze non avesse deciso di diventare protagonista assoluto del match con una serie di decisioni (non solo il gol annullato) che certo non gli faranno aumentare a breve le sue 20 presenze in Serie A. Ad alcuni queste sembreranno scuse atte a mascherare una prestazione scadente, ma in realtà sono solo fatti oggettivi che vanno anch’essi messi in evidenza, insieme alle pecche ed ai difetti della squadra, affinchè il lettore possa avere un resoconto completo dei novanta minuti.
La realtà va analizzata nei suoi molteplici aspetti, e non solo in un senso. In più, come se non bastasse, a farci passare delle notti tribolate, quella stramaledetta partita (e quello stramaledetto campo soprattutto) ci ha lasciato in eredità l’infortunio, seppur leggero, del nostro uomo simbolo: Kakà. Quando vi scriviamo le condizioni di “Riccardino” sembrano essere migliorate a tal punto che la possibilità di vederlo all’opera nel derby non sono più meno di zero come lo scarno comunicato ufficiale di domenica faceva pensare; tant’è che lo stesso giocatore all’uscita da Milanello, al termine dell’allenamento di ieri, ai tifosi che lo interrogavano sull’eventualità di una sua presenza nella stracittadina, ha risposto con un “…vediamo”. Una sola parola che, se non ci dà nessuna certezza, almeno regala la forza per vivere con più ottimismo la marcia di avvicinamento a domenica sera. I numeri dicono che quest’anno senza Kakà si è sempre perso: oltre ad essere insostituibile è l’unico giocatore nella nostra rosa che con una giocata imprevedibile, sia essa un assist, un’accelerazione, un gol, può decidere le sorti di una partita. Anche averlo in panchina sarebbe importante come un’arma da giocarci qualora il match fosse ancora in bilico. Se Kakà non dovesse farcela non dobbiamo fasciarci la testa prima di cadere, ma fare di necessità virtù. Le alternative sarebbero diverse, ma secondo noi la più credibile e la più probabile è quella che vede Ronaldinho insieme a Seedorf sulla trequarti e Pato come unica punta sulla falsa riga delle ultime partite. Certo il Ronaldinho visto nell'amichevole di Londra contro l’Italia non è certamente ai livelli di Kakà, ma vista l’importanza della gara, e l'adrenalina che suscita, potrebbe essere lui (come all'andata) il prezioso uomo chiave.
Meno probabile invece è l’impiego di una mezza punta dietro Inzaghi e Pato, anche se Superpippo in partite del genere è sempre apparso positivo. A centrocampo non dovrebbero esserci dubbi con Pirlo centrale e Ambrosini-Beckham sugli esterni; le perplessità sorgono in difesa, e in particolare per chi dovrà occupare il ruolo di centrale al fianco di Paolo Maldini. Non è che non ci sia l’imbarazzo della scelta (unico indisponibile lo squalificato Bonera), ma l’ipotesi paventata da qualcuno di inserire Nesta, al ritorno in campo dopo molti mesi di stop, sembra piuttosto rischiosa. In questo momento la soluzione più affidabile indirizza su Kaladze, anche lui al rientro. Nella speranza che i nostri ragazzi diano il massimo, non lesinando alcuno sforzo, vorremmo concludere commentando brevemente le voci che vorrebbero Ancelotti a giugno sulla panchina del Chelsea, o comunque lontano da Milano: fermo restando l’affetto che sempre ci legherà a lui per ciò che ha vinto, pensiamo che forse quella della separazione consensuale sia la scelta più giusta per tutti, per una squadra che deve riaprire un ciclo e per nuovi stimoli nella sua carriera, ma che la scelta del sostituto vada ben ponderata evitando scelte azzardate e molto rischiose (vedi Leonardo). |Raffaele Vicentelli - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 203 volte