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2009-02-13

Bologna, la pietra tombale


E’ stata detta la parola fine. Con una conclusione degna dei suoi 5 anni di mandato, il Sindaco Sergio Cofferati, cremonese tifoso dell’Inter e prossimo cittadino genovese (una delle scelte compiute dal PD che ti spiega molte cose sulle dinamiche elettorali italiane ) chiude su Repubblica la porta in faccia alla famiglia Menarini. “ Non ho mai promesso che si farà lo stadio “, equivale a – fatta la debita tara su trine e merletti classici del confronto politico, condito da “ ci presentino il progetto…” bla bla bla – “ chi vi calcola? “ Io sospettavo che sarebbe finita così, parlo da un pezzo di situazione insostenibile, in cui la voragine economica si sposa all’incertezza politica, oggi diventata sfida, presa per i fondelli (a luglio i Menarini erano gli eroi istituzionali).
Credo che in questa chiave siano più comprensibili – anche se molti continueranno a giudicarle non condivisibili – le mie prese di posizioni del tipo “ roba da ricovero coatto “, frase, detta da me in radio lunedì scorso, riferita ai “ turbamenti da mercato “ di una parte della tifoseria. Adesso tutto passa in secondo piano, perché il Bologna ripiomba nell’incertezza. Da qui a giugno, e probabilmente anche un bel po’ oltre. No, non si tratterà di stipendi in ritardo o non pagati, di IRPEF evasa: in questo i Menarini – tra i pochi - sono inappuntabili. Si tratterà della percezione che Bologna è calcisticamente instabile. Brutto, con la situazione di classifica che abbiamo.

1. Soluzioni? Io ne vedo una sola, al momento, a meno che non compaia Mister X dal nulla o non riappaia Pozzo. Non è uno che mi inviti a mangiare i tortelloni o che abbia avuto particolari rapporti con la stampa, anzi…Però è l’unico che in città ha dimostrato di gestire lo sport professionistico a un certo livello. Sì, penso a Claudio Sabatini. Che ha un vantaggio non piccolo: non vuole uno stadio nuovo, gli va bene quello che c’è, lo ha detto chiaramente tre domeniche fa al Pallone Gonfiato.

2. Errori da non fare? Anzi tutto il fatto che manchi totalmente gente esperta di calcio. Un diggì, o diesse, che ne mastichino da tempo e siano in grado di orientare le scelte PRIMA di subire i capricci degli altri club o dell’allenatore di turno (i casi Bernacci e difensore centrale sono esempi classici, in questo senso).

3. Cosa fare per diventare società forte? Mah, in teoria ce ne sono, e non mi riferisco né alle tre grandi e al Napoli, altre dimensioni di tifo, né a Roma e Lazio, puntellate per puro opportunismo capitolin-politico. L’Udinese e la Sampdoria corrispondono a un buon modello tecnico, ma soffrono come noi, in questa stagione, essendo entrambe, con organici di maggiore qualità, arrivate a un passo dall’esonero del coach. C’è un piccolo particolare, ed è che il presidente della Samp fa il petroliere, ma pure si colloca in un ambito che non è certo paragonabile a Moratti. An fa mèga al sburòn, per sintetizzare. In più subisce la supremazia cittadina del Genoa. Attenzione: il giorno – chissà, forse non così lontano – che molla Preziosi, il Genoa scompare. Ci lavorano un campano che vive e opera a Como ( Preziosi, appunto ), vicentini, perugini, una corte dei miracoli ex-moggiana che ha già fatto il capolavoro della “ valigetta “ e conseguente retrocessione dalla A alla C e ne può combinare sicuramente delle altre. Il Toro? Ah, beh, è stato anche la miglior squadra d’Italia, come noi. E a metà degli anni ’70 è tornato in alto ( come Cagliari e Verona, tanto per dire che stiamo parlando del mesozoico ). Adesso spende, dissipa, dilapida e oggi sarebbe retrocesso. La Fiorentina? Mah, visto il casino politico che c’è là, se non gli fanno fare lo stadio nuovo i Della Valle restano? Sicuri? Tanto che gliene frega, sono marchigiani, non debbono mica rendere conto alla città. E poi spolvero, investimenti, Corvino, ma cos’han vinto? E cosa vinceranno? L’unica cosa rilevante che hanno fatto è un salvataggio truffaldino e lecca Moggi all’epoca di Calciopoli.

4. In questo contesto dovrà essere molto bravo Mihajlovic, a cui – paradossalmente - gioverà la forzata assenza di Osvaldo. Il tema non è Marazzina o Bernacci ( toccheranno pochi minuti a entrambi ) ma i temi sono Adailton, Valiani, Marchini, Volpi, e poi Mutarelli, quando sarà a posto. Ci dovremo salvare, fondamentalmente, in mezzo alle liti sullo stadio e sulle elezioni, con chi è stato preso da Arrigoni e Salvatori. Auguri? Sì, auguri. Anzi, in culo alla balena.
|di Alberto Bortolotti - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 155 volte


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