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2009-02-18

Milan, rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo


C’è da salvare una stagione prima dell’inevitabile resa dei conti.
Non c’è tempo per recriminare sugli errori arbitrali, sul gol di mano di Adriano e sul rigore non dato a Inzaghi. Su questo Milan che pur giocando meglio dell’Inter esce sconfitto da un derby ben giocato e spettacolare come non mai.
Il Milan è figlio delle proprie contraddizioni. Dei propri limiti. Paga i tanti infortuni (Nesta, Gattuso, Borriello), l’età di Maldini, taluni equivoci tattici, lo stato di forma parecchio precario di Kaladze. La difesa è da rifondare. Tre le note positive: Abbiati, Ronaldinho e Pato. Il portiere rossonero ha evitato, anche stavolta, che la squadra subisse un passivo peggiore. Ronaldinho ha giocato una partita strepitosa, di altissimo contenuto tecnico e tattico. Non ha sbagliato un pallone e ha illuminato la partita con la classe e la genialità delle sue giocate.
Pato s’è sobbarcato il peso di tutto l’attacco rossonero. Ha siglato l’undicesimo gol stagionale in campionato. Ha fatto ammattire la difesa dell’Inter. A soli 18 anni, scusate se è poco. Contraddizioni ce ne sono.
Stride, ad esempio, l’atteggiamento di Galliani nei riguardi di Ancelotti. Il rapporto non ci pare più idilliaco come sempre è stato. Questo preoccupa. L’allenatore si dice convinto di restare in panchina ancora tanti anni. La società non commenta, tace. Galliani parla addirittura di squadra con difetti macroscopici, e invita i giornalisti a rivolgersi all’allenatore. Tira aria pesante. Aria di bruschi cambiamenti. Il Milan visto contro l’Inter ci è parsa formazione atleticamente in salute, ben organizzata e ben messa in campo.
I difetti li conosciamo. La squadra è troppo vulnerabile in difesa, specie sulle palle alte. Manca un bomber di razza da sganciare in area avversaria. Servono come il pane due ottimi difensori centrali. Se avessimo avuto Nesta, Gattuso e Borriello, oltre a Kakà, il derby, non l’avremmo perso. Il Milan è anche squadra che si smarrisce troppo colpevolmente e troppo in fretta con le provinciali. Dilapida, ogni anno, punti preziosi. Adesso c’è da salvare una stagione prima dell’inevitabile resa dei conti.
Fuori troppo presto dalla Coppa Italia, fuori troppo presto dal giro scudetto, rimangono la Coppa Uefa e il secondo posto dietro all’Inter. Poca roba per Galliani che ha sempre creduto nella vittoria finale e indicato, nello scudetto, l’unico obiettivo stagionale.
Quattro anni di fila trascorsi ad assistere ai trionfi nerazzurri sono troppi. Anche per gente navigata come Galliani e Braida. Il calcio è fatto di cicli. Questo sembra quello dell’Inter. Brava e fortunata.
Mentre Beckham si appresta a rescindere il contratto che lo lega ai Galaxy, cominciano a circolare i nomi dei difensori più papabili in vista della prossima stagione. Mexes e Agger quelli più gettonati. Confermatissimi Zambrotta e Jankulovski con Mattioni e Antonini pronti a dare il cambio, preso Thiago Silva cui andrà il compito, tutt’altro che facile, di non far rimpiangere Maldini, confermati Bonera e, forse, Kaladze in attesa del recupero (lontano e incerto) di Nesta, l’acquisto del romanista, o del danese in forza al Liverpool, o di entrambi, potrebbe andare a completare un reparto che ci auguriamo venga finalmente costruito in maniera più attendibile, logica e solida. Su Senderos la Società valuterà il da farsi. Tutto si può dire ma non che abbia entusiasmato. Almeno fino ad adesso. Sheva è l’altro acquisto che sta deludendo. Andava individuata una valida alternativa a Inzaghi, che non è eterno e non è più in grado di reggere su più fronti. L’unico che gli somiglia è Paloschi. Per fortuna è ancora del Milan.
Guai a considerare la stagione persa del tutto. C’è un secondo posto da conquistare, una Coppa Uefa da vincere. Questa è una squadra cha ha un presente e soprattutto un futuro. Bisogna risolvere taluni equivoci tattici. Il compito di Mastro Ancelotti non è e non sarà facile. Del resto, è quello di inizio stagione.
Ci sono fuoriclasse ai quali non puoi rinunciare. Attorno ad essi, occorre creare una squadra. Operando scelte dolorose. Curando i legami tra i reparti. Mescolando talento, forza e fantasia. Se devi far giocare Bekcham, Ronaldinho, Kakà e Pato, non puoi aggiungere sempre Seedorf, bensì Gattuso o Ambrosini. Pato lo puoi alternare con Borriello a seconda degli avversari, ma se Marco si infortuna e non hai più nessuno, sono dolori perché ti viene a mancare l’ariete. In difesa e a centrocampo bisogna avere le idee chiare. Una casa si costruisce dalle fondamenta. La panchina deve essere importante e in grado di dare un buon contributo. I campionati si vincono con 18 titolari. Gli acquisti di Mattioni e Thiago Silva indicano che la Società è vigile sul mercato e vuole ringiovanire i ranghi partendo dalla difesa.
Occorreranno ritocchi pure a centrocampo e in attacco. Quest’anno difficilmente abbiamo potuto contare su due elementi intercambiabili in rosa. Il teorema di Galliani ha fatto cilecca.
|di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 189 volte


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