Baldini "Cannavaro grande capitano, non mollare. San Paolo arma a doppio taglio"
Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli.net all'ex capitano di Napoli e Genoa, Francesco Baldini. Con la maglia azzurra tra A e B ha collezionato in campionato 176 presenze realizzando due gol. Per vari campionati capitano partenopeo, il difensore originario di Massa ha sofferto il declino tecnico-societario dell'ambiente napoletano che sfociò in una vile aggressione messa in atto da una gruppo di facinorosi nel dicembre del 2002 mentre rincasava nel quartiere Posillipo.
Il Napoli non attraversa un buon momento, tra un mercato di riparazione troppo rinunciatario, forma fisica approssimativa ed alchimie tattiche di Reja, cosa sta incidendo di più sulla crisi azzurra?
"La scelta di partecipare all'Intertoto sta sortendo effetti catastrofici. In questo momento cosi' difficile bisogna stringersi intorno alla squadra. Critiche ed attacchi sono controproducenti soprattutto nei confronti dell'allenatore che nonostante i risultati negativi ci mette sempre la faccia e rispetta ancora i suoi ideali".
Quanto scotta la palla al San Paolo quando i risultati sono negativi?
"Il San Paolo è un'arma a doppio taglio. Se attraversi un buon momento il pubblico ti trascina oltre l'ostacolo, mentre quando non vinci ti incute timore. Bisogna avere qualità tecniche enormi, talento e carattere per giocare in una piazza esigente come Napoli".
Quando le cose non vanno bene a pagare di più è sempre il rappresentante della squadra cioè il capitano. Cosa senti di dire in qualità di ex capitano a Paolo Cannavaro contestato dal pubblico?
"Paolo Cannavaro è un grande giocatore ed un amico, ha qualità e personalità per smentire una parte della tifoseria che lo ha fischiato. Gli consiglio di stare tranquillo e di giocare senza l'ansia di sbagliare. Un capitano nel calcio ha onore ed oneri, a Napoli poi questo ruolo è oltremodo pesante. Chi porta la fascia al braccio è come se difendesse non solo una squadra ma una città intera quindi è facile salire sul banco degli imputati quando le cose girano male. Dopo l'epoca Maradona anche Bordin, Ayala e Taglialatela furono criticati, ma è giusto cosi'. Il termometro del tifo sale e scende, bisogna accettare anche le critiche".
Nel dicembre del 2002 dopo Napoli-Palermo finita 0-0, fosti vittima di una vile aggressione mentre rincasavi nel quartiere Posillipo. Perchè questi tifosi o presunti tali arrivarono a compiere una gesto cosi' grave?
"La cattiva gestione societaria esasperò l'animo dei tifosi. Il Napoli navigava in bruttissime acque. In tutta questo vortice fu risucchiata anche la squadra, che disputò un campionato anomalo, occupando una posizione di metà classifica. Dopo la partita contro il Palermo sali' a bordo della mia auto, una smart beige, e mi diressi verso casa in zona Posillipo quando ad un tratto fui accerchiato da 10 dieci teppisti a volto coperto dal passamontagna. Fu una spedizione punitiva premeditata ma per caso fui io a pagare per tutti. In zona risiedevano altri compagni di squadra e soltanto la sorte volle che fossi io a passare in quella zona per primo. Alcuni teppisti iniziarono gridarmi contro offese e minacce e, servendosi di spranghe di ferro e di altri oggetti contundenti, a colpire la carrozzeria ed i vetri dell'auto. Vigliacchi. Nonostante questo spiacevole episodio il mio amore verso la città di Napoli resta eterno e viscerale".
Per poche settimane settimane sei stato compagno di squadra del Pocho Lavezzi. Immaginavi che sarebbe diventato uno degli attaccanti più forti della massima serie?
"Le qualità del Pocho erano indiscusse, tecnicamente faceva già la differenza, ma fisicamente era impresentabile. Arrivò in ritiro con 7-8 chili in sovrappeso, non fece onestamente una bella figura. Alcuni compagni di squadra lo soprannominarono Gordito".
Denis-Milito, due bomber a confronto, chi sarà decisivo?
"Milito è un grandissimo. Purtroppo la sua esperienza italiana è stata penalizzata dalla doppia retrocessione ed è stato costretto a ripartire da lontano affacciandosi in un'altra realtà. Fa reparto da solo. Denis lo conosco poco, ma mi ha destato una buona impressione. Sono due giocatori ipoteticamente complementari, insieme farebbero faville. Attualmente Milito è più decisivo".
Napoli-Genoa che partita sarà?
"Una sfida tra due tifoserie gemellate, aperta a qualsiasi risultato. Se per il Genoa conta la prestazione del collettivo, per il Napoli basta una giocata dei singoli per fare la differenza".
Sette stagioni in maglia azzurra, il tuo bilancio.
"Anni unici, altalena di emozioni forti. Arrivai giovanissimo a Napoli nell'operazione Ferrara. I momenti più esaltanti sono stati con Simoni e Boskov in panchina, due grandi tecnici, poi il buio. Il Napoli, in forte declino societario, commise l'errore di lasciar partire Simoni. Dopo la sconfitta contro il Vicenza nella finale di Coppa Italia, il gruppo storico della squadra si sgretolò. Con quella coppa in bacheca il destino del Napoli sarebbe stato diverso. Dopo alcuni anni di B avemmo una reazione d'orgoglio con Novellino, ma la società commise lo stesso errore preferendogli Zeman, molti giocatori determinanti come Schwoch furono ceduti. Quella squadra, tecnicamente valida fini' per pagare delle scelte tecniche assurde".
Ferlaino-Corbelli-Naldi, chi consideri vero presidente?
"Ferlaino. Nonostante abbia contribuito a portare i bilanci societari in rosso, è stato un grande uomo di calcio. Bravo nel capire che il suo tempo fosse finito, l'Ingegnere, da uomo furbo, lasciò la patata bollente a Corbelli e Naldi. Rispetto agli altri due è stato il più presente".
Genoa-Venezia, partita promozione dopo una cavalcata trionfale ma già decisa a tavolino dalle due società. Nell'intervallo quando il punteggio era ancora fermo sul pari, notaste qualcosa di strano?
"Non scesi in campo dal primo minuto perchè infortunato, ma la partita fu vera, maschia. Nessuno di noi immaginava che fossero stati presi accordi per orientare il punteggio a nostro favore. Sento di aver vinto quel campionato sul campo, faccio ancora fatica ad accettare quell'assurda retrocessione".
Capitano anche del Genoa per varie stagioni, bilancio.
"In C1 il presidente Preziosi mi chiese di restare e non esitai nemmeno un attimo a scendere di due categorie per la maglia rossoblù. La piazza di Genoa è molto calda, passionale, mi sono trovato benissimo sia con i tifosi che con il presidente Preziosi, con il quale ho avuto il piacere di collaborare anche a Lugano".
Napoli-Genoa che più ti ha lasciato il segno..
"Più che il segno direi i segni perchè in un contrasto mi ruppi il ginocchio. La diagnosi fu terribile: rottura del legamento crociato".
Tanti compagni di squadra in tante piazze italiane, tra questi c'è qualcuno che non è completamente esploso?
"Matuzalem. Giocatore straordinario con qualità non inferiori a giocatori del calibro di Cambiasso o Pirlo. Poteva fare sicuramente di più".
Sai che in Campania esistono ancora due fan club "Francesco Baldini"?
"Ciò mi inorgoglisce. E' la dimostrazione che in campo ho dato tutto per la causa azzurra. Napoli resterà per sempre nel mio cuore".
Il futuro prossimo di Braccobaldo Baldini...
"Per il momento mi diverto ancora a giocare nel San Marino in Lega Pro seconda divisione. Dopo l'esperienza in Svizzera a Lugano, sentivo l'esigenza di avvicinarmi alla mia compagna, che aspetta un bambino. E' stata una scelta di vita. Nel frattempo mi sono iscritto al corso di allenatore che inizierà il 20 Marzo, vorrei mettermi in gioco anche in panchina". |di Salvio Passante - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 163 volte