Serviva una vittoria e vittoria è stata. La Lazio espugna Lecce e torna al successo, così come non accadeva da sette partite, quando i tre punti giunsero sempre in trasferta e sempre in un campo insidioso come quello di Reggio. Un successo pesante che riaccende le speranze per l’Europa, pur restando ad una discreta distanza dalla zona Uefa. Lecce come Reggio, campi difficili, da battaglia dove le piccole si trasformano in grandi e dove la grinta diventa un’arma in più per vincere. La Lazio ce l’ha fatta in entrambe i casi, mostrando carattere e compattezza, doti queste che raramente la compagine di Delio Rossi aveva mandato in scena negli ultimi mesi in questo campionato. Il tecnico romagnolo lascia in panchina Rocchi come previsto per dar spazio a Zàrate-Pandev e Foggia. L’allenatore laziale sceglie con coraggio e la sua mossa ardita lo ripaga appieno. La gara tirata e difficile in terra leccese parte subito con un sussulto per Pandev e compagni. Non passa neanche un minuto infatti, che il Lecce terrorizza la Lazio. Caserta buca la retroguardia biancoceleste con un affondo improvviso e disegna un assist perfetto per Cacia. La punta leccese carica il destro e stampa la palla sul palo. Risponde però la Lazio che pareggia le occasioni e mostra ai padroni di casa i denti. Ledesma al 6’ conquista un pallone prezioso a centrocampo e con un verticale preciso proietta Zàrate verso la porta pugliese. Maurito ricorda in un attimo i suoi colpi da campione e calibra il tiro verso la porta avversaria. Stavolta è la Lazio a trovare il lego e a spaventare i padroni di casa. La Lazio c’è e lo si nota sin dai primi istanti. Sono infatti gli ospiti a cercare subito di imporre il proprio gioco. Il gol è nell’aria e per i colori biancocelesti il vantaggio non tarda ad arrivare. Il 4-4-2 disegnato da Rossi, accende i motori e il Lecce affonda. La squadra laziale accorta e compatta, funziona a perfezione tanto che il centrocampo biancoceleste mette presto nel sacco la squadra di Beretta. Lichtsteiner sembra essere in giornata e il suo affondo vincete al 10’ ne è una conferma. Lo svizzero arriva lungo linea e scodella in area un cross teso e potente. La sfera a scacchi taglia tutta l’area di rigore giallorosa sino ad arrivare sui piedi di Foggia. Il talento napoletano si coordina e scaraventa in porta. Stendardo sfiora e devia, Benussi tocca ma non trattiene e la palla entra in porta. È l’1-0 che premia una Lazio volenterosa e caparbia. La compagine allenata da Rossi spinge con la sua manovra corale. I biancocelesti giocano con una grande concentrazione affidandosi alla velocità di Lichtsteiner a destra, alle giocate di Foggia a sinistra, ma soprattutto alle geometrie di Matuzalem a centrocampo. Il brasiliano è la chiave di volta della manovra di Rossi. Il tecnico romagnolo infatti, gli ha consegnato già da diverse settimane lo scettro di comando della mediana laziale e lui risponde da par suo, con lanci, giocate e invenzioni per gli avanti biancocelesti, che il trio di folletti raccoglie e trasforma in occasioni importanti. Al 13’ infatti Foggia riceve dalle retrovie e dall’out di sinistra il fantasista partenopeo buca la difesa giallorossa aprendo per Brocchi. L’ex milanista sbaglia la conclusione calciando su un difensore leccese. Pandev allora si lancia in corsa e di testa prova il colpo vincente, ma l’arbitro Gervasoni annulla per fuorigioco. Il Lecce prova perciò a reagire e con Tiribocchi colpisce il suo secondo legno della gara. La punta della squadra di casa riceve nell’area avversaria un pallone sbilenco, e tra quattro difensori laziali riesce a girarsi e a scaraventare sul palo il suo sinistro. Brividi che scuotono la Lazio e che palesano la troppa sufficienza della compagine di Delio Rossi in fase difensiva. I primi quarantacinque minuti scivolano via tra gli sterili affondi biancocelesti e le inconcludenti risposte giallorosse, che consegnano alla Lazio il primo round dell’incontro. Rossi è stato chiaro in settimana quando disse: “Fatti e non parole…” messaggio ricevuto dalla banda laziale e messo in pratica in terra pugliese, senza indulgi, né defaillance. Torna in campo la Lazio, con stesso piglio e volontà del primo tempo. Kolarov al 5’ infatti, cerca e trova il colpo del ko con una giocata da vero campione. Il terzino serbo accende il turbo sulla sua corsia di competenza e con una lunga sgroppata giunge sino al vertice sinistro dell’area giallorossa. Davanti c’è l’ex-Stendardo, ma dinamite Kolarov non accenna a superarlo. Alexander carica il sinistro e prende la mira per colpire la porta difesa da Benussi cercando il gol con una giocata d’applausi. Il bolide che parte dai tacchetti dell’esterno laziale infatti, si insacca sotto all’incrocio e lascia di stucco la squadra di Beretta che si ritrova al tappeto per la seconda volta. È una Lazio concreta e solida, che non teme l’ira di un Lecce ferito e sempre più coinvolto nella lotta per non retrocedere. Tiene saldamente in mano la gara la compagine di Delio Rossi e dalla mediana i biancocelesti infittiscono una ragnatela che ingabbia del tutto i giallorossi. Servono i tre punti alla Lazio e nella domenica della rinascita, Zàrate e compagni non sbagliano niente o quasi. Gli uomini di Beretta cercano di riorganizzarsi e di mettere in crisi gli ospiti con un paio di folate offensive. Al 36’ Munari prova il cross da destra in area laziale, ma Muslera smanaccia. Due minuti più tardi invece il grande tiro di Ariatti si infrange ancora sul palo, il terzo per i giallorossi. Ma la Lazio tiene botta, allontanando gli attacchi avversari. Fa quadrato la squadra romana che con possesso di palla e ripartenze veloci, chiude la serie negativa, povera di successi e mette le mani sull’intera posta in palio. Vince la Lazio che espugna lo stadio di Via del Mare portando a casa tre punti pesanti ed una vittoria che fa ben sperare. La zona Uefa è lontana, ma non lontanissima e la semifinale di Coppa Italia è ormai alle porte (3 marzo con la Juventus, ndr). Condizione e fiducia sono indispensabili a questa Lazio per non sfumare il sogno europeo e con il successo di Lecce Rossi e i suoi sono sulla buona strada. |di Alessandro Zappulla - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 225 volte