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2009-02-24

Milan: fischi per fiaschi


Fischi giustificabili: unico 'mezzo' per contestare.Domenica sono piovuti dalle gradinate di San Siro sonori fischi per i due protagonisti più criticati della stagione milanista: Carlo Ancelotti e il suo fido scudiero Clarence Seedorf.
Non è la prima e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima volta: basti citare le contestazioni nel corso di Milan-Genoa, dapprima quando Mister Ancelotti tolse Pato, unico punto di riferimento in attacco, per inserire una mezza punta statica dome Ronaldinho e poi quando Seedorf venne sostituito solo a pochi minuti dalla fine dopo una prestazione irritante.
Risultato: pareggio in extremis del ‘Principe’ Milito e inizio della fine dei sogni Scudetto. E questi sono solo gli ultimi due episodi di una magia che sembra essere svanita tra l’allenatore, il suo uomo più fidato in campo e il popolo rossonero. Di tutta risposta Seedorf ha chiesto al pubblico di non contestare, di stare vicino alla squadra e di non prendersela solo con lui (per riassumere il tutto in poche parole): ma quale mezzo può avere uno spettatore per criticare, per mostrare il proprio disappunto se non i fischi? Forse Seedorf e Ancelotti dovrebbero ricordarsi che sono i simboli di una squadra che da due anni non vince nulla, che accumula distacchi spaventosi dall’Inter e che sembra non faccia nulla per risolvere i propri problemi. E nonostante ciò il Milan rimane la società italiana col maggior numero di abbonati al campionato, competizione incredibilmente snobbata per diversi anni. Va da sé che sono maggiormente apprezzabili gli spettatori che stanno vicino alla squadra e non contestano mai sostenendo sempre tutti i giocatori indiscriminatamente, ma bisogna rispettare anche il diritto di critica di chi vuole comportarsi altrimenti.
Ovviamente non tutte le responsabilità sono attribuibili alla coppia Clarence-Carletto, visto che è la società la prima indiziata di una stagione finora ampiamente sotto le attese, ma i due dovrebbero comprendere come, al di là delle buone o cattive prestazioni, incarnino il ‘conservatorismo’, la mancanza di slancio e di volontà di cambiare che sta caratterizzando il Milan da diversi anni.
DENTRO O FUORI - Finalmente giovedì col Werder ecco una partita da ‘dentro o fuori’ una di quelle che la vulgata comune definisce come ‘perfette per il Milan’: speriamo che in tale occasione, oltre agli attaccanti acciaccati, si riesca a recuperare quell’entusiasmo da tempo sopito. A tal proposito la sfida vinta con il Cagliari, fortunosamente e con un gol probabilmente irregolare, ci consegna una squadra con i soliti vecchi difetti (lentezza, prevedibilità, scarsa sicurezza) ma forse con un’arma in più: la consapevolezza che per salvare la stagione bisogna rimboccarsi le maniche, sudare e soffrire. Usare la clava al posto del fioretto, compattarsi e lottare anche per obiettivi meno ambiziosi del Tricolore.
Abbiamo ampiamente verificato che solo con la classe, i colpi di tacco e i nomi altisonanti non si va lontani ed è ora di riproporre, magari con qualche innesto di qualità e un gioco possibilmente più fluido, la formula tutta grinta e compattezza della sfida vinta contro la squadra di Allegri.
CERTEZZE - Domenica abbiamo visto in panchina Tabarè Viudez, attaccante diciannovenne, uruguaiano di belle speranze, titolare della propria under 20 e che occupa il posto da extracomunitario che avrebbe invece potuto permettere a Thiago Silva di essere utile fin da gennaio. Lo guardavamo e in noi c’era la certezza matematica che non sarebbe mai entrato, nemmeno se fossero svenuti anche i pochissimi attaccanti e mezze punte in campo: infatti al posto dell’esausto ed encomiabile Inzaghi, nel ruolo di centravanti è entrato Ambrosini. Se neanche in una partita di massima emergenza per il reparto avanzato il ragazzo, che per altro ha fatto bene nel campionato sudamericano under 20, ha avuto una chance, una manciata di minuti per ravvivare lo stantio meccanismo della squadra, quando potrà farlo? Mai!
Ecco, forse in questa certezza di mancato rinnovamento, mancato coraggio, mancato slancio, sta il difetto del Milan attuale e il punto di partenza su cui ricostruire quello del futuro.
|di Claudio Mignatti - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 209 volte


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