Ancelotti è al bivio: se perde lascia il Milan. Lungi dall’essere retorico, il Milan si ritrova all'ennesimo crocevia stagionale, peraltro mitigato dalla vittoria contro il Cagliari, partita sulla carta difficile, sia per la caratura dell’avversario che per il momento positivo che la squadra di Allegri sta vivendo nel 2009. Senza le numerose assenze che hanno caratterizzato l'attuale stagione rossonera, la partita di domenica sarebbe stata di tutt'altra lettura. Più che la squadra, a trovarsi ad un bivio è l'allenatore, non per incompetenza o risultati mancati (come invece altre squadre di serie A), ma perché ora più che mai a Milanello si valuta anche la componente psicologica. Intesa, in questo caso, come incapacità del tecnico di fornire motivazioni ad una squadra che pur avendo potenziale non riesce totalmente ad esprimerlo. Si attribuisce la causa al fatto che Ancelotti sia a Milano da 8 anni, e che, avendo vinto praticamente tutto, sia demotivato. Tentare altrove la fortuna potrebbe far bene sia al mister che alla sua “creatura”. Questo da un punto di vista disfattista e rifondazionista. La tesi opposta, quella del confermare la fiducia al ct, pare ufficialmente la linea seguita dal Milan. Ufficiosamente, invece, si valutano (a livello di ipotesi remota) sostituti eccellenti quali Rijkaard e Leonardo, rispettivamente anima passata e presente del Club Rossonero. Ma del tema é presto per parlarne, anche perche’ qualora Ancelotti raggiungesse il traguardo degli “obiettivi minimi” stagionali, i nomi resterebbero nell'elenco delle idee. Questa sera il Milan aspetta a San Siro un Werder attento e rapace, che recupera Frings e che non potrà far altro che cercare la vittoria. Dal canto suo il Milan recupera Alexandre Pato, collocabile nel confermato modulo a due punte, affiancato da SuperPippo Inzaghi e supportato sulla trequarti da Clarence Seedorf. Si prospetta dunque una partita equilibrata. Come le sfide dell'ultimo turno di Champions League, molte delle quali concluse in pareggio, anche il match di San Siro lascia aperto ogni risultato. Ovviamente di fondamentale importanza l'apporto del pubblico, arma psicologia, componente che può fare differenza. Ancelotti deve solo vincere: il miglio Werder rischia di trasformarsi nell'ultima distanza da percorrere. Prima dell'addio. |di Andrea D'Innocenzo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 163 volte