In bambola per 20’: quando impareremo a giocare in Champions?
A cosa serve giocare bene per 70 minuti se nei primi 20’ ti fai mettere sotto e becchi pure un gol? Una rete che, a questo punto, potrebbe pesare come un macigno sulla sfida di ritorno. Meno male che avevamo imparato a gestire la sfida-secca…Le ultime parole famose. E Ranieri ha pure ripreso a fare il tinkerman. A Torino servirà una Juve più sfrontata, capace di osare(vero Claudio?) ma anche attenta là dietro. Ne saremo in grado? Yes, we can. Però, mi raccomando...
La prima cosa che dissi dopo Palermo fu: a Londra non potremo permetterci di concedere così tanto in difesa come abbiamo fatto nei primi minuti di gara coi rosanero. Al Barbera furono 4 minuti di autentico inferno, e rischiammo di beccare due pere. Non capitò perché, là, c’erano Miccoli e Simplicio. Stavolta – con Drogba e Lampard – è andata diversamente. Altra categoria, altri avversari. Attenzione, avevo raccomandato.
Chiaro che i giocatori juventini non dovevano di certo stare ad ascoltare Chirico ma il loro allenatore, però si è verificato proprio ciò che non doveva capitare: lasciare il boccino della partita in mano agli inglesi. Lo abbiamo fatto per almeno 20 minuti, ed è stato sufficiente per lasciarci le penne e perdere la partita. Perché, alla fine, nello scout della partita conta solo la voce “Reti segnate”. Non conta fare più tiri in porta degli avversari, calciare più angoli, avere un maggior possesso palla. Conta fare gol. E il risultato finale parla chiaro: Chelsea 1 Juventus 0. Meritavamo il pari, è vero, ma è finita 1-0 per loro. E di questo dobbiamo ragionare.
Tutto per colpa di quei 20 minuti maledetti, affrontati dalla squadra col peggior atteggiamento possibile: attendista, timoroso, per nulla propositivo. Eravamo come imbambolati, quasi non ci fossimo resi conto che eravamo a Londra a giocarci l’andata degli ottavi di Champions. Ventisette partecipazioni a questo torneo sembravano non aver insegnato niente a questa squadra, che proprio nella competizione attuale aveva dato invece prova di aver capito come affrontarla. Ricordate cosa disse Buffon nei giorni antecedenti la gara? “Questa squadra la vedo meglio nelle partite secche di Champions”. Per la serie: le ultime parole famose.
Dopo la vittoria del Liverpool al Bernabeu, ci verranno a dire – vedrete, ci potete contare – che quelle due belle vittorie col Real Madrid non valgono granché perché i merengues sono ormai poca cosa, una squadra praticamente alla frutta. E la cartina di tornasole è proprio la sconfitta a Stamford Bridge. L’occasione per dimostrare il contrario resta solo e solamente nella capacità della nostra squadra di ribaltare il risultato a Torino. Yes, we can. Ma occorre una Juve da battaglia, attenta – anzi: attentissima – in difesa. Dove non sarà più ammissibile – ma d’ora in poi non lo potrà più essere nemmeno in campionato – commettere errori come quello visto fare dal nostro peggiore reparto, e sottolineo peggiore, nell’azione che ha portato al gol Drogba. Ancora un errore nella messa in atto del fuorigioco.
Ormai appare chiaro: non siamo capaci a farlo. Una volta sbaglia Legrottaglie, un’altra Grygera, stavolta persino il Chiello. Eddai! Era capitato col Cagliari (2 volte), con la Sampdoria, e abbiamo sempre preso gol. È ricapitato a Stamford e il risultato è stato sempre lo stesso. Si cambi tattica, per l’accidenti! Non è possibile non aver oliato determinati meccanismi in quasi 2 anni di prove e riprove a Vinovo. L’ho già scritto altre volte, ma lo riscrivo: o i nostri difensori sono gnucchi, oppure glielo si insegna male. Entro il 10 marzo una soluzione va trovata.
Dopo quei 20 minuti abulici, si è vista una Juve discreta. Uso questo aggettivo perché si sarebbe potuto fare ancora meglio. Ad esempio, sfruttare un po’ di più quelle benedette fasce, in modo da andare in superiorità numerica e rifornire di cross Amaurì, interprete di una prestazione insufficiente ma anche per mancanza di un copione adeguato. L’unico pallone che è riuscito a spizzare di testa è stato su un calcio d’angolo, e per poco Chiellini non lo devia in porta. Domanda: perché si continua a far giocare Camoranesi tra le linee e non più da ala? Seconda domanda: perché quando è entrato Marchionni, che ha giocato da ala, le opportunità in avanti sono aumentate? Non si sarebbe potuto decidere di giocare prima in quel modo? Eppoi Ranieri si offende se lo chiamano tinkerman…
A proposito, mister Claudio: perché ha fatto scaldare per quasi l’intero secondo tempo Trezeguet e l’ha inserito solo a 5 minuti dalla fine (nei quali David è riuscito persino a sfiorare il gol)? Osare, osare, osare. Un verbo, questo, che Ranieri dovrebbe utilizzare più spesso.
Lo dico subito: vincere a Torino nella gara di ritorno non sarà facilissimo. Il Blues non sono una formazione trascendentale, si possono battere, ma si coprono molto bene e possono essere molto pericolosi in contropiede con Anelka e Drogba. Occorrerà una Juve attenta e gagliarda, come quelle viste contro il Real. Il timore è che, con la difesa che ci ritroviamo, si possa concedere di nuovo qualcosa di troppo e pagarlo salato. Occorrerà una partita perfetta: saremo in grado di disputarla? La fede mi dice Yes, we can.
Nota a margine: più che un vice Nedved – acquisto ormai obbligatorio visto l’annuncio dell’addio da parte di Pavel a fine stagione – occorre come il pane un vice-Camoranesi. Non è possibile vederlo sempre ai box, in due stagione avrà giocato a malapena 30 partite. Quanto a Pavel, mi sa che era depresso per la sconfitta: fin quando non lo vedo consegnare gli scarpini al magazziniere come fece Boniperti, non ci credo. |da il gobbo di Notre Madame - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 170 volte