Un Milan decimato cade anche a Marassi. Inutile assalto finale. Chiamateli cocci, chiamateli rottami. Il Milan di un tempo non c’è più: nei risultati, nel gioco, ma anche e soprattutto nell’atteggiamento. Una sconfitta, quella di Marassi, che dietro il 2-1 finale nasconde un verdetto impietoso. E’ capitato con la Sampdoria, poteva capitare con qualsiasi altra squadra: perché ad oggi, il fu Milan, è una squadra che può perdere con chiunque.
INFORTUNI - E così come era capitato col Werder, l’avversario di turno fa bella figura. Con una squadra quadrata, pronta a giocarsi i tre punti su ogni palla: Palombo a guidare il centrocampo a cinque, Pazzini e Cassano a complicare la vita a Senderos e Bonera. Ancelotti conta gli infortunati col pallottoliere: Kakà, Gattuso, Nesta, Borriello, Kaladze e Ronaldinho e Ambrosini. Hai voglia a fare il mago della formazione senza i migliori ingredienti. Il Milan finisce così per scendere in campo con un 4-4-1-1 provincialeggiante: Pato unica punta, Seedorf in appoggio. Dietro Pirlo e Flamini vengono affiancati da Beckham e Jankulovski.
A VUOTO - Milan che tiene il pallino del gioco, ma fino alla trequarti: perché nel momento di stringere dalle parti di Castellazzi nascono gli equivoci. Beckham scodella in mezzo con una certa continuità, ma lì davanti c’è solo Pato in mezzo alle magliette blucerchiate. La squadra di Mazzarri ha gioco facile: muro ermetico sui palloni in area e ripartenze sulle fasce cercando gli spunti di Pazzini e Cassano.
CASSANO - Questa volta i rossoneri sembrano poter tenere in difesa: Senderos tutto sommato non sfigura e la Samp non pare avere la chiave giusta per lasciare il segno. Invece no: il Milan va sotto alla mezz’ora, nel più classico dei calci da fermo. Sponda di Raggi e testa di Cassano che finisce in rete. Per la verità Abbiati dice di aver salvato la palla prima che superasse la linea, ma per Rocchi è gol. La reazione dei rossoneri è generosa ma inconcludente, si va negli spogliatoi: Milan impotente, Sampdoria spietata.
RIPRESA - Secondo tempo e Milan in campo con le due punte: Inzaghi al posto di Antonini in cerca della scossa. Che paradossalmente arriva sulla sponda blucerchiata: perché se il Milan si barcamena per vie orizzontali, la Samp bada al sodo. Così dopo una manciata di minuti Cassano trova splendidamente Pazzini, bravo da posizione defilata ad evitare Bonera e Senderos per poi battere Abbiati.
PATO - Milan a picco, Ancelotti cerca di rianimarlo: dentro Favalli ed Emerson per Jankulovski e il desaparecido Beckham. Ma la musica non cambia: Samp che aspetta e colpisce con la puntualità di un orologio, Milan molle in difesa e stordito in attacco. A riaprire la partita ci pensa il solito Pato: colpo di testa nell’angolino su assist di Favalli e il Milan dimezza lo svantaggio.
ASSALTINO - Ultimo quarto d’ora con la Samp che rincula nella sua metà campo: il Milan ci prova sull’orlo della disperazione. A dieci dalla fine Emerson segna ma Rocchi annulla per fuorigioco: pazienza, verrebbe da dire, c’è ancora tempo per recuperare. Col cavolo, perché la Samp resiste fino alla fine e vince meritatamente. Nonostante i quasi 5 minuti di recupero, nonostante una punizione dal limite gestita malamente dal Milan con un cervellotico quanto inutile gioco a tre tocchi. Stasera Ancelotti tiferà Inter: pur di non cadere nel precipizio ci si aggrappa anche ai rovi. |di Federico Bettello - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 188 volte