Passano le giornate, trascorrono i minuti, le settimane, ma del gol di Del Piero non se ne parla. Da qualche settimana a questa parte, infatti, il bottino di reti del fantasista di Torino langue. Pinturicchio è rimasto fermo a quota 7 gol, rendita conquistata per lo più avvalendosi di punizioni (4) e rigori (2), per 1 solo (uno!) centro a pallone in movimento (vittima l’Atalanta), per uno score che mal si confà alle prerogative di chi di gol ne vanta 254 in maglia bianconera (su 590 caps). L’attaccante zebrato ogni qual volta vorrebbe sfatare il tabù realizzativo si vede palesare innanzi un destino beffardo che si fa volentieri gioco di lui, opponendogli pali, traverse, parate miracolose dei portieri di turno e quant’altro si presta a rovinargli la festa. L’astinenza del numero 10 bianconero è riconducibile essenzialmente al fato birichino e/o maledetto, e non di certo ad una condizione precaria dell’ex bomber, che con le sue prestazioni continua a deliziare la platea. Gli ultimi riscontri si possono rintracciare nei match giocati rispettivamente contro Chelsea (in Champions) e Napoli. In queste partite il Fenomeno della Mole ha dispensato giocate d’alta scuola per lo più sotto forma di assist deliziosi che sovente avrebbero potuto riscuotere miglior sorte, divin suggeritore (ed in questo ci ricorda fortissimamente Baggio) sempre lesto di preziosismi mai fine a se stessi ma che anzi sono prodighi di dare i loro frutti, tramutando in oro palloni e palloni. Peccato che al momento a tale ben di Dio non corrisponda un adeguato score, che di certo farebbe comodo a codesta Juventus, mai così dipendente dalla verve del Capitano. Juventus che dovrebbe rincuorarsi dopo il mezzo passo falso dell’Inter che ha rischiato grosso al cospetto della Roma che stava per compiere il colpaccio dell’anno dinnanzi al pubblico del Meazza; e se non fosse stato per l’ennesimo aiutino/aiutone arbitrale che stavolta è stato sfruttato da un Balotelli tornato finalmente in gran forma dopo mesi di stand by che ne stavano pregiudicando la crescita attitudinale. In tale match, a prescindere da assistenze arbitrali, l’armata nerazzurra ha dimostrato per l’ennesima volta la propria assuefazione alle imprese, anche se non pare esserci un corrispettivo in Europa, terra di conquista dello straniero. Gli uomini di Mourinho sono reduci, infatti, da uno 0-0 apatico contro un non irresistibile Manchester, a San Siro. Và pure peggio a Roma e Juventus, cadute (1-0) contro Arsenal e Chelsea, per una stagione che anche quest’anno si appresta ad addensare nubi sul calcio di casa nostra. Non proferiamo verbo della Coppa U.E.F.A. che è meglio; ad onor di cronaca ricordiamo soltanto che Sampdoria, Milan e Fiorentina sono state costrette a fare i bagagli mentre l’unica superstite è risultata l’Udinese di Di Natale. Tornando al Campionato, è crisi nera per i rossoneri di Ancelotti, il quale privo di Ronaldinho (un semi fallimento il suo innesto di mercato) e Kaka fatica a conferire un’identità accettabile al proprio gruppo: la scoppola di Genoa, contro la Samp di Cassano, ne è la valida conferma, retrospettiva di un periodo assolutamente difforme dagli attributi qualitativi di una compagine votata allo scudetto prima e alla semplice qualificazione Champions poi. Continua a sognare il Genoa, ottimo 5° malgrado l’inappagante 0-0 di Siena; rialza la testa la Lazio, tornata in zona Uefa grazie al redivivo Zarate; piovono applausi anche per il Catania, 4-0 e tanti sberleffi al Palermo nel derby siculo; rientra in zona salvezza il risuscitato Chievo di Di Carlo, 2-0 all’Atalanta in quel di Bergamo. |di Albertosig - Fonte: www.calciomagazine.net| - articolo letto 171 volte