Nella mente del presidente aleggia un'inquietante ‘Pazienza, passerà’. Nelle parole e nei pensieri esternati da Silvio Berlusconi, domenica scorsa a Bruxelles, esiste un Milan stellare ma sfortunato nell’aver subito troppi infortuni, esiste una squadra che solo quest’anno, dopo aver raccolto per anni trionfi, è incappata in una stagione negativa. Quindi, nella mente del presidente, aleggia un ‘Pazienza, passerà’ che non può non risultare inquietante a qualsiasi tifoso rossonero che abbia anche solo minimamente vissuto le prestazioni della squadra negli ultimi anni.
LA REALTA’ - Ovviamente Berlusconi ha cose più rilevanti di cui occuparsi e quindi è normale che non conosca ogni minimo dettaglio della situazione della squadra, ma il non riconoscere i limiti del progetto Milan e la conseguente necessità di un profondo rinnovamento lascia perplessi e pessimisti. Lo sfacelo dimostrato non è sicuramente spiegabile solo con gli infortuni dato che, per fare un esempio, la Juventus è stata falcidiata come e più del Milan, basti ricordare le prolungate assenze dei vari Buffon, Trezeguet, Camoranesi, Cristiano Zanetti: nonostante ciò la squadra di Ranieri oggi è in piena corsa in Champions League (dopo essersi classificata come prima nel proprio girone davanti al Real Madrid), saldamente seconda in campionato a 7 punti dalla molto più attrezzata Inter e in semifinale di Coppa Italia, competizione quest’ultima costantemente snobbata dagli schizzinosi ‘campionissimi’ ancelottiani. E tutto ciò in virtù di un progetto di squadra e di una tenuta psicofisica che ha permesso di assorbire i momenti negativi anche senza avere una rosa composta solo da stelle di prim’ordine. Il presidente Berlusconi sostiene che si sia vinto tutto e che quindi ci possa stare un anno ‘sabbatico’. Tutto ciò è certamente vero se consideriamo gli ultimi 20 anni, ma se pensiamo ad un passato più prossimo non possiamo esimerci dal sottolineare come non si vinca lo Scudetto dal 2004 e come negli ultimi 3 anni si siano accumulati distacchi biblici dall’Inter. E in realtà è già il secondo anno in cui non si vince nulla, dato che la Supercoppa Europea e il Mondiale per club dello scorso anno sono da considerare più come lasciti della stagione 2006/2007, e in cui si viene eliminati assai prematuramente anche dalle competizioni europee, da sempre considerate terreno di caccia ideale per il Milan. Inoltre anche la Coppa dei Campioni del 2007, riletta a distanza di due anni, è interpretabile come l’ultimo e isolato ‘ruggito del leone’ ormai morente piuttosto che il frutto di una reale e seria programmazione societaria.
PROSPETTIVE - Manca dunque una reale presa si coscienza da parte della più alta carica dirigenziale di quelle che sono le enormi problematiche di questa squadra e quindi pare logico temere che non si farà nulla per colmare tali lacune. La speranza è che non ci si trinceri dietro vacui slogan come ‘Il club più titolato al mondo’ o dietro a nomi di giocatori famosi più per il loro passato o per la propria immagine che per il proprio presente o futuro. Che si inauguri un progetto solido e di prospettiva, con investimenti mirati a livello tecnico, con la guida di un allenatore nuovo e con idee fresche, senza dimenticare la riconoscenza verso un grande come Carlo Ancelotti.
GALLIANI & C. - Ma per fare tutto ciò occorre che siano proprio i dirigenti più vicini alla squadra (Galliani, Leonardo, Braida) a fare giungere il messaggio forte e chiaro a Berlusconi: ma perché ciò accada bisogna che ci sia una reale presa di coscienza da parte del ‘Trio’ (non usiamo la parola ‘Triade’, per carità) sulla situazione reale. Ma siamo sicuri che tale presa di coscienza si stia realmente concretizzando? Visti i precedenti è lecita una buona dose di timore. |di Claudio Mignatti - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 182 volte