Non tutto è da "buttare", ma bisogna raggiungere il terzo posto. Berlusconi è stato chiaro: niente tragedie né catastrofismi. E’ un momento no. Passerà. Certo è che mantenere serenità di giudizio dopo la disfatta contro la Sampdoria, a pochi giorni da quella rimediata contro il Werder Brema, non è facile. Noi vogliamo provarci. Il calcio procede a cicli. Quello del Milan pare giunto al capolinea. Ma non siamo completamente cotti. Salvare il salvabile è ancora possibile. Purchè non si parli di smobilitazione o, peggio ancora, di cessione di Kakà. L’intelaiatura di base c’è ed è buona. Colpe non desideriamo distribuirne. Si è vinto tutto in questi anni. Sarebbe sciocco e ingeneroso accusare gli artefici di tanti successi. Ma una analisi va fatta. D’acchito diremmo che siamo sfortunati: quanti guardalinee avrebbero visto i centimetri che hanno consentito all’arbitro di convalidare il gol di Cassano a Genova? Nessuno, forse. A noi è toccato Geronimo. Ok. Potremmo continuare citando il gol di mano convalidato ad Adriano nel derby preceduto da quello annullato, sempre per “gioco” di mano, a Seedorf la settimana prima. Ok. Poi citeremmo i tanti infortuni che certamente hanno contribuito a mettere in ginocchio una squadra già parecchio in difficoltà. Ok. Ma parlare solo di sfortuna o di presunti torti arbitrali subiti non sarebbe serio. Insistiamo su un concetto: il Milan è stato costruito senza difesa. Contro la Samp hanno giocato Senderos e Bonera. In teoria le seconde linee. Abbiamo racimolato l’ennesima figuraccia. Bonera è un buonissimo rincalzo, ma nulla di più. Basta rivedere come s’è fatto “bere” da Pazzini in occasione del gol vittoria della Samp. I titolari sono quelli che sono. Maldini lascerà a fine stagione. Kaladze è l’ombra di se stesso ed è finito pure lui sotto i ferri. Favalli non ha 40 anni ma 37. Senderos va rispedito di corsa al mittente. Nesta, purtroppo, è fuori da tempo. Passiamo ai portieri: da salvare c’è solo Abbiati: su Dida consigliamo di non insistere oltre: è irrecuperabile. Di Kalac non si hanno più notizie. Ancora oggi ci chiediamo come e perchè sia stato accantonato con così tanta veemenza. A centrocampo siamo messi meglio. Certo è che non avere pensato ad una alternativa a Gattuso è stato grave. Ce ne stiamo accorgendo ora che Ringhio è infortunato. La sua assenza pesa tantissimo. Ceduto Brocchi andava acquistato un altro incontrista di spessore in grado di alternarsi anche con Ambrosini. Su Emerson Ancelotti non ha mai puntato. Troppo logoro. Domanda: perché è stato acquistato? In attacco il “piatto” piange. Senza Borriello da inizio stagione, senza una sua valida alternativa, infortunato Kakà, ai box il Gaucho Ronaldinho, siamo rimasti con il solo, meraviglioso Pato a cantare e portare la croce. Troppo poco. Inzaghi ha la sua età, Sheva è ormai un ex campione. Morale della favola: non abbiamo più nessuno. Se parlare di rifondazione sarebbe eccessivo, dire, come è stato detto, che il Milan sia altamente competitivo e possegga in rosa due elementi intercambiabili per ruolo, ci pare una enormità. Rivisitiamola, questa rosa, con particolare riguardo agli elementi più utilizzati: 1 solo portiere (Abbiati), due esterni intercambiabili (Zambrotta e Antonini) più Jankulovski; 5 centrali difensivi (Bonera, Kaladze, Senderos, Favalli e Maldini); 5 centrocampisti (Pirlo, Ambrosini, Flamini, Seedorf e Beckham); 3 attaccanti (Kakà, Ronaldinho, Pato). Signor Galliani è questo il Milan super competitivo e ben assortito di cui lei parla? Dove sono queste diverse intercambiabilità per ruolo?
L’ultima campagna acquisti non è stata tutta da buttare, lo ribadiamo, ma errori ne sono stati commessi. Ora possiamo dirlo con cognizione di causa. E quando Ancelotti sostiene che con due innesti il Milan sarà pronto per tornare a vincere tutto, delle due l’una: o è davvero confuso, o sopravvaluta se stesso e le potenzialità dei giocatori che ha a disposizione. Tra giocatori che non dovevano essere confermati o acquistati (Emerson, Dida, Kalac, Senderos e Sheva), giocatori che non sono stati mai considerati (Darmian, Cardacio, Viudez e, ultimamente, anche Antonini), la rosa attuale è tutto tranne che altamente competitiva. I centrali sono una frana. Centrocampo e attacco non ci sembrano ben assortiti. Al Milan serve un portiere di rincalzo affidabile, un centrale difensivo prestante e di sicura classe da affiancare a Thiago Silva, un centrocampista giovane in grado di alternarsi sia con Gattuso che Ambrosini, una punta di peso che possa dare il cambio a Borriello e miscelarsi agevolmente sia con Pato che con Kakà. Detto questo confermeremmo i seguenti calciatori (divisi per ruolo): Abbiati; Zambrotta, Antonini, Jankulovski; Bonera, Nesta, Kaladze; Gattuso, Pirlo, Flamini, Seedorf, Ambrosini, Beckham; Kakà, Ronaldinho; Borriello, Pato. Il Milan dovrà rinascere attorno a loro. Ci vorranno rincalzi davvero all’altezza dei titolari. Ma affinché questo si concretizzi, dovrà essere assolutamente raggiunto almeno il terzo posto. Altrimenti addio sogni di gloria e addio investimenti. Ci toccherà sorbirci i trionfi di Mourinho per chissà quanti altri anni ancora. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 173 volte